TARANTO FC

Maiellaro: 'Taranto è il posto ideale per giocare a calcio'

Intervista esclusiva all'ex centrocampista rossoblù
   Angelica Grippa

28 Dicembre 2019 - 08:00

Tempo di lettura: 3 minuti

Oggi ospitiamo ai microfoni di MondoRossoBlù.it, un ex di lusso, Pietro Maiellaro. Il centrocampista è rimasto nel cuore dei tifosi del taranto.

Parliamo del suo arrivo nella citta jonica: da dove proveniva e perché scelse questa squadra?
Se devo proprio essere sincero, non so perchè scelsi questa piazza, arrivavo dal Palermo nella sessione di mercato di dicembre. Il Taranto doveva lottare per vincere il campionato, mentre il Palermo aveva bisogno di soldi, e si fece questa trattativa. Se ne parlava da giugno-luglio che Tommy Rosati mi avrebbe portato a Taranto.

Come fu il primo impatto con l'ambiente tarantino?
All'inizio non fu dei più felici, fu difficile andar via dal palermo perchè mi trovavo molto bene e non volevo andar via. All'inizio non avevo tanta serenità, dovevo ricominciare tutto da capo, non era semplice. Mi ricordo che entrai in un ristorante dove il proprietario mi chiese se fossi il nuovo calciatore del Taranto e io risposi no, sono il nuovo magazziniere di questa squadra.

Un breve resoconto della sua esperienza in maglia rossoblù...
Ho giocato nel Taranto un paio di stagioni, dei campionati davvero splendidi, dopo l'adattamento fu un'esperienza straordinaria. Due anni fantastici, sono stato davvero bene è il posto ideale per giocare a calcio, mi facevano sentire davvero importante. Una pagina magnifica della mia carriera calcistica per tutto, uno degli ambienti dove giocare a calcio significa capire cos'è il calcio.

Tra i gol che ricordano i tifosi quello che segnò al portiere del Messina da centrocampo, cosa ricorda?
Si ricordo bene, fu un match  tra due squadre al vertice, vincemmo 2 a 1. Una giornata splendida, segnai un gol molto bello da centrocampo. A metà campo intercettai un passaggio in orizzontale poi vinsi un contrasto, poi dai 30 metri feci un pallonetto in velocità, una grande rete.

Il gol contro il Lecce su punizione dell'1-0...
Un altro ricordo straordinario, venivamo da una sconfitta interna immeritata col Brescia non fecero un solo tiro in porta e vinsero la partita. Poi quel giorno sbancammo Lecce e facemmo un 13 importante sulla schedina, che ci davano per vincenti 

Taranto-Genoa 3 -0, una vittoria che permise al Taranto di arrivare agli spareggi, cosa ricorda?
Un altra partita che ricordo bene, giocammo su un campo neutro a Lecce. Ricordo bene tutta la gente che venne fuori dall'albergo ad incitarci di uscire, il direttore ci chiese di affacciarci altrimenti avrebbero fatto invasione in albergo. C'erano forse 10.000 persone.

Che ruolo ricoprì in campo nel Taranto, e quali erano le sue caratteristiche?
In alcune partite giocavo anche da seconda punta, ma il mio ruolo era la mezz'ala il trequartista, la mezza punta. Mi piaceva giocare dalla metà campo in su, un trequartista di fantasia.

Perchè lasciò Taranto?
Successe la stessa cosa di Palermo, il Taranto necessitava di soldi e lasciai questa squadra. Io ero l'uomo mercato di quel periodo, e mi hanno venduto al miglior offerente.

Ma i tifosi non presero bene il suo trasferimento al Bari?
Hanno messo tanto tempo a perdonarmi, ma alla fine si sono ricreduti e hanno capito che il Taranto aveva bisogna di soldi in quel periodo e non fu sicuramente una scelta mia.

Segue ancora il Taranto oggi?
Si sempre e sono molto dispiaciuto per la situazione che vive, vivono tranquilli per qualche mese poi ripiombano nell'incubo. Bisogna dare continuità nel progetto, bisogna essere fiduciosi e fare contestazione alla fine se le cose non vanno bene. E' una piazza importante e non è semplice gestire la pressione per i suoi calciatori.

Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, è rimasto legato al mondo del calcio?
Ho preso il patentino da allenatore, ho allenato nei dilettanti, nel settore giovanile del Foggia, quasi 4 anni nella primavera del Bari. Per circa 10 anni ho allenato, adesso faccio l'opinionista in televisione qualche volta.

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