NUOTO

Benedetta oro di Taranto

I fatti che schiacciano le chiacchiere
   Roberto Orlando

11 Novembre 2019 - 12:18

Tempo di lettura: 2 minuti

Benedetta Pilato torna dal Trofeo “Sapio” con in tasca il nuovo record italiano sui 50rana (29.41), l’argento sui 100rana con il suo personal best 1’05.40 (che vuol dire qualificazione agli Europei di Glasgow in vasca corta di dicembre) e dei miglioramenti sui tempi che sono il frutto del lavoro quotidiano in vasca ed in palestra. Una crescita che ha nella volontà della ragazza e nelle scelte di mister D’Onghia le basi solide di chi ha un programma davanti da seguire, con l’obbiettivo di crescere nel fisico, nella testa e, di conseguenza nei risultati.

Il “Sapio” è stato il primo vero banco di prova per Benedetta dopo il vespaio di polemiche che si è alzato dopo il suo passaggio al Circolo Canottieri Aniene del presidente Malagò. Polemiche nate ed alimentate da chi forse aveva qualcosa da perdere e che non ha lesinato colpi bassi ad una adolescente di 14 anni e alla sua famiglia; “ennesimo furto al sud”, “ci rubano le nuotatrici”, “la ragazza ha dovuto dire di si” (come se fosse stata costretta), “il padre continua a farsi male”, e tante altre frasi davvero di poco gusto, con tanto di tirata di piedi, un giornalismo di tanto fumo e di poco “fatto”.

E invece i fatti li ha portati Benedetta: nuovo record, miglioramento di 2” sui 100rana e qualificazione europea in tasca. Per una ragazza che ai microfoni della RAI dice candidamente di essere contenta di quello che sta facendo, vivendo senza troppe aspettative è un segnale di umiltà ma anche di tanta, tantissima forza. Quella trasmessa dalla famiglia, dal tecnico e da tutti coloro che la seguono in un processo di crescita prima personale e poi professionale.

Uno schiaffo morale terribile a chi si è retoricamente chiesto “da che parte bisogna stare”, se dalla parte della FIN barese o del Circolo Aniene, quando la risposta era semplice: bisogna essere dalla parte della ragazza, della sua volontà. E aggiungiamo, occorre essere dalla parte della comunità tarantina, che ha bisogno come il pane delle strutture sportive, come nel nuoto così negli altri sport: furti, scippi, occasioni perse… macché! Benedetta è simbolo della Taranto che vuole credere nelle sue nuove generazioni e crescerle in casa, di chi crede nel proprio territorio e nelle proprie risorse. Prendete e portate a casa, gufi.

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