VERSO FOGGIA - TARANTO

Foggia e Taranto, quante storie!

Ritrovarsi ancora, ma nuovamente in serie D
   Roberto Orlando

03 Ottobre 2019 - 10:30

Tempo di lettura: 5 minuti

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, cantava Antonello Venditti qualche anno fa, e in effetti nei rapporti sentimentali ci si ritrova sempre. Anche nel calcio, perché il calcio è sentimento. La storia della rivalità tra Foggia e Taranto è lunga qualche decennio, e negli ultimi 30 anni abbiamo visto quei giri immensi tra un incontro/scontro e un altro, dall’ultima in B con Zeman e satanellli vincitori del campionato al ritrovarsi 9 anni dopo in C2. Esperienze e storie diverse, con ritrovi sempre accesi e… “caldi”.

Si potrebbe tornare indietro di oltre cent’anni, ma forse l’aspetto più interessante per capire qualcosa in più dell’attuale realtà delle due squadre sarebbe partire da una data precisa, il primo luglio 2012. Taranto e Foggia non esistono più, fallite e radiate. Brucia più al Taranto, che se non fosse stato per le penalizzazioni a causa della gestione scellerata di D’Addario sarebbe arrivata prima, mentre i rossoneri si erano agevolmente salvati nonostante il -4 di penalizzazione, vittime del Casillo bis. Si riparte da zero, adesso si può riprogrammare, ripartire, andare dove si vuole. Il Taranto targato Bongiovanni/Zelatore, grazie alla Fondazione Taras gestisce la prima stagione e si salva, non ci si poteva permettere di più in un territorio martoriato dalla crisi economica. I dauni ripartono con Di Bari DS e Padalino in panca, passato glorioso per loro con la maglia rossonera: quinto posto in campionato ma grazie alla domanda di ripescaggio ritrovano subito il professionismo. In quella stagione una vittoria a testa, entrambe per 2-1, entrambe in trasferta.

Con la riforma del 2014 il Foggia si ritrova in Lega Pro Unica, l’attuale C1: in soli due anni i foggiani sono tornati dove avevano lasciato quel primo luglio senza una sola promozione sul campo. Capita, a saper sfruttare le occasioni. La presidenza cambia tre volte, con Verile che prende in mano il timone della società. L’impatto con la nuova Lega Pro è buono, il Foggia arriva a ridosso dei playoff e ritrova anche il derby col Lecce. Il Taranto, invece, dopo aver perso il campionato a vantaggio del Matera (beffa di Marcianise) e il treno ripescaggio a favore dell’Arezzo, arriva nuovamente secondo dietro l’Andria e non riesce nemmeno ad organizzare il ripescaggio per l’abbandono di Campitiello.

A Taranto si rivede il duo Bongiovanni/Zelatore dopo l’accorato appello della Fondazione Taras (ci si ritroverà secondi dietro la Virtus Francavilla), mentre a Foggia si pensa in grande: campionato 2015/2016, i satanelli con De Zerbi in panchina e Iemmello capocannoniere del torneo perdono la finale playoff contro il Pisa di Gattuso. Mentre a Taranto ci si ricorderà della sconfitta interna contro il Serpentara (a proposito, esiste ancora?) a Foggia si festeggerà (contentino rispetto alla promozione mancata) la Coppa Italia di Lega Pro, vinta contro il Cittadella.

Il giro immenso ritorna, Taranto e Foggia nella stagione 2016/2017 si ritrovano il Lega Pro. I rossoblù, finalmente, grazie al ripescaggio ritornano nel calcio professionistico. Si respira aria di calcio importante: Foggia, Catania, Lecce, Cosenza, Messina, Reggina. Peccato che il campionato per il Taranto sia un incubo, il peggiore di sempre. L’amara retrocessione chiuderà la seconda esperienza della Zelatore come presidente, che probabilmente sarà ricordata più per la schizofrenica gestione societaria che per altro. Il Foggia di Stroppa è costruito per vincere ma col Taranto una vittoria e una sconfitta (2-0 e 0-2), ultima vittoria rossoblù prima del tracollo finale. Agnelli, uomo simbolo della rinascita foggiana, porta i suoi uomini in B, mentre il Taranto ripiomba tristemente tra i dilettanti. Il Foggia, tra l’altro, vince anche la Supercoppa di Lega contro Cremonese e Venezia. E i rossoblù sono alla ricerca di una nuova proprietà.

La presidenza Fares, che aveva permesso nuovamente al Foggia di tornare in serie cadetta dopo quasi venti anni è un gigante dai piedi d’argilla. Dopo un buon campionato (nono posto, a due punti dalla zona playoff), il 2018/2019 sarà l’anno della disfatta. Per illecito amministrativo ai foggiani vengono comminati 15 punti di penalizzazione (ridotti poi a 6), ma il destino è segnato. Grassadonia e Padalino non ottengono i risultati sperati e all’ultima giornata i dauni perdono a Verona e retrocedono. A luglio la Co.Vi.So.C. la esclude dalla serie C, si riparte per un nuovo primo luglio. E a Taranto? Inizia l’era Giove, che eredita dalla Zelatore una piazza distrutta, una società piena di debiti ma una rosa importante: Cazzarò ottiene un deludente quarto posto, ad andare in serie “C” è il Potenza di mister Ragno, autore di un campionato strabiliante chiuso con 81 punti, +13 in media inglese. L’anno dopo il Taranto parte per vincere il campionato ma si ritrova il Picerno in testa a fine stagione. Un’altra forte delusione.

Dopo tutto questo giro, ci si ritrova qui, alla vigilia di Foggia – Taranto, campionato di serie D girone H, stagione 2019/2020. Cosa è successo da quel primo luglio 2012? A Foggia hanno assaporato la serie B, almeno, il Taranto è sempre qui. Meglio un giro di montagne russe (nonostante la dolorosa caduta) o la piattezza cronica della serie D?

PS: lo vogliamo raccontare un altro primo luglio 2012? Quello della SPAL, fallita anch’essa per dissesto finanziario quell’anno. La ripartenza? Ripescaggio in Lega Pro Seconda Divisione nel 2013, ammissione alla Lega Pro unica nel 2014, doppia promozione B-A nel 2016 e 2017. Ranzani ha fatto ripartire la SPAL, Mattioli (per conto della famiglia Colombarini, proprietaria) l’ha resa grande in soli cinque anni. E mentre il Taranto perdeva in casa col Sorrento e il Foggia vinceva a Cerignola, la SPAL ne prendeva due dalla Juventus di CR7. Tutte e tre con partenza primo luglio 2012.

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