foto Luca Barone
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Michele Dentico | |
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Il caso volle che proprio in occasione della partita tra Taranto e Nocerina del 7 dicembre scorso fossimo in gradinata, in zona Supporters e GT, con la curiosità di partecipare alla pratica di tifo di questo nuovo soggetto ultras – era un piccolo tassello che mi mancava, poiché di consueto seguo la partita dai gradoni della curva. In aggiunta avevo provato “l'ebrezza” di comprare il biglietto al botteghino: quella che fino agli 00 era prassi di questi tempi ha tutto il carattere della novità. Si è creata anche un po' di fila, non tanto per l'affluenza – quella domenica davvero scarna – quanto per le lungaggini dovute alla necessità di presentare un documento per l'acquisto del biglietto (foto 1).
Non andavo in gradinata da un bel po' ed era la prima volta che potevo toccare i seggiolini (foto 2 e 3); mi hanno fatto una buona impressione. Sono abbastanza scomodi e stretti per incentivare i tifosi a scomporsi (tradotto: a tifare in modo partecipato), anche se questa non è un'equazione. Andando al Dall'Ara di Bologna nei distinti mi sono accorto come i seggiolini fossero di una scomodità unica, attaccati l'un l'altro in modo cervellotico; pensai così che questo avrebbe incentivato il pubblico che occupava quei gradoni ad una partecipazione sopra la media, ipotesi assolutamente invalidata: il pubblico felsineo dei distinti è invece fin troppo tenue, mentre lo zoccolo duro della gradinata dello Iacovone si conferma – checché se ne dica – non esattamente dolce di sale.
Torniamo al match: l'atmosfera era dismessa, si veniva dalla penosa sconfitta in quel di Fasano che era stata preceduta dal mazziatone interno con il Gravina.
I tifosi nocerini entrarono a partita ampiamente iniziata, intorno alla metà del secondo tempo, un episodio che faceva molto “anni zero”, quando le trasferte non erano vietate e le tifoserie ospiti, comprensivi di tutti i gruppi ultras, erano passate al setaccio da perquisizioni che neanche negli aeroporti. La curva e la “zona Supporters”, entrambi in aperta contestazione, che fino all'ingresso nel settore ospiti dei nocerini aveva alternato momenti di silenzio a qualche coro di contestazione nei confronti della squadra e della società – oltre ad esporre uno striscione per ricordare Arnaldo ed Emanuele, due ultras tarantini scomparsi qualche anno fa, e un altro “e ora...portateci in champions”, indirizzato ironicamente a squadra e società in virtù dell'annaata sportivamente fallimentare –, hanno un sussulto. La presenza del nutrito gruppo di nocerini (in foto 4, il loro ingresso allo Iacovone con tanto di “benvenuto”; in foto 5, un apposito striscione della Curva) non passa inosservata – in passato lo sarebbe stata meno, ma questo è segno dei tempi –, sia per la presenza relativamente nutrita che per l'astio e l'ostilità sedimentata nel tempo, senza dimenticare il loro “peso” nella storia ultras passata e recente. Le argomentazioni sono in questo senso diverse e ne citiamo giusto un paio, uno più recente e un altro salito alla ribalta nazionale. Il primo riguarda gli scontri in occasione della partita di andata di questa stagione contro il Foggia – tifoseria di spessore nel panorama ultras –, di cui giravano alcuni video: risultato, una quindicina di Daspo.
