LE VOCI DI MRB.IT

Siamo solo per pochi

Dalla rubrica 'Il colombo osservatore' di Carlo Esposito
   Carlo Esposito

22 Gennaio 2020 - 10:15

Tempo di lettura: 3 minuti

Della domenica appena trascorsa in salento, nella quale un impavido Nardò riesce a strappare un punto ad un Taranto che non sa più imporsi, è già stato raccontato tutto. E onestamente, sarebbe difficile aspettarsi una disamina che non faccia i conti con una “struttura” in cerca motivazionale che, pur volendo guardare con ottimismo e lungimiranza, stenta a trovarsi.

La possibilità di inserire giovani di prospettiva?

La necessità di far rifiatare qualcuno per recuperarne fisico e mente?

L’intenzione di avvicendare chi ha inciso poco in prestazioni e gruppo?

La volontà di operare già per la prossima stagione?

Tante, troppe le domande che, pur avendo l’abbuono di un forzato anticipo, veleggiano minacciose nel cuore dei naufraghi tifosi rossoblu che, delusi dall’ormai consueto campionato da attore non protagonista, sperano anche loro di trovare un senso a questa seconda parte di campionato che, a tutt’oggi, ha veramente poco da raccontare. Brancolanti nel buoi di un tunnel dal quale non sembra prospettarsi la fine, la curiosità di contare il numero di tagliandi da strappare contro il Grumentum Val d’Agri sarà la prima cartina tornasole del disastroso periodo appena trascorso che ha portato i fruitori dello stadio Iacovone, ad assottigliarsi sempre più rendendo una passione popolare ad appuntamento per pochi, pochissimi intimi: questo risultato è la conseguenza di tutti i componenti principali. E se domenica lo stadio sarà desolatamente vacante, se questo avverrà, sarà l’ennesima controprova della maturità di un popolo la cui attenzione è sempre più decisamente rivolta verso le problematiche cittadine, piuttosto che nei confronti di uno sport in cui la città non si identifica più, dal quale non è più rappresentato.

Altresì, sarà curiosamente interessante contare gli spettatori totali che avranno voglia di sfidare la pazienza dei propri sentimenti recandosi “abbonamento a scatola chiusa” in un freddo complesso sportivo, non certo per la sola temperatura climatica.
  
Personalmente, saranno queste le osservazioni che “liberamente”, metterò in agenda per la prossima settimana.

E proprio perché “magari” voce libera, mi preme sottolineare un semplice concetto sulla libertà di pensiero e discussione, per cui impedire l’espressione di una opinione significa derubare la razza umana e procurare un danno a coloro che proprio dall’opinione dissentono, ancor più di chi la condivide. Per cui, quando le opinioni contrastanti contengono entrambe una parte di verità, l’opinione dissidente è necessaria per integrare quella più generalmente accettata, con ciò che le manca.

Essere certi della falsità di una opinione senza ascoltarla, significa presupporre che la propria certezza è quella assoluta.

Il reale vantaggio della verità è che quando un’opinione è vera, pur cercando di soffocarla, riapparirà in circostanze che le permetteranno di sfuggire alla persecuzione. A sua volta, quando la verità assume i connotati del sopravvento e diviene opinione generale, arresta il suo progresso. La gente finirà per ereditarla ma non la adotterà, quando una opinione non lotta più per sopravvivere ma è semplicemente ricevuta passivamente, la si accetta sulla fiducia, esonerandosi dalla sperimentazione personale.

Esiste poi il diritto ad esortare, approvare o disapprovare rispetto al comportamento della persona, ma non costringendola a fare ciò che è per noi, il suo bene.

Sulla propria mente, su se stesso, sul proprio fisico, l’individuo è sovrano.

Lo so : è un concetto per pochi ma non per tutti!

Buon Taranto, Avanti Taranto

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