SERIE C GIRONE C

Avellino, Capuano: 'È come essere al Real Madrid, darei due litri di sangue per salvarci'

Il neo allenatore dei lupi si presenta: 'Sono diverso e mi auguro di fare come Sarri, ma niente tiqui taca'
   Armando Torro

17 Ottobre 2019 - 12:45

Tempo di lettura: 3 minuti

È sempre Eziolino Capuano show. Che sia in campo, negli spogliatoi o in sala stampa, l'allenatore salernitano originario di Pescopagano (Potenza) si distingue dai colleghi per la verve e la passione autentica, perché crede in quello che dice e in quello che fa, anche quando la spara grossa. 
È stato chiamato a guidare l'Avellino per una salvezza tranquilla innanzitutto e per portare i lupi in coerenza con la loro storia, cioè alla zona playoff e non un punto sopra il terzultimo posto... e lui ha iniziato la sua avventura in biancoverde così: "Per me è come arrivare al Real Madrid", ha detto al primissimo giorno.

Tutto un programma, che rischiava di saltare più volte, sia in estate sia negli ultimi giorni in cui Giovanni Ignoffo ha diretto l'allenamento del martedì. Perché dalle parti della conca ricordano ancora il Capuano di 12 anni fa che esultò in modo sfrenato dopo uno Juve Stabia-Avellino con salti e cori, tra cui "Chi non salta è di Avellino" mentre veniva trascinato dai tifosi su un'automobile. Esultanza che gli è stata ricordata nella conferenza stampa di presentazione: "Cacciate il video, non è giusto. Non mi troverete a dire quella frase, riprendete tutto. Non devo cancellare nulla, darei due litri di sangue per salvare l'Avellino", ha ripetuto rispondendo e mostrando effettivamente quanto accaduto al di fuori del Menti, dove la partita si giocò a porte chiuse.

Capuano tiene a sottolineare anche un altro aspetto, quello più noto ai media nazionali, dalla sfuriata clamorosa ai tempi dell'Arezzo ("Abbiamo perso contro una squadra di promozione", con conseguente messa fuori rosa di due giocatori) alle lacrime per il fallimento e le partite perse a tavolino dal Modena. Ebbene, ha in qualche modo promesso di non regalare più certe uscite: "Sono cambiato, non sono più quello di dieci anni fa. Ho distrutto una carriera con le mie mani, per il mio carattere, ma nessuno potrà mai togliermi la libertà di pensiero. Oggi sono diverso, perché sogno di dare una soddisfazione ai miei figli che pur dicendomi 'papà sei bravo' mi ricordano che alleno sempre in C".

Già, 812 presenze in panchina e mai il grande salto in più di 30 anni da allenatore, ma la speranza c'è e qui arriva l'altro paragone altisonante: "Non c'è nessun allenatore in Italia che ha vinto più di me negli ultimi 6 anni in piazze diverse. Mi auguro di poter emulare Sarri che è arrivato tardi nel grande calcio in serie A, a 55 anni, e voglio farlo con l'Avellino dove spero di iniziare un ciclo", ha detto. Come farlo? Con un gioco semplice, senza fronzoli: "Ho già strigliato la squadra in allenamento perché non voglio vedere il tiqui taca con passaggi orizzontali, bisogna andare dritto per arrivare in porta, il palleggio lo lasciamo agli avversari", ha ricordato.

Infatti al primo contatto con i ragazzi era già uscito fuori il vero (e verace) mister con urla, imprecazioni, tanta grinta accompagnata dal lancio degli occhiali sul terreno di gioco: non si smentisce mai, è sempre Eziolino Capuano show.    



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