Per quanto riguarda l'altro, sicuramente più eclatante, ricordiamo brevemente i tratti salienti e le criticità. La Nocerina poco più di 6 anni fa è stata radiata per i fatti occorsi il 10 novembre 2013 in occasione del derby allo stadio Arechi di Salerno valevole per la Lega Pro. Il fatto scatenante fu il divieto da parte del CASMS (Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive) alla vendita ai residenti del comune di Nocera e, anche se già all'epoca queste disposizioni avevano già perso il carattere di novità, il fatto destò un certo stupore in quanto la tifoseria molossa fu una delle prime in Italia ad aderire in massa all'esperimento della Tessera del Tifoso, proprio per evitare di incorrere in divieti di questo tipo, non senza attirarsi le critiche da buona parte dei soggetti ultras della penisola. Proprio per questo fu una scelta non facile nell'ambito del contesto ultras, improntata alla legittimazione di un dispositivo repressivo in cambio della libertà di viaggiare in trasferta. Come spiegavamo in Sul tifare il Taranto, quegli anni furono "un periodo particolarmente turbolento, in quanto In risposta a queste normative, i gruppi ultras italiani hanno messo in pratica diversi orientamenti strategici che ne hanno ridisegnato geografie, valorizzazioni, identità e modificato anche lo scacchiere delle alleanze e delle inimicizie in modo trasversale, frammentando le composizioni anche al loro interno. Accorgimenti, accomodamenti, aggiramenti, rifiuto, accettazione parziale o incondizionata alle nuove norme sono state oggetto di una valorizzazione difforme che ha coinvolto tutto il panorama ultras della penisola. Molti gruppi si sono sciolti, altri ne hanno preso il posto; alcuni hanno rinunciato, altri li hanno accettati e legittimati. L’introduzione dell’obbligo di sottoscrizione alla Tdt al fine di sottoscrivere un abbonamento o acquistare un biglietto per il settore ospiti ha determinato l’assenza per diversi anni in tantissimi stadi italiani di tifoserie ospiti, ostili a queste condizioni di fruizione. Se da una parte ci sono tifoserie che hanno accettato in modo pressoché totale l’adeguazione a queste norme, risposte differenti hanno determinato diverse fratture in seno a molte tifoserie italiane" (StiT, p. 92-3).
Detto altrimenti le comunità tifose dovettero scontrarsi con queste disposizioni, non senza conseguenze interne, mentre quella nocerina fu una delle prime a “omologarsi”; il ritrovarsi poi con un pugno di mosche in mano in una partita così sentita fece scaturire una serie di eventi tra cui una serie di pesanti minacce che portarono i calciatori della società sportiva della Nocerina a “fingere infortuni” e a ritrovarsi in campo senza il numero legale per continuare il match (il minimo, da regolamento, è 7) che venne sospeso. Dopo questi fatti vennero aperte delle inchieste che “facevano le pulci” anche alla società Nocerina, poiché spuntarono una serie di fatture false e pagamenti a nero che designavano attività di associazione a delinquere dell'allora proprietario della squadra. Vennero dunque disposti, oltre a una ventina di Daspo per una frangia della tifoseria, la radiazione per illecito sportivo della Nocerina che, dopo varie peripezie, ripartì dall'Eccellenza.
Le disposizioni messe in atto dalla Questura di Taranto in questi giorni non sono dunque una novità per la tifoseria nocerina. Per commentare l'accaduto proseguiamo con la metodologia che StiT si è promesso di adottare, ossia far riferimento esclusivamente a ciò che è contemporaneamente 1) pubblico, cioè che circola nella cultura ed è raggiungibile da tutti e 2) visibile a tutti, in contingenza, specificatamente ai fruitori degli stadi. Lo spazio di azione della nostra analisi farà dunque riferimento 1) a due articoli che riportano altrettante versioni della nota stampa della Questura di Taranto e 2) a ciò che abbiamo potuto osservare durante il match del 7 dicembre. In riferimento al primo elemento, abbiamo due versioni dei fatti. La prima è quella più diffusa sui siti di informazione sportiva tarantina, come Blunote e Mondorossblù, dove si spiega i provvedimenti di Daspo nei confronti di 66 tifosi nocerini sarebbero stati emessi in seguito a 1) “perquisizioni effettuate dagli agenti della questura tarantina, da cui furono ritrovati oggetti contundenti e atti all’offesa” e 2) ai “comportamenti, giudicati aggressivi, messi in atto dai supporter rossoneri in occasione della gara Taranto-Nocerina del 7 dicembre”. Ammesso che i fatti riportati dalla Questura corrispondano alla realtà dei fatti, considerando che non ci è dato sapere né il quantitativo né la tipologia degli oggetti pericolosi ritrovati in seguito alle perquisizioni, ci sembra difficile che ben 66 soggetti ne fossero in possesso. La seconda versione è quella pubblicata sul sito campano ottopagine.it, rilanciato dalla pagina facebook Casual People, che si occupa di faccende di tifo e vanta circa 130mila utenti. La prima differenza è che secondo questa testata il numero di Daspo sale a 67, ma il discorso si fa più dettagliato: “poiché gli agenti della polizia di Stato li avevano trovati a bordo del pullman su cui viaggiavano con bombe carta, botti di vario genere ed altri oggetti pericolosi. “, mentre rimane invariato il passaggio sui “comportamenti ritenuti aggressivi”. Volendo ridurre il tutto al mero piano giuridico, accusare un intero pullman del possesso di certi oggetti apparirebbe infondato in qualunque aula di tribunale, ma la cosa più curiosa è che i nocerini sono arrivati a Taranto con diversi mezzi e non con un solo grande pullman, il ché lascia dubbi sulla credibilità di questa ricostruzione.
Tornando invece a ciò che abbiamo potuto osservare sugli spalti durante la gara – nella posizione privilegiata, per quanto riguarda l'osservazione, della “zona Supporters” in gradinata, proprio nei pressi del settore ospiti – se il tratto di aggressività si riferisce ai comportamenti tenuti dai tifosi nocerini all'interno dello stadio, ci sembra piuttosto che appartengono al novero dell'ostilità e qualora fossero stati aggressivi questo tratto è rimasto totalmente confinato alla sfera del simbolico (che hanno permesso ad entrambe le tifoserie di "scaldarsi" e conferire senso ad una partita – ad un incontro – dallo spettacolo da considerarsi davvero scarno). Lo stesso varrebbe anche per quel che accaduto al di fuori dello stadio, poiché non ci sono notizie di feriti o anche solo contusi né tra i tifosi né tra le fdo. Possibile che la Questura abbia preso un abbaglio del genere? Al netto del fatto che, con le nuove disposizioni del Decreto Sicurezza, presentarsi in trasferta con oggetti contundenti o potenzialmente offensivi (anche se non ci è dato sapere con certezza quali siano) non sia proprio la scelta più furba, rispetto a ciò che è pubblico e ciò che è stato possibile osservare, la misura appare decisamente sproporzionata.
Probabilmente 66, o 67, è il numero che probabilmente verrà usato da certi dirigenti per fregiarsi ai piani più alti del proprio operato. La pretestuosità di questi provvedimenti – come quello che colpiva un tifoso reo di accendere una torcia in curva nord, di cui abbiamo parlato qui https://www.facebook.com/sultifareiltaranto/posts/127686665247978 – emerge soprattutto se viene contestualizzata nel tessuto urbano in cui accadono, dove si sono verificate a cavallo tra il vecchio e nuovo anno, nel giro di pochi giorni, due bombe con chiaro intento intimidatorio di stampo mafioso verso altrettanti esercizi commerciali: lungi da qualsiasi benaltrismo, questi eventi rientrano in un tipo di normalità accettabile per le istituzioni, o molto più probabilmente i risultati sono per le istituzioni molto più difficili da raggiungere rispetto ad una pioggia di Daspo verso qualche Ultras già inviso alle forze di pubblica sicurezza. Le dimensioni di questo provvedimento, alla luce di quanto è in possesso dell'opinione pubblica, risulta quindi, per usare un eufemismo, tanto pretestuose quanto ingiustificate e sproporzionate. Insomma, detto altrimenti nuova serie di sbatti il mostro in prima pagina è bella che servita.