Luigi Boccadamo | |
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Dopo la buona prestazione della scorsa domenica, dove tutti avevano sottolineato l’intelligenza tattica adottata nell’arco della gara e la corretta tempistica, oltre che l’ottima lettura nella gestione dei cambi da parte di mister Panarelli. Durante la settimana da più parti si era letto una sorta di incitamento a non sbagliare questo confronto con il Foggia, per poter avere un riscatto per una stagione nata male e proseguita peggio.
Probabilmente la troppa voglia di fare bene o il tentativo di cogliere di sorpresa l’avversario avrà indotto il tecnico tarantino a modificare per l’ennesima volta l’undici iniziale che si è dimostrato poi non adeguato alla prestazione. Infatti, pronti via, un meccanismo non automatizzato ha creato quella fase iniziale della partita di naturale assestamento; peccato però che di fronte vi era una formazione che fa dell’aggressività e della fame agonistica le proprie migliori caratteristiche. Nei primi minuti infatti, il Foggia ha pressato su ogni palla con raddoppi a tutto campo, non dando possibilità al Taranto di giocare; inoltre in quelle occasioni in cui i dauni non avevano recupero palla, assestavano delle randellate scientifiche ai giocatori tarantini, facendo capire subito come sarebbe andata la partita.
Questa pressione iniziale induceva all’errore il Taranto: infatti, andando a riguardare l’azione del primo goal, possiamo vedere una serie di errori individuali indotti un po’ dalla famelica aggressività dei giocatori del Foggia ed un po’ dalla mancanza di automatismi. Sul lancio lungo sulla fascia desta del Foggia, Stefano Manzo pur essendo in vantaggio sulla palla ha finito per orientare il controllo verso l’interno nella speranza che Luigi Manzo gli desse sostegno per un eventuale scarico, ed invece quest’ultimo piuttosto che assicurare un sostegno e copertura come scolasticamente si fa in questi casi (la cosa avrebbe garantito un scarico facile ed una possibilità di giocata fronte al gioco che avrebbe vanificato la pressione del giocatore foggiano) ha corso parallelamente alla linea della palla andando in contro a S. Manzo e costringendolo poi a portarsi la palla verso la linea del fallo laterale finendo quindi col procurare il fallo laterale a favore del Foggia. Conseguentemente dagli sviluppi dello stesso fallo laterale sempre Luigi Manzo pur prendendo la palla di testa piuttosto che respingerla verso la parte esterna dell’area, come si fa in queste situazioni, ha respinto in alto e centralmente, da qui i conseguenti rimbalzi al limite dell’area dove si è evidenziata nuovamente la grinta degli avversari, i quali hanno vinto le contese nella gestione della palla e riuscivano a passare in vantaggio. Da quel momento la partita è stata indirizzata sul binario congeniale per il Foggia, una squadra abituata a vincere le partite con il minimo scarto adottando un strategia di gara fatta di continue interruzioni e provocazioni.
Il resto della partita è stato noioso e a tratti irritante, con un Foggia che sistematicamente interrompeva il gioco e di contro un Taranto che anche in 11 contro 10 continuava a giocare palla alta, senza mai ricercare la giocata organizzata per cercare di sfruttare la superiorità numerica.
Sarebbe stato interessantissimo capire in conferenza stampa le ragioni tecnico-tattiche che hanno indotto il mister Panarelli allo schieramento iniziale, per comprendere meglio come mai avesse scelto ad esempio di far esordire dal primo minuto Vantaggiato piuttosto che far giocare un più esperto Oggiano, od anche Pelliccia che per caratteristiche potrebbe essere uno dei più adatti al ruolo di esterno. O ancora la scelta di mettere Cuccurullo sull’esterno quando ormai da tante partite si è visto che, per caratteristiche, fa bene molto meglio in mezzo al campo. Purtroppo tutto questo rimarrà ancora una volta nella sfera delle curiosità di tutti noi tifosi che possiamo limitarci a disquisire ed ipotizzare stile bar dello sport.