TARANTO FC

Maurizio Raggi: 'Spero che Panarelli riporti il Taranto nei professionisti'

Intervista esclusiva all'ex centrocampista rossoblù
   Angelica Grippa

14 Novembre 2019 - 08:00

Tempo di lettura: 4 minuti

Oggi ospitiamo ai microfoni di MondoRossoBlù.it una vecchia gloria del Taranto, Maurizio Raggi. Centrocampista bravissimo nel fornire gli attaccanti, ci parla dei ricordi che porta con sè della squadra rossoblù e della città.

Signor Raggi, recentemente l’abbiamo vista a Taranto, cosa l’ha portata nella città jonica?
La voglia e il desiderio di ritrovare i vecchi amici, come Spagnulo, D’Ignazio, e altri quelli che ancora abitano a Taranto o nelle vicinanze. Ma desideravo soprattutto ritornare allo “Iacovone” e ritrovare tutta quella gente che c’era lì ai tempi nostri, e  rivedere quello stadio. Quando sono entrato lì dentro mi sono tanto emozionato rivivendo alcuni ricordi indelebili, dove come squadra ci siamo tolti grandi soddisfazioni.

Cosa aveva di straordinario quel gruppo?
Prima di ogni cosa era un gruppo di amici che andava d’accordo anche fuori dal campo, eravamo molto uniti e potevamo fare molto di più, e lo dimostra il fatto che in Serie C1 facemmo il record di 48 punti. Poi con i cambiamenti siamo stati protagonisti anche in Serie B con la più grande impresa, quella di aver battuto la Juventus in Coppa Italia. Per noi fu una soddisfazione davvero immensa considerando il valore di una squadra così blasonata.

Un salto nel passato: il suo arrivo a Taranto, cosa la portò qui?
Avevo vinto dei campionati a Reggio Calabria, ma l’ultimo anno qui sfiorammo la Serie A perdendo la promozione ai calci di rigore. Mi sembrò finito un ciclo e mi capitò questa opportunità in una grande piazza come Taranto, una squadra rinomata tra le più importanti di quelle che erano state in Serie B. Vidi che c’erano alcuni calciatori importanti che avevano contattato, che poi divennero i miei compagni di squadra, e allora capì che c’era un progetto interessante che mi avrebbe permesso di vincere in una squadra importante. Non mi sono sbagliato in quella scelta.

Un resoconto delle sue due stagioni a Taranto...
Il campionato di C1 mi vide protagonista soprattutto nel girone di andata forse il migliore della mia carriera, e lo ricordano ancora i tifosi del Taranto e me lo hanno dimostrato. Quando mi infortunai gravemente, infatti, tornando fui accolto da uno stadio in piedi, dopo una lunga degenza tutta la tifoseria mi mostrò il suo affetto. Poi rimasi anche in Serie B con un attestato di stima della società e della gente per la mia persona.

Il momento più glorioso e bello che ha vissuto nel Taranto?
Il giorno in cui abbiamo battuto la Juventus in Coppa Italia senza dubbio, una gioia immensa anche perché io feci l’assist a Francesco Turrini. Non potrò mai dimenticarlo, fu  passaggio in verticale a Turrini che siglò il gol che ci permise di vincere 2 a 1. Quando riesci a battere una squadra così sei all’apice della gloria, credo lo sia per qualsiasi calciatore italiano.

Quindi questo momento lo annovera come il più alto della sua carriera da calciatore?
No, dico l’anno precedente quando ero nella Reggina e sfiorai la Serie A, fu questo il momento più alto della mia carriera, non andammo nella massima serie solo per i calci di rigore avendo disputato un ottimo campionato.

Dopo aver appeso le scarpette al chiodo lei ha deciso di dedicarsi alla carriera da allenatore, esercita in questo momento?
Il calcio è cambiato troppo negli ultimi anni, non c’è più meritocrazia né i valori di una volta e non mi identifico più in questo sport. Adesso è il calcio è sopra ogni cosa uno sport commerciale, non identificandomi ho lasciato.

Segue ancora il Taranto? Cosa pensa di questa stagione in corso?
Si sempre, credo sia un’annata importante per i rossoblù. Ho avuto il piacere di incontrare il mister Panarelli che mi ha fatto vedere una foto dove lui faceva il raccattapalle quando io giocavo. Mi ha fatto molto piacere e mi ha anche mostrato una foto in cui lui gioiva con noi dopo un gol siglato in casa. Abbiamo insieme ripercorso tappe fondamentali della mia esperienza a Taranto, gli ho fatto un grosso in bocca al lupo. Spero che lui possa riuscire nell'impresa di riportare il Taranto nei professionisti.

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