Carlo Esposito | |
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Abbiamo perso un treno importante, quello dell'ultimo mese, un Orient express che avrebbe dovuto portarci, se non in testa alla classifica, sicuramente a staccare i vagoni delle inseguitrici che, invece, oltre ad aver marciato ad un'andatura decisamente migliore della nostra, non solo ci hanno raggiunto ma in alcune realtà, addirittura superato.
Gravina, Fasano, Nocerina, hanno restituito un Taranto non solo sconfitto e ridimensionato, ma, dato credo molto più significativo, fragile.
E non parliamo solo di fragilità difensiva, ma di reparto tutto, in cui volenti o nolenti abbiamo il dovere di segnalare "anche" le difficoltà realizzative in attacco, dove per forza di cose va registrata un'involuzione stranissima e inimmaginabile nella quale siamo passati dall'aver messo nel caricatore 13 gol in 4 partite, a nessuna marcatura nelle ultime 3 gare del corso Panarelli. In tutto questo passaggio - della durata di 7 settimane - abbiamo toccato diverse tappe: la fermata delle dimissioni presidenziali, quella del rientro dalle dimissioni presidenziali, quella dell'esonero del D.S. di inizio stagione - ultimo baluardo "Ragnesco" -, quella dell'eclissi del D.G. Montella.
La più dura però resta quella legata alla contestazione pura, nuda e cruda e per certi versi feroce, della tifoseria che sembrerebbe aver chiesto di non indossare più le tinte rossoblu.
Ecco, senza atteggiarsi a sapientoni, è questo il risvolto più doloroso dell'ultimo mese: il pubblico che non riconoscendosi più nella squadra, chiede di non indossarne i colori, che tradotto in soldini significa "...potete farci di tutto, non vi permettete ad ammainare la bandiera perché prima dovete ucciderci". Chiedere ai propri calciatori di non indossare più quei colori è paragonabile ad uno sceriffo al quale viene tolta la stella dalla giacca, ad un "tutore dell'ordine" al quale viene chiesto di consegnare tesserino e pistola, ad un re al quale viene distratta la corona.
E non importa se lo sceriffo, il tutore dell'ordine, il re abbia realmente compreso il gesto che ha subito, il suo pensiero non conta più nulla, le sue parole sono e restano solo chiacchiere, non fa alcuna differenza.
Il ruolo non è più riconosciuto, come quello di un Comandante che cerca di imprimere ordini, ma nessuno ubbidisce.
Qualsiasi cosa venga detta non serve più, non serve a niente.
Se Massimo Giove si esautora da presidente consapevolmente, con buona o cattiva ragione, cercando di spronare l'ambiente e i suoi cavalieri per risuscitare l'orgoglio e l'appartenenza (aaah che fatica capirne il senso...), il Taranto, soprattutto quello giocato, viene esautorato dalla fonte, proprio dalle stesse radici che ne danno alimento: i tifosi!
Lo strappo sta proprio lì, lo squarcio è evidente... e se qualcuno pensa, suppone, addirittura crede che la ferita tangibile sia nel distacco in classifica, beh si sbaglia, non ha capito niente, proprio risulta fuori strada.
La cicatrice più profonda, il danno più manifesto, sta nel rapporto con la passione, che sta venendo sempre meno, spossata da quello che doveva essere e invece non è, da quello che poteva rappresentare ed invece vede delinearsi.
Torniamo a rispettare le tradizioni allora, visto che il Natale è alle porte.
Noi continuiamo a fare i tifosi, quelli che non troverete da nessuna parte d'Italia, regalando alla città, compresi voi tutti che il Taranto lo componete, un tuffo nel passato con una Mostra che spiega quello che siete, quello che indossate e quello che vorremmo essere.
Vi invitiamo tutti a venirci a visitare, si parlo proprio a voi che venite "visitati" ogni domenica, da giorno 19 al Circolo Sottufficiali della Marina Militare.
Se non sapete dove è, fatevi portare, tanto sappiamo che il messaggio arriva.
Non abbiate paura di incontrare la gente, siate dei nostri, condividete, abbracciate, camminate insieme a noi.
Vi invitiamo ad entrare nella nostra storia, facendolo come quando entrate in campo alzando la testa in curva per guardare la coreografie del pubblico festante.
Vi invitiamo ad emozionarvi, come succede a noi ai quali ultimamente (?), sono rimasti solo 2 regali: il tifo e la nostra storia.
È questo il nostro regalo.
Noi, invece, come regalo ne vogliamo soltanto uno: tornate a fare i calciatori, quelli veri!
Buon Taranto, Avanti Taranto