LA PROTESTA

Daspo al compagno di squadra: scendono in campo e perdono volontariamente 15-0

I giocatori del Roccafluvione sono rimasti immobili contro il Rocca Casale
   Redazione MRB.it

17 Dicembre 2019 - 12:45

Tempo di lettura: 2 minuti

“Noi non siamo per la violenza, ma siamo per la giustizia”. Come riportato nel corso di questa settimana, è stato squalificato fino al 31 dicembre 2023 il giocatore del Roccafluvione, Patrizio Di Buò, reo sabato scorso, nel corso della gara sul campo della Rotellese valevole per il campionato provinciale di Terza categoria, di aver aggredito l’arbitro costringendolo a far ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso di Amandola.

In risposta a questa sentenza definita “ingiusta”, la società Roccafluvione oggi è scesa in campo contro il Croce Casale in maniera insolita, una protesta pacifica che però sottolinea la posizione della società e di tutto l’ambiente. I giocatori del Roccafluvione, infatti, sono scesi in campo rimanendo immobili per tutto l’arco della partita, subendo 15 reti senza provare a fermare l’avversario. “Noi siamo assolutamente contro ogni forma di violenza – spiega la società – ma non c’è stata nessuna aggressione fisica, solo verbale. Questa protesta non l’abbiamo fatta per pazzia, ma perché abbiamo visto ciò che è realmente successo. L’ambulanza al campo quel giorno era presente, ma l’arbitro non ha richiesto nulla. Da come si evince dal referto dell’ospedale, doveva aver accusato già dei dolori, invece lui è uscito dopo la doccia tranquillamente ed è andato via. Vogliamo anche ringraziare la squadra del Croce Casale per esser rimasta in campo fino alla fine capendo la situazione. Abbiamo anche letto in giro articoli dove si parlava di aggressione fisica o arbitro picchiato. Anche su questo stiamo valutando con i nostri legali se è il caso di intervenire con la giustizia perché, e lo ripetiamo, non c’è stata nessuna aggressione fisica”. Esposto questo pomeriggio nel campo del Roccafluvione durante la partita che si può definire ormai “fasulla", uno striscione con queste parole: “Diffamare è reato, difendersi un diritto, giocare un ricordo”.

Fonte: Casual People

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