Forse nella percezione, il virus è sempre affare di qualcun altro. Fino a quando non tocca direttamente noi. Cambiare le nostre abitudini, rispettare alla lettera le disposizioni ministeriali e regionali per evitare il contagio, avere senso di responsabilità verso se stessi e gli altri. I fatti ci stanno dicendo, purtroppo, il contrario. E allora sentiamo, in un mare di notizie, vere e false, voci di corridoio, di dover fare qualcosa anche noi.

Parliamo da sempre di calcio, di sport, quasi mai di cronaca; abbiamo seguito finora le vicende del COVID-19 quando legate al calcio, allo sport. Perché fondamentalmente siamo specializzati in quel campo: non siamo virologi, scienziati, dottori per dire qualcosa a proposito. Però ci siamo chiesti cosa potevamo fare di più: abbiamo figli, ai quali abbiamo fatto vedere un “simpatico” video fatto da bambini che spiegano perché siamo tutti chiusi in casa; abbiamo genitori anziani, ai quali evitiamo di far scendere di casa; abbiamo parenti e amici nella zona rossa e per loro siamo preoccupati; siamo noi stessi stati colpiti dai provvedimenti, che ci hanno precluso l’attività lavorativa o ce l’hanno condizionata.

Continueremo a parlare di cronaca sportiva, in questi giorni. Ma dopo aver visto le scene della stazione di Milano presa d’assalto di irresponsabili che vogliono scappare dalla zona rossa, beh… non possiamo restare indifferenti. La situazione potrebbe essere potenzialmente più grave di quello che noi percepiamo dalla TV o da dietro uno smartphone.

Cercheremo di informare, sempre con il nostro stile: si alle notizie, alla pubblicità sulle disposizioni governative, si ai consigli degli esperti per affrontare questa emergenza. No alle polemiche, alla cronaca spicciola, allo sciacallaggio mediatico. Speriamo, così, nel nostro piccolo, di poter offrire il servizio per cui un giornale è chiamato a fornire. Siamo tutti sulla stessa barca.