CALCIO

Non solo Lazio: a trionfare nella Supercoppa sono anche le donne

Circa 5000 tifose arabe sugli spalti ad assistere alla finale, un grande traguardo
   Maria D'Urso

23 Dicembre 2019 - 16:39

Tempo di lettura: 3 minuti

Un’aquila a Riad ha spiccato il volo e ha vinto.

Ma tutti sanno che la vera vittoria si è colorata di rosa, perché le donne sono state le vere protagoniste in questa trentaduesima edizione della Supercoppa Italiana.

Finalmente, per la prima volta, le donne arabe hanno avuto il libero accesso a tutti i settori dello stadio, che ha registrato circa cinquemila spettatrici su ventitremila totali.

Si tratta di numeri importanti, di cambiamenti visibili, suggellati sui volti di queste guerriere. Sono orgogliose e soddisfatte per la loro ulteriore vittoria, personale, sono forti e sanno che non bisogna arrendersi nella lotta a favore della legalità. E stavolta, è stato il calcio ad averle aiutate. Quei sorrisi fieri, coraggiosi, fotografati sugli spalti sono la testimonianza tangibile che qualcosa nella società orientale si sta evolvendo.

Ma fra l’Hijab, che le nasconde un po’ e lo smartphone che stringono fra le mani, c’è un abisso di differenza, di tempo. Fra il passato e il futuro ci sono solo loro, ad attendere l’ingresso della loro eroina, la donna araba che ha alzato fieramente, la coppa, la loro coppa, in alto nel cielo.

Un gesto simbolico a favore delle donne arabe, che in questo 2019 si sono fatte sentire e non hanno intenzione di mollare.

La scelta di quest’anno di puntare nuovamente sull’Arabia Saudita ha suscitato grosse polemiche a partire dai vertici italiani, negli ultimi mesi, perché già nel 2018 le tifose che hanno assistito alla Supercoppa a Gedda, sono state oggetto di polemica. Lo scorso anno, il pubblico femminile ha avuto accesso solo ad alcuni settori dello stadio, rigorosamente accompagnate dagli uomini. Una modalità che ha creato un forte disappunto in Occidente e l’imbarazzo della Lega Serie A. Dopo vari mesi di clamore, di tweet di sdegno contro la Lega Calcio, che è stata invitata a reagire, il presidente Gaetano Miccichè ha replicato con una lettera ai “tifosi” sulle nuove intenzioni e gli accordi con le altre nazioni.

"L'Arabia Saudita da molto tempo non concedeva visti turistici: il calcio ha sorpassato anche questi vincoli, e chi vorrà potrà venire dall'estero a vedere il match grazie a un permesso legato al biglietto della partita. – recita un estratto della lettera - Ogni cambiamento richiede tempo, pazienza e volontà di confronto con mondi distanti. Fino allo scorso anno le donne non potevano assistere ad alcun evento sportivo, da pochi mesi hanno accesso ad ampi settori dello stadio, che hanno iniziato a frequentare con entusiasmo, e noi stiamo lavorando per far sì che nelle prossime edizioni che giocheremo in quel Paese possano accedere in tutti i posti dello stadio. E voglio precisare che le donne potranno entrare da sole alla partita senza nessun accompagnatore uomo, come scritto erroneamente da chi vuole strumentalizzare il tema: la nostra Supercoppa sarà ricordata dalla storia come la prima competizione ufficiale internazionale a cui le donne saudite potranno assistere dal vivo".

Il 2019 è stato un anno memorabile per i successi ottenuti dalle donne arabe per l’acquisizione di alcuni diritti, fondamentali, come l’abolizione della segregazione obbligatoria nei locali pubblici e la guida delle automobili. È stato un anno che ha segnato il trionfo della civiltà e della legalità, in una società che vuole uscire dai rigidi schemi culturali. In un’era in cui il calcio non ha più barriere, c’è da riflettere molto, sul perché le tifose che vanno allo stadio “facciano notizia”.

Per un attimo, mettiamo da parte la prestigiosa performance della Lazio, i gol di Luis Alberto, Lulic e Cataldi e concentriamoci sul vero protagonista. Il cambiamento.

Fonte: La Repubblica (dichiarazioni)

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