Carlo Esposito | |
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La partita tra Taranto e Bitonto giunge al triplice fischio finale e, seppur i padroni di casa abbiamo sicuramente provato di più nel cercare la vittoria, la gara a cui abbiamo assistito domenica è risultata priva del pathos, proprio di uno scontro al vertice. Un Bitonto scolorito e stonato come la sua tifoseria giunta in curva sud, ha fatto “scopa” con la squadra vista allo Iacovone due settimane fa: il Foggia. In tre domeniche il Taranto ha affrontato la prima e la seconda in classifica tra le mura amiche aumentando rammarico, nervosismo e scoramento per quello che poteva essere ed invece non è mai stato. Due formazioni che di vertice non hanno espresso assolutamente nessun concetto: i dauni hanno dato vita ad una prestazione che col gioco del calcio non ha nulla a che fare, accaparrandosi tutta la posta in palio, in virtù di una tattica di gioco votato esclusivamente alla perdita costante di tempo, con i propri calciatori che si sdraiavano e svenivano al minimo contatto e per tutta la durata della partita; il Bitonto, invece, stecca completamente la partita uscendo dallo Iacovone con un punto in più sulle inseguitrici, ma con una bruttissima figura in forma e sostanza. Se queste sono le capolista del girone H della serie D, qualcuno dovrebbe mordersi i gomiti evitando di uscire di casa.
Ma tranguìlle, tutt’apposte: ci proviamo l’anno prossimo facendo le dovute correzioni agli errori commessi quest’anno.
Tra l’altro - cosa che non vogliamo far passare in secondo piano - allo stadio risultano partecipare pochissimi intimi, a testimonianza di quanto il “lavoro profuso” da questa gestione sia stato gradito da parte della tifoseria che, pur di continuare a vedere 22 calciatori in campo, alla fine dell’incontro, accompagna con un timido applauso la squadra al rientro negli spogliatoi. Ora, fermo restando che ognuno è libero di interpretare la gara secondo i propri canoni e che il Taranto ha messo in campo una prestazione sicuramente più degna e “sudata” rispetto alle ultime uscite, ci viene da chiedere cosa ci si da applaudire di una squadra che alla 25esima partita di campionato, pur pareggiando in casa con la prima in classifica (incredibile dover parlare in questi termini…) si ritrova a 15 punti dalla vetta e a 2 punti dall’ultimo posto in zona Playoff, obiettivo che era diventato, persa la speranza di riagganciare per i capelli la vittoria del campionato già a metà dicembre, il risultato da ottenere nella migliore posizione possibile: vien da pensare che il dilettantismo con cui ormai ci siamo abituati a dover fare i conti (l’anno prossimo disputeremo l’ottavo campionato di serie D dal 2012…), ha indubbiamente appiattito anche il tifoso più esperto ed esigente.
Ma tranguìlle, tutt’apposte: l’importante è che ci sia una partita da guardare.
E nel marasma generale della storia di un campionato che va via in maniera stancante e infinito, l’ennesima colpo di scena (o caduta di stile) lo si apprende poco prima del match quando il fotografo nonché editore della testata Mondorossoblu, si vede negato l’accredito per poter svolgere il suo settimanale lavoro di cronista. Non che Luca Barone abbia bisogno dell’accredito societario per accedere allo stadio, tant’è che prontamente per poter garantire il normale svolgimento della vita redazionale (ed il suo di fotografo) viene acquistato un tagliando di accesso.
Ma tranguìlle, tutt’apposte: di fotografi cronisti ce ne sono eccome, uno in più, uno in meno…
E per finire, nel pomeriggio di ieri si è conclusa l’assemblea dei soci in cui il Sig. Alfonso Salvatore subentra a Massimo Giove nella carica di Amministratore Unico della società, esonerandolo così dalle incombenze pratiche che lo costringevano, in alcune situazioni, a far rientro dai suoi impegni personali per apporre delle firme. Al termine dell’assemblea, a differenza dalle voci più volte circolate in città riguardanti una trattativa di cessione del Club, il Presidente non solo smentisce la vicinanza di qualsiasi cordata, ma spiega per chi non lo avesse capito, che il Taranto comunque non risulta essere in vendita, che il progetto verrà rilanciato apportando i necessari correttivi per non incappare negli errori stagionali e ribadisce che soltanto una stagione “nera ed infausta” come questa vissuta non ha permesso al Taranto di vincere il campionato. Ed in tutto questo, nell’assemblea dei soci, l’aps (Fondazione) Taras ha espresso voto contrario al bilancio 2018-2019, in quanto dopo ripetute richieste formali e private, i documenti non sono stati mostrati per le opportune valutazioni.
Insomma nulla di veramente preoccupante.
Tranquìlle: ste tutt’apposte!!!
Buon Taranto, avanti Taranto