LE VOCI DI MRB.IT

Taranto, il cantiere delle speranze

Campionato, bilancio, progettualità. Le mosse da fare

Foto Roberto Orlando

   Roberto Orlando

06 Agosto 2019 - 09:38

Tempo di lettura: 4 minuti

Il calcio di luglio e agosto è quello più seguito dai tifosi, più dei mesi del campionato. L’estate è la stagione delle speranze calcistiche, quando almeno 4-5 società in serie A sognano lo scudetto, quando a Taranto si spera di abbandonare presto i dilettanti e tornare tra i professionisti. L’estate è la stagione delle promesse, dei progetti, dei buoni propositi. Promesse e speranze che i tifosi legano al dito, aggrappandosi tenacemente alle “illusioni” e alle promesse in rosso e blu.

Obbiettivo del Taranto è la promozione diretta: dopo due fallimenti (un quarto e un terzo posto e due finali playoff perse) adesso il Presidente Giove ha puntato su un allenatore dal curriculum di tutto rispetto e ha rinforzato la rosa con elementi importanti per la serie D. Un buon passo avanti è stato quello di affidare ad un Direttore Sportivo il mercato, rimediando, si spera, ad un grave errore della scorsa stagione. I suggerimenti dei tifosi e l'esperienza negativa di questa presidenza hanno fatto esperienza.

Nonostante l’apprezzabilissimo lavoro per una organizzazione sempre migliore, restano altri punti di debolezza sui quali la società deve lavorare, e molto, per evitare perdite di tempo ed energie. Una ottima base comunicativa è essenziale e ci sono alcuni temi sui quali la società avrebbe dovuto (e comunque dovrebbe) essere più chiara, il famoso “palazzo di vetro” del DG Montella: lasciare argomenti e temi sospesi, con zone d’ombra, lascia spazio non solo alla chiacchiera ed al sospetto, ma anche ad un supporto mutilato da parte di chi racconta il Taranto ogni giorno, tout-court.

Settore giovanile: un disastro totale. Diciamolo chiaramente, per tutti coloro che in questi anni si sono avvicendati al timone della società il settore giovanile è stato più un peso che una risorsa. Mancanza di progettualità e difficoltà gestionali hanno mortificato speranze dei ragazzi e tolto la possibilità di investimento della società. Sarà che non siamo esperti, ma una domanda meriterebbe risposta: senza nulla togliere agli attuali under, possibile che non ci sia stato un ragazzo della juniores che abbia meritato un provino o un ritiro con la prima squadra? Tanti ragazzi sono stati dirottati nei campionati minori, andati via in altre società (anche in C), risorse umane depauperate e tanto chiacchiericcio che fa male ai giovani calciatori. Una situazione che non giova a nessuno, che lascia solo terra bruciata e nessun futuro per nessuno.

Bilanci, debiti e affini: lo sapevamo già da tempo tutti, il Taranto si porta dietro dei debiti con l’Erario pregressi non indifferenti, ereditati dalle precedenti gestioni e nel tempo aumentati fino a circa 900 mila euro (come dichiarato dal presidente Giove). Per quanto ne sappiamo, pronti ad essere smentiti, l’attuale società ha pagato i fornitori ma ha lasciato in sospeso il pagamento di tasse e contributi, in attesa di una nuova “spalmata” dei debiti. Il bilancio approvato qualche settimana fa è stato un momento difficile per la vita societaria: bilanci precedenti poco chiari, crediti inesigibili e altri punti poco chiari hanno portato Giove ad uno scontro frontale con la Fondazione sfociato nel cambio statutario, che ha reso Giove Amministratore Unico e quindi primo responsabile sull’attività societaria. Anche in questo caso, per spazzare via le voci e le chiacchiere di corridoio sarebbe stata utile una comunicazione chiara, netta, diretta con gli organi di stampa. Una società che non ha niente da nascondere e che sta facendo chiarezza sul passato non ha timore di affrontare la stampa, cassa di risonanza necessaria, in questo caso.

Siamo a poche settimane dall’inizio del campionato, quello che davvero non si può sbagliare: il presidente Giove ha bisogno dei tifosi (e dei loro soldi), degli sponsor (e dei loro soldi), delle Istituzioni (e delle loro funzioni). Siamo in piena campagna abbonamenti e ciò già rappresenta il primo fondamentale contributo: sulla buona riuscita della stessa ripongono le speranze la società e i tifosi stessi. Parentesi: alla società potrebbe anche andar bene non fare troppi abbonamenti. Nel caso in cui la squadra si dimostrasse una corazzata vincente, la gente tornerebbe allo stadio a prezzo pieno, permettendo maggiori introiti piuttosto che 2000 abbonamenti. Chiusa parentesi.
Sugli sponsor abbiamo già descritto in tutte le salse l’atavica indifferenza e contrarietà a sostenere la squadra ma ci sono tante forme per sostenere la società e vedremo chi le vorrà cogliere. Le istituzioni si stanno muovendo, con un restyling epocale dello Iacovone in previsione, si spