Intervenuto quale ospite nella trasmissione Studio100 Sport Magazine, il capitano del Taranto Stefano D'Agostino ha condiviso le idee e la mentalità sua e della squadra sull'attuale momento dei rossoblù. La gara di Brindisi, le difficoltà dopo le tante sconfitte, il rapporto con i tifosi e con la città, tanti i temi toccati da D'Agostino.
Ecco alcuni passaggi dei suoi interventi:
"Nelle ultime partite non so cosa è cambiato, per vari motivi ci siamo messi nelle condizioni per cui ogni partita è da dentro o fuori. Dopo tante sconfitte, vincere ad Andria e a Brindisi ha fatto vedere che il gruppo c’è, è unito e darà battaglia fino all’ultimo. Abbiamo cambiato DS: De Santis è una persona di polso, ha capito subito quello che non andava, sono situazioni di campo che sono state forse ingigantite perché quando sei nato per vincere e i risultati non ti danno ragione vengono fuori le voci. Il presidente ha messo tutte le sue forze per fare questa squadra, poi a Taranto quando le cose non vanno le critiche sono tante".
Sulle troppe sconfitte casalinghe: "Cosa non è andato? I risultati, quando perdi troppe partite non ci sono scuse, anche quando sono reali. è l’orgoglio personale che ti fa reagire e penso che sia subentrato adesso. Da quando sono a Taranto abbiamo perso troppe gare in casa, in questi casi bisogna davvero dare di più. Bisogna avere continuità e portare le partite dalla propria parte, con il nuovo anno ci porremo degli obiettivi importanti sperando che la gente tornerà a seguirci".
Il pensiero e il rapporto con i tifosi: "la mia esperienza di Taranto mi fa dire che loro ci tengono alla maglia. Quando si arriva qui i tifosi chiedono di vincere proprio per la maglia. Io prendo sempre il buono delle persone, quando ci sono difficoltà i tifosi ti possono portare alla vittoria. I momenti negativi ci sono e vanno accettati perché vengono fuori per amore. è una piazza molto particolare. Anche a noi girano le scatole quando le cose non vanno e durante la settimana lavoriamo tanto".
"Quanto ci crediamo nella rimonta? Io non sto qui a dire che la gente deve crederci, siamo noi a dover trasmettere la nostra voglia di crederci. Siamo giocatori venuti qui per questo obiettivo. Io particolarmente sono felice di essere qui: la mia famiglia vive bene a Taranto, mio figlio si sente tarantino, anche se ho avuto proposte e qualche soldo in più, preferisco restare qui".