LE VOCI DI MRB.IT

Precetto natalizio

L'analisi tecnica della gara Fidelis Andria-Taranto
   Luigi Boccadamo

23 Dicembre 2019 - 15:40

Tempo di lettura: 2 minuti

La gara vedeva di fronte due tra le squadre più deluse di questo girone d'andata: da una parte la favorita del Girone H, il Taranto, che cerca con le ultime speranze di rimanere in corsa per la seconda parte del campionato, dall'altra la Fidelis Andria, partita tra le favorite, e in piena confusione tecnico-tattica, un alternarsi sulla panchina che ha riportato in sella nella settimana Favarin. Acquisite queste premesse ci si aspettava, soprattutto da parte dell'Andria, una partita con il coltello tra i denti, come si conviene a una squadra che gioca in casa e combatte per uscire dalle sabbie mobili della retrocessione. Invece la partita ci racconta tutt'altro, o meglio, un Taranto che la risolve sulla giocata di un singolo, grazie alla tecnica della quale dispongono tutti gli avanti schierati in campo.

L'intera gara è apparsa per intensità un precetto natalizio, blanda e accesa quasi esclusivamente da ripartenze, dopo riconquista palla, su errori di avversari. Sintomatico il fatto che l'Andria, tra primo e secondo tempo, abbia tirato in porta forse una o due volte, e si sia limitata a sfruttare, nel secondo tempo, diverse palle perse del Taranto in uscita, riuscendo però solo ad effettuare qualche cross senza mai impensierire la retroguardia ionica. Il Taranto invece ha iniziato provando a fraseggiare, poi, dopo una decina di minuti del primo tempo, ha iniziato a servire verticalizzando i quattro davanti, i quali però, piuttosto che giocare di squadra, si sono messi in proprio e hanno vanificato tante situazioni di superiorità numerica creata. Secondo me l'aspetto più preoccupante della partita di ieri è proprio determinato da questa scarsa propensione degli attaccanti a passarsi la palla, quasi ci fosse una frenesia individuale di mettersi in mostra, finendo col far rimanere in gara per tutti e 90 minuti un Andria apparso veramente poca cosa.

Se è importante rilevare che non si sia concessa all'avversario nessuna palla scoperta o imbucata centrale, come era successo spesso nelle ultime infauste prestazioni, dall'altra tocca prendere atto che Panarelli, allorquando si è apprestato a fare i cambi, per riuscire a far coesistere i giocatori a disposizione (tutti con caratteristiche troppo dissimili) è stato costretto a modificare l'assetto tattico, infatti è partito con un classico 4-2-3-1, per poi passare ad un 4-3-2-1 e infine ha concluso la gara con un 3-5-2. Sembra di dare i numeri della tombolavolendo pensare al Natale ormai alle porte, e invece, a mio parere, è la chiave di lettura della stagione fin qui vissuta e cioè una rosa sulla carta fortissima, però troppo difficile da assemblare con un modulo unico, e altrettanto difficile da gestire a livello di gruppo, soprattutto quando le cose non vanno come dovrebbero.

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