Redazione MRB.it | |
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La nostra fede è una soltanto, lo sappiamo, ma capita ogni quattro anni di dividersi tra la fine della stagione del Taranto e l’inizio dei mondiali di calcio. Un paio di spunti ci hanno dato il “la” per questo racconto e allora andiamo a riscoprire le emozioni divise tra la maglia rossoblù e quella azzurra della nazionale di calcio. Chi se le ricorda?
Iniziamo questa prima puntata tornando indietro nel tempo: saltiamo l’edizione del 2018 che non ha visto l’Italia partecipare al più grande evento calcistico mondiale e torniamo indietro al 2014.
Il campionato del Taranto è ufficialmente terminato il 18 maggio del 2014 con la sconfitta nel terzo turno playoff ad opera dell’Arezzo; dopo essere arrivati secondi dietro il Matera, i rossoblù passano nuovamente dall’illusione dei playoff. Si parla già della riconferma di Papagni (che in realtà verrà sostituito da Favo) e di ripescaggio, con il presidente Nardoni che in realtà valuta le offerte di vendita di Cerruti e Campitiello. L’Italia di Prandelli si presenta in Brasile puntando su una buona squadra, dove spicca in attacco Mario Balotelli e nell’esordio di Manaus contro l’Inghilterra supera gli avversari proprio con il gol vittoria di SuperMario, dopo che Marchisio e Sturridge avevano aperto le marcature. Tutto fa ben sperare per il prosieguo del torneo, visto che i successivi avversari sono Costa Rica e Uruguay.
Il 20 giugno, giorno di Italia – Costarica, la LND pubblica la graduatoria per i ripescaggi, il Taranto è undicesimo dopo Correggese, Akragas, Matelica, Pomigliano, Borgosesia, Arezzo, Ponte S. Pietro, Foligno, Sacilese e San Cesareo. Nello stesso giorno i fratelli Campitiello confermano l’interesse ad acquistare tutto il pacchetto del Taranto. Nel frattempo l’Italia si complica la vita perdendo incredibilmente contro i modesti centroamericani, che volano a 6 punti nel girone, seguiti dagli azzurri e dall’Uruguay, che hanno battuto i leoni di sua maestà con una doppietta di Suarez.
A Taranto Nardoni è sul punto di salutare: dichiara che la Fondazione Taras gli ha chiesto di lasciare, il trust nega, Campitiello in un comunicato stampa esce allo scoperto e dichiara i propri progetti per Taranto. A Natal, nel frattempo, il 24 giugno, termina l’avventura brasiliana degli azzurri: la “celeste”, imbottita di tanti giocatori che conoscono il campionato italiano (Muslera, Caceres, Cavani, Gargano) rispediscono l’Italia a casa. È un fallimento incredibile per la spedizione azzurra, la maledizione della vittoria del 2006 ha colpito gli azzurri che non riescono, per la seconda volta consecutiva, a superare il turno eliminatorio.
Il mondiale va alla Germania, che in finale batte l’Argentina 1-0 ai supplementari, il replay della finale dell’Olimpico del 1990. Ma i tedeschi si rendono protagonisti di un clamoroso 7-1 rifilato ai padroni di casa del Brasile, che conclude il torneo nel peggiore dei modi. Dall’altra parte dell’Atlantico, nel frattempo, il tira e molla tra Nardoni e Campitiello fa slittare il passaggio di quote che rischia di saltare. Il teatrino si prolunga per tutto il mese di luglio, il 29 Domenico Campitiello diventa nuovo proprietario e presidente del Taranto, un ritardo che farà saltare anche la domanda di ripescaggio.