Redazione MRB.it | |
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In questi momenti di forzata clausura ci stiamo raccontando dei viaggi con il Taranto e per il Taranto. Dalle testimonianze dei tifosi che ci stanno pervenendo (grazie...a tutti) racconti di "scontri", zuffe e situazioni analoghe, che hanno caratterizzato le trasferte della tifoseria rossoblu, per ovvi motivi più nel passato che in tempi recenti.
Ma, ovviamente, non solo questo; la trasferta è condivisione, è adattamento, è scoperta, è un contrattempo che rischia di far saltare tutto, è un aneddoto, una situazione grottesca; insomma è tutto ciò che un viaggio in gruppo (più o meno esteso) può regalarti.
Aneddoti dicevamo, divertenti flashback; come il trovarsi allo stadio Fattori de L'Aquila e notare alle tue spalle il grande (non solo in senso eufemistico) e indimenticabile Gioppino avanzare verso l'ingresso trascinando con sè tre rappresentanti delle Forze dell'Ordine vanamente "appesi" alla sua sagoma.
O magari ritrovarsi a Pescina, davanti allo stadio chiuso ed alcuni abitanti del luogo che, capendo "chi sei e cosa cerchi", ti urlano testualmente: "Tarantesi...Peppino mò viene, sta finendo di mangiare"!
Poi succede anche che a Portogruaro ti ritrovi nel settore rossoblu a raccontare una barzelletta, ovviamente in vernacolo e ti accorgi che una gentile signora (sicuramente figlia di Taranto trapiantata in Veneto) sta traducendo "real time", ridendo a crepapelle, lo spassoso racconto all'esterrefatto compagno.
Può anche succederti di ritrovarti un omone, in quel di Vercelli, che si frappone davanti al pullmino: sarà così folle da aggredirci? Sarà mica armato?... E invece no... quell'omone inizia incredibilmente a piangere e, battendo i pugni sull'autobus, sfoga tutte le sue "problematiche esistenziali".
Una trasferta socialmente utile, il pianto tra le risaie... insomma.
E che dire di quando, per andare alla finale playoff ad Ancona, con biglietti introvabili ed inacquistabili, ti presenti con il ticket del settore ospiti di... Cremonese-Cittadella!
E di quando con una mirabile ed esperta manovra figlia della eccellente conoscenza della toponomastica di Verona imbocchi una strada che ti fa sbucare "strategicamente" (?!?) proprio sotto il settore dei veronesi (erano appena 20.000).
Potremmo continuare, forse, all'infinito.
La speranza, condivisa, è che si possa tornare a raccontare storie di viaggi, in futuro, magari con un finale meno amaro di quelli sinora vissuti.
I tifosi, come ampiamente dimostrato, sono pronti a riaccendere i motori; l'amore per i colori, su quegli spalti ma non solo, non è mai mancato...checché se ne voglia dire.