Luigi Boccadamo | |
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Vedendo qualche commento a fine partita da più parti ho letto “finalmente abbiamo visto una buona partita del Taranto”.
A validare il concetto espresso dalla gente, io evidenzierei i primi venti minuti del 2° tempo dove abbiamo visto un Taranto famelico che ha imposto all’avversario una pressione alta, tanto che fino a circa il 70' il Gladiator non è mai riuscito a superare la propria metà campo.
Venendo all’analisi della gara si può dire che il Taranto di Panarelli ha ripreso da dove si era fermato e cioè, intanto da un modulo congeniale e collaudato dalla passata esperienza (come avevamo previsto nelle ipotesi la scorsa settimana), sfruttando largamente gli uomini che conoscevano meglio i suoi dettami tattici. Non a caso ha schierato Pelliccia a destra ed infatti abbiamo visto tante incursioni soprattutto nel primo tempo del giovane esterno destro, ha rimesso D’Agostino nel suo posto congeniale e lui lo ha ripagato con una ottima prestazione e due goal. Solito approccio ad alti ritmi del Taranto e nonostante tanto possesso e gioco quando ci si aspettava il vantaggio della squadra di casa, per un errore su calcio piazzato, ci si è trovati in svantaggio. A differenza delle ultime prestazioni però l’atteggiamento immediatamente successivo allo svantaggio è stato di proiettarsi ancora più in avanti creando tante situazioni pericolose provando ad attaccare gli spazi sia centralmente che sulle fasce. Come capita spesso attaccando tanto in avanti, si rischia qualcosa, magari su ripartenze avversarie, come è successo sul finire del primo tempo tuttavia quando si è concessa qualcosa la retro guardia del Taranto è riuscita a recuperare.
Nel secondo tempo l’atteggiamento famelico del Taranto, entrato con grande convinzione, ha prodotto quasi subito il pareggio ad opera di D'Agostino al termine di una buona manovra di gioco. A quel punto ancora più consapevole delle proprie potenzialità la squadra ha prodotto un vero e proprio dominio nella metà campo avversaria costringendo il Gladiator a perdere sistematicamente palla, allorquando provava a gestire la stessa. Tanta pressione accompagnata da una buona mobilità degli interpreti rossoblù, ha di fatto annullato le barricate avversarie ed infatti di li a poco il Taranto è prima passato in vantaggio e poi ha chiuso la disputa con due grandi colpi di Manzo e D’Agostino.
Nel calcio non esistono bacchette magiche o pozioni per risolvere situazioni critiche come quella che si era creata qui a Taranto. Panarelli a mio modo di vedere ha solamente messo gli uomini nei loro ruoli congeniali (esempio Oggiano e Guaita oppure Favetta unica punta con D'Agostino che sfrutta le sue sponde) ha chiesto alla squadra di giocare palla a terra, infatti abbiamo visto un buon fraseggio e mai palle giocate dai centrali difensivi direttamente sulle punte, ed ha sfruttato ampiezza e profondità chiedendo anche agli esterni bassi di spingere molto e sovrapporre sugli spazi liberati dagli esterni alti, che spesso attaccavano la profondità con movimenti sul taglio che finivano per attirare a se le attenzioni dei difensori avversari aprendo dei grandi corridoi per le sovrapposizioni egli esterni bassi.
Sicuramente Panarelli dovrà lavorare ancora molto come è normale che sia, tuttavia una buona base di partenza si è vista, dovrà insistere su questo registro per convincere tutto il gruppo che giocando con la mentalità giusta, al di là del modulo adottato, si potrà imporre il proprio ritmo a tutte le squadre avversarie.