RACCONTAMI UNA STORIA

Spagnulo: 'In Serie A aleggia un profumo particolare, è il sogno di ogni calciatore'

Intervista esclusiva all'ex calciatore rossoblù
   Angelica Grippa

22 Aprile 2020 - 10:46

Tempo di lettura: 4 minuti

Con grande piacere oggi ospitiamo ai microfoni di MondoRossoBlù.it, l'ex portiere del Taranto Giampaolo Spagnulo che ci racconta la sue esperienza in Serie A.

Parliamo della suo esordio in Serie A, la prima partita e quali emozioni ha provato...
Il mio esordio è stato nella stagione '92-93 nel Genoa. In quella settimana ci fu un cambio in panchina, venne Maifredi e non mi disse nulla per tutto il tempo, poi una mattina mi chiamò chiedendomi come stessi, e io gli risposi che stavo bene. Lui mi disse solo miraccomando e seppi di giocare nello spogliatoio, solo quando diede la formazione. A quei livelli la concentrazione è così elevata che misi di parte la parte emozionale, avevo già disputato un bel pò di campionati di Serie B, ero consapevole  di quello che era capace di fare, scesi in campo in maniera tranquilla ma molto concentrata. Ricordo che era in trasferta contro l'Udinese.

Se dovesse raccontarmi la sua esperienza in Serie A?
E' un'esperienza incredibile: l'apice per ogni calciatore. Quando si gioca si spera sempre di poter approdare nella massima serie. A volte rimane un sogno, altre volte diventa realtà. Io ho avuto la fortuna di toccarla con mano e di calcare questi tempi, ed è tutto bello: l'atmosfera, la vigilia, alberghi di un certo livello. L'accoglienza è incredibile negli stadi, pare di entrare in una grande festa, questi stewards vestiti eleganti, l'odore è particolare, aleggia nell'aria questo odore di Serie A e poi anche le televisioni. Quando sei in campo non ti accorgi, ma tutta la preparazione nella massima serie è bellissima.

La partita più bella? Quand'è finita questa esperienza? E perchè?
Ci sono stati 4 o 5 match in Serie A che ho giocato benissimo. Il primo contro il Milan campione d'Italia a San Siro, feci un partitone, perdemmo 1 a 0 a 10 minuti dalla fine, ma io feci una grandissima prestazione, 7 o 8 parate spettacolari. Poi un'altra volta andammo a vincere con l'Atalanta, altra grande partita, e poi nello spareggio contro il Pavia per non retrocedere e feci un match esaltante, anche se andò male e perdemmo ai rigori.

L'avversario più forte che ha affrontato nella massima Serie?
A quei livelli non è facile scegliere, ce ne sono tantissimi. All'epoca il calcio italiano era la patria del 'gran' calcio dove tutti quanti gli stranieri volevano giocare. Adesso un pò è andato a scemare questo prestigio. Uno su tutti che mi ha impressionato e che ho osservato giocare con tanto piacere è stato Gullit, un armadio di quasi 2 metri, con una progressione allucinante, una tecnica eccellente, aveva tutti. Partiva quando voleva lasciando tutti gli altri dietro. E' lui quello che mi ha impressionato sia andata che ritorno.

Il compagno di squadra più forte che ha avuto in Serie A?
Una bella lotta, tutti bravi. Fortunato, Branco, Signorini il capitano, in campo elegante. E' stato lui per me il più grande.

La differenza più grande tra la Serie A e le altre inferiori?
Quando sono arrivato a Taranto dalla Serie C, catapultato in queste categoria vedevo delle trattorie completamente diverse da quelle che avevo visto. Quello che capita in Serie A è che hai difronte il top e non ti puoi permettere di fare un errore, in quelle inferiori lo puoi fare e ti può andar bene. In A l'avversario legge già quello che può capitare, e io da portiere dovevo leggerlo ancora prima. Non è concesso il ben che minimo errore.

Mi parli del pubblico in uno stadio di Serie A...
Quando giocavo io gli stadi erano sempre strapieni. Adesso con l'avvento delle pay tv e con il calcio che è cambiato, si è un pò smarrita la passione di andare a vedere i match. Prima era diverso, andare al San Paolo, a San Siro o a Genova stessa erano sempre pienissimi. Nei derby c'è un frastuono assordante, tanto che a volte si fa a faceva fatica ad ascoltare il fischio dell'arbitro. Ma aggiungo che anche giocare allo Iacovone quand'era pieno è stato emozionante.

E' questa l'esperienza che ricorda con più piacere della sua vita, o altre anche se in serie inferiori?
Sono state tante le belle esperienze come l'esordio in Serie B con il Taranto, il mio trampolino di lancio. Le più belle sono state quelli che hanno caratterizzato la mia carriera: i due esordi in B col Taranto e in A con il Genoa.

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