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Monti: 'Coronavirus? Abbiamo subito un brutto colpo. In rossoblù notevoli soddisfazioni'

Intervista all'ex calciatore del Taranto
   Cosimo Palumbo

01 Aprile 2020 - 08:00

Tempo di lettura: 4 minuti

Oggi noi di MondoRossoBlù.it abbiamo intervistato Roberto Monti, difensore centrale classe '66. L'ex calciatore del Taranto, nativo di Ancona, ha indossato la casacca rossoblù dal 1991 al 1993, disputando due campionati di Serie B e giocando da titolare lo storico spareggio vinto contro la Casertana.

Stiamo fronteggiando una delle emergenze sanitarie più grandi delle nostra storia. Che ne pensi?
Ognuno ha una propria visione, alcuni sostengono che sia un virus naturale e altri che sia nato da un laboratorio. Quel che è certo, purtroppo, è che l'Italia ha subito un brutto colpo: essendo un Paese che sfrutta molto il turismo, con questa pandemia, ci sono state varie perdite. Il popolo è stato messo alle strette da questa situazione, fanno molta impressione i numeri, ma ci sapremo risollevare. Piano piano tornerà tutto alla normalità, magari tra un pò di tempo inizieranno a riattivare qualcosa in più in modo graduale.

Credi nell'ipotesi di giocare in estate o secondo te è tutto definitivamente sospeso?
Per me è tutto sospeso ormai. Il calcio adesso passa non in secondo, ma in quinto piano. Stiamo parlando di uno sport, di un divertimento e, seppur dietro ci sia un sacco di business, di fronte a queste situazioni bisogna interrompere tutto, come se fosse un anno a vuoto. Deve essere fermato tutto lo sport, cosi come hanno fatto anche con la Formula 1 e con il Tennis. Personalmente ritenni già sbagliato, per esempio, far giocare Atalanta-Valencia, quella sera la città di Bergamo si spostò a San Siro, si correvano già tanti rischi.

Facendo un salto nel passato, tu sei arrivato a Taranto nel '91, che ricordi hai delle due stagioni in rossoblù?
Belli e brutti, questo per via degli infortuni che ho avuto. Quando arrivai, mi trovai in squadra con giocatori già noti con un passato in categorie importanti. All'inizio entrai in punta di piedi e facevo un pò di fatica dato che venivo da serie minori, fin quando, dopo un periodo di ambientazione, con mister Vitali in panchina, presi il posto da titolare. Il primo anno fu bellissimo, vincemmo anche lo spareggio ad Ascoli contro la Casertana. L'anno dopo, invece, le cose andarono peggio, giocai pochissimo per via degli infortuni. I problemi di pubalgia iniziarono dopo la partita di Coppa Italia contro la Roma e mi costrinsero a star fuori per tanto tempo, rientrai solo nel corso delle ultime partite della stagione. Nel complesso ricordo Taranto in modo positivo, lo stadio era fantastico, i tifosi incredibili e soddisfazioni notevoli. Andai via all'inizio del terzo anno, partimmo per il ritiro ma poi non ci iscrivemmo al campionato e fummo estromessi.

Andando nello specifico, giocasti da titolare lo spareggio del 'Cino e Lillo Del Duca' contro la Casertana. Cosa rammenti di quel match?
Quel giorno c'era un caldo infernale, c'erano tantissimi tifosi del Taranto. Della partita ricordo che la Casertana, qualche settimana prima, ci aveva battuto ed eravamo un pò in apprensione. Avevano giocatori importanti, in particolare Campilongo che era molto forte e dovetti marcarlo io in quanto Brunetti non era disponibile. Me la cavai bene, fu una soddisfazione per me e per la squadra e per come ottenemmo quella salvezza. Una partita cosi è come una finale di Champions League.

Stai avendo modo di seguire il Taranto di oggi?  
Seguo qualcosa perché ho molti amici su Facebook e quindi mi ritrovo a leggere e guardare. Nel campionato di Serie D, come in ogni categoria, non è facile partire, arrivare primo e vincere un campionato, c'è bisogno di gente consapevole e che ne capisce. Non conosco bene la rosa, ma vedendo la squadra in quella posizione mi dispiace. Taranto vanta una delle migliori tifoserie, poche squadre si possono permettere un tifo cosi, merita altri palcoscenici. Sono diversi anni che la società costruisce rose importanti ma, come già detto, non è facile vincere un campionato come la Serie D. Il calcio non è una scienza esatta, ma questa categoria sta stretta.

Attualmente sei ancora nel mondo del calcio?
Sono assolutamente fuori. Ho finito di giocare molto presto, a 30 anni, per via dei problemi al ginocchio di cui soffro ancora oggi. Ho il patentino da allenatore ma non ho mai preso questa strada, mi sarebbe piaciuto fare il talent scout ma, dopo aver subito una pesante operazione, non ho mai avuto questa possibilità. Il calcio è finito nel momento in cui il dottore mi disse che l'operazione avrebbe posto fine alla mia carriera. Ho ancora varie amicizie, tra cui anche miei ex compagni come Enzo, Brunetti, Soncin e Mazzaferro

Un saluto ai nostri lettori
Saluto i vostri lettori e tutta la città di Taranto, dove mi trovai molto bene. Auguro di uscire il prima possibile da questa pandemia e di gettare le basi per un bel campionato, con la speranza di vedere la formazione rossoblù in categorie superiori.

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