Roberto Orlando | |
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Assecondare i desideri del popolo, si sa, è una lama a doppio taglio: la scena che nella storia descrive meglio la perspicacia della folla è nei Promessi Sposi del Manzoni, durante il tumulto di San Martino: “e tutti, alzandosi in punta di piedi, si voltano a guardare da quella parte dove s’annunziava l’inaspettato arrivo. Alzandosi tutti, vedevan né più né meno che se fossero stati tutti con le piante in terra; ma tant’è, tutti s’alzavano”. Una delicata osservazione sulla poca lungimiranza della folla che cerca di fare la storia: e anche adesso, che si sta scrivendo una pagina difficile della storia del Taranto, per tornare alle nostre “bassezze”, culturalmente parlando, sarebbe deleterio seguire la volontà della pancia del popolo.
Sabato la curva nel faccia a faccia con Panarelli, D’Agostino e Sapia, ha chiesto, tra le altre cose, la testa del Direttore Generale Montella. Farlo fuori significa risolvere tutti i mali del Taranto? Quali colpe si addossano a Montella? Soprattutto, cosa si vuole risolvere? E chi al suo posto? Se il presidente Giove vorrà assecondare la richiesta della folla, del popolo, andrà incontro a scelte non proprie, non aziendali. Dovrà valutare anche altro, oltre che la volontà dei tifosi. Non è una difesa nei confronti del DG Montella, ma una osservazione su come le scelte vadano sempre ponderate, viste in ottica aziendale e utilitaristica piuttosto che di pancia, per accontentare la piazza.
In una settimana difficile sotto tutti i profili, soprattutto quelli tecnici, le azioni da compiere devono cercare di mantenere il delicato equilibrio tra le parti. È vero che a Taranto si suol dire “ce no se squascia no s’aggiuste”, vedremo quale sarà la volontà del presidente Giove.