LE VOCI DI MRB.IT

Attenti e concentrati

L'analisi tecnica della gara Taranto - Bitonto
   Luigi Boccadamo

25 Febbraio 2020 - 10:27

Tempo di lettura: 3 minuti

Le premesse per la gara non erano delle migliori, si veniva da un periodo difficilissimo con una serie di risultati negativi e soprattutto di prestazioni inspiegabili per l’organico del Taranto, a questo bisognava aggiungere una serie di assenze per lo più concentrate nel reparto difensivo. Ma come spesso accade in queste circostanze si concretizza il contrario di ciò che sembrerebbe scontato accadesse e quindi ne vien fuori una buona prestazione della squadra sulla carta sfavorita.A fine gara i commenti degli addetti convergono all’unisono sul fatto che ai punti, avrebbe meritato il Taranto di portare a casa l’intera posta in palio, prova di ciò si ha dalle parole del Tecnico del Bitonto che sottolinea l’importanza di questo pareggio per i suoi qui a Taranto.

Pronti via, il Taranto si è disposto con un atteggiamento tattico che potesse coprire quanto più possibile il campo, ha accorciato le distanze soprattutto tra i reparti di centrocampo e difesa, in modo da sostenere con buoni raddoppi gli eventuali varchi che si sarebbero potuti creare, vista anche la collocazione di giocatori come Matute fuori ruolo. In maniera intelligente la squadra si è mantenuta più bassa, o meglio, ha evitato di pressare alto, concentrandosi con gli undici nella fase centrale del campo. Sin dall’inizio i giocatori sono parsi concentrati ed attenti a non concedere spazi, ed hanno indirizzato i ritmi di gioco costringendo il Bitonto a giocare sotto ritmo e concedendo agli ospiti, solo giocate con palla lunga a cercare le due punte che di fatto non l’hanno quasi mai vista.

Ovviamente come avviene molto spesso la squadra che inizia la partita con difficoltà di uomini, indirizzata la gara sui propri binari, con il passare dei minuti acquisisce consapevolezza e sicurezza ed inizia ad alzare il ritmo ed il proprio baricentro. Questo è quello che abbiamo visto domenica, dopo un primo tempo di attesa ed attenzione, il secondo è stato un crescendo del Taranto che sempre manovrando con la palla a terra (a differenza del Bitonto che non ha mai prodotto una trama di gioco degna di questo nome) e sfruttando degli spunti individuali, quelle di Guaita su tutti, ha creato diverse situazioni importanti che solo per sfortuna non si sono trasformate in goal.

Ricordo ancora le parole di un mio vecchio mister che spesso ci ripeteva “ragazzi le partite le vince chi arriva primo sul pallone”. Ovviamente non basta questo in realtà per vincere, tuttavia il buono di questo concetto lo si trova nel fatto che se arrivi prima sulla palla vorrà dire che hai più voglia e più gamba dell’avversario e questo molte volte può fare la differenza. Il Taranto visto domenica è apparsa una squadra con voglia, gamba e motivazione giusta. Possiamo anche dire che è sembrata una squadra che ha ritrovato il gusto di giocare evitando di buttare la palla come avevamo visto nelle ultime precedenti, favorendo invece la trama e le verticalizzazioni con palla a terra.

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