LND

Coronavirus, Tisci: 'I piccoli club sono a rischio'

Dalla rassegna stampa di oggi
   Redazione MRB.it

25 Marzo 2020 - 11:12

Tempo di lettura: 3 minuti

Il coronavirus è un incubo per tutti. Lo è anche per le società dilettantistiche, abituate a farsi ogni giorno i conti in tasca per andare avanti. Lo è per la base dello sport, oggi letteralmente ferma. Ne abbiamo parlato con Vito Tisci, presidente regionale della LND.

Vito Tisci, questo è un periodo che può lasciare il segno soprattutto nel calcio dilettantistico.
«La ripartenza sarà molto difficile. Dopo la crisi epidemiologica, occorrerà affrontare quella economica. Molte società mi hanno chiamato preoccupate. È uno scenario inquietante, si vive alla giornata».

Sospendere lo sport può comportare anche il rischio che molti club non ricomincino la stagione?
«Il mio primo pensiero è la salute e la sicurezza dei nostri tesserati, per questo sono sempre stato favorevole alla sospensione. Quando tutto sarà finito però dovremo capire come fare. Molti sponsor si stanno tirando indietro, tanti club non sapranno come andare avanti».

Mancano anche gli incassi del botteghino.
«Parliamo di una fonte importante di introiti, spesso generano liquidità vitale per le dispese quotidiane. Non sappiamo nulla di come andranno le cose, se si ricomincerà a maggio, a giugno, a porte chiuse o aperte. Avverto scoramento, oserei dire pessimismo».

Uno degli anelli deboli del calcio dilettantistico sono i calciatori. Anche loro vivono momenti di sfiducia.
«Sono dilettanti, persone con un'attività lavorativa che magari oggi è in discussione. Pure per loro la preoccupazione cresce. Speriamo di ricompattare quanto prima il nostro mondo».

La federazione ha pensato a un aiuto concreto per i club?
«Sicuramente la federazione farà il suo, attivandosi per sostenere le società dilettantistiche. Altrimenti si rischia la fine del nostro movimento. Dobbiamo stare vicini ai club, che svolgono sul territorio un ruolo sportivo, ma anche sociale, affrontando insidie di ogni tipo e togliendo i ragazzi dalla strada».

Lei è presidente del settore giovanile e scolastico. Anche per i più piccoli questo è un problema.
«I ragazzi, oltre a non andare a scuola, non praticano nemmeno meno sport. Per loro è un'assenza pesante e non sanno nemmeno quando potranno riprendere un minimo di attività fisica. Ci stiamo attivando per supportarli, grazie alle nuove tecnologie, con po' di giochi per tenerli impegnati». In generale si sta discutendo anche sul running, l'unica frontiera aperta, anche se con molte limitazioni. «Sono decisioni che il governo ha preso sulla base dell'aumentare dei casi. Bisognava fermare le persone per bloccare il contagio, una scelta dolorosa ma necessaria».

Cosa ne sarà dei campionati?
«Occorre fare i conti con l'evolversi della situazione del virus. Spero si possano completare entro il 30 giugno, ma non si possono azzardare previsioni. Sicuramente andare oltre quella data comporterebbe difficoltà organizzative di ogni tipo».

Intanto anche l'Olimpiade è stata rinviata.
«E questo dà l'idea dell'incubo che stiamo vivendo, il segnale che la pandemia mette tanta paura. Il mondo dello sport ha deciso di rinviare l'Olimpiade, persino l'Olimpiade. È un evento eccezionalissimo».

Fonte: Corriere del Mezzogiorno - Pasquale Caputi

Resta sempre aggiornato!

Invia un messaggio WhatsApp al 380 762 9286 con scritto "Iscrivimi"
Seguici sul nostro canale WhatsApp (Clicca qui)
Seguici su Telegram (https://t.me/MRB_it)


NETWORK

Scroll to Top