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Bennardo: 'Situazione fuori dall'immaginario. A Taranto esperienza fantastica'

Intervista all'ex calciatore rossoblù
   Cosimo Palumbo

31 Marzo 2020 - 11:30

Tempo di lettura: 3 minuti

Oggi noi di Mondorossoblù.it abbiamo intervistato Rosario Bennardo, difensore palermitano che ha vestito la maglia del Taranto dal 2001 al 2005.

L'Italia, a causa di questa pandemia, sta affrontando un periodo complicato sotto più punti di vista. Cosa pensa di questa situazione?

Tutto, compreso il calcio, passa in secondo piano. La priorità è tornare alla vita normale, non era nell'immaginario di nessuno dover vivere cosi in questo momento, siamo nel mezzo di una situazione surreale. Sto anche seguendo la situazione inerente a Taranto, sembra che i contagiati non sono molti, speriamo che nelle zone del Sud non si peggiori.

Come credi che sia stata gestita l'emergenza in ambito sportivo?

Qualcuno sapeva a cosa andavamo incontro, bisognava bloccare tutto prima, compreso le partite. Avremmo magari evitato qualche contagiato.

Pensi che questa stagione sportiva sia ormai archiviata o credi nell'ipotesi di riprendere a giocare in estate?

Sembra che negli ultimi giorni la linea dei contagi si sia abbassata. Nonostante questo, però, la vedo difficile, riprendere tutti i campionati sarà dura; non tutti si stanno allenando e non mantengono la forma, se si dovesse riprendere vedremo campionati diversi da quelli visti prima della sosta.

Dal calcio attuale passiamo agli anni in cui indossavi la maglia rossoblù, che ricordi hai di quell'esperienza?

Ho ricordi bellissimi, il primo anno fu fantastico, peccato solo per quella finale persa contro il Catania. Ho continuato per altri tre anni con alti e bassi, presidenti che andavano e venivano fin quando, purtroppo, un infortunio non mi ha più permesso di continuare e ho dovuto rescindere. Parte della mia famiglia è anche di Taranto, quindi conservo ricordi bellissimi e parlo sempre positivamente di quegli anni.

Stai avendo modo di seguire il Taranto di oggi?
Si, seguo la squadra da quando sono andato via. Ci sono stati allenatori che erano miei compagni di squadra e oggi ci sono Panarelli e Triuzzi. Seguo le vicende costantemente, la Serie D è difficile, se non hai una giusta organizzazione e un progetto serio non è facile uscirne. Pensavo che quest'anno, con l'avvento di Sgrona e Ragno, sarebbe stato quello giusto. Credo che, col senno di poi, se avessero dato un pò più di fiducia a questo duo, qualcosa di positivo si poteva ottenere.

Attualmente hai ancora a che fare con il mondo del calcio o sei totalmente fuori?
Sembrerà strano ma gioco ancora, milito in una squadra di Eccellenza locale. Avevo interrotto qualche anno fa per allenare, ma la passione è troppo forte e ancora non era il momento di fermarsi. Il campionato di Eccellenza è un torneo dove si fa fatica, non è facile affrontare ragazzi di venti anni, ma con dedizione e allenamento ce la fai. Noi siamo una squadra di quartiere qui, quando lo stadio è tutto pieno raccogliamo circa duecento persone; qualche anno fa facemmo uno spareggio ad Andria e ci trovammo uno stadio pieno che contava circa dodicimila persone. Sono campionati duri.

Un saluto ai nostri lettori
Porgo un saluto a tutti i lettori, ai tifosi e alla città. Auguro di uscire il prima possibile da questa pandemia e da questa categoria che sta molto stretta.

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