Foto Roberto Orlando
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Roberto Orlando | |
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Diventa limitante e forse ormai superfluo analizzare quello che è andato e non andato a Nardò. La squadra ha semplicemente continuato a mostrare limiti che non sono più soltanto tecnici ma soprattutto motivazionali. La fine dei sogni di gloria ha forse scaricato la squadra, che adesso, come dice mister Panarelli, ha l’obbligo di onorare gli impegni e la maglia. Un dovere morale quindi, di certo non meno importante.
“La crisi è la più grande benedizione per le persone” diceva Einstein, “è nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato” e probabilmente c’è da dargli ragione. Ma soprattutto occorrerebbe anche seguire questo consiglio. Lo stesso presidente Giove, quando ha dichiarato che la stagione era ormai compromessa, ha già iniziato il processo di analisi sull’operato di tutte le componenti della società, da quella dirigenziale a quella tecnica.
Dopo aver assicurato che il timone è saldamente nelle sue mani, Giove ha una nuova opportunità per operare delle scelte che possano cambiare l’attuale percorso dei rossoblù. Tolta la stagione della ri-fondazione nel 2012, quando l’obbiettivo dichiarato era quello della salvezza (campionato chiuso comunque al settimo posto), il Taranto ha ottenuto tre secondi posti e, sotto la gestione Giove, un quarto e un terzo posto. Il Taranto necessita quindi di una svolta forte, decisa, ma soprattutto definitiva.
Definitiva significa non solo porsi nuovamente l’obbiettivo massimo, quello della promozione, senza se e senza ma. In estate l’allenatore c’era, la squadra anche, qualcosa (forse più di qualcosa) non ha funzionato. Ecco, indagare in quel “qualcosa”, dentro e fuori dal campo, attrezzarsi con criterio per la nuova stagione, riconquistare la piazza con i fatti. Difficile ma non impossibile, tutto dipende da Giove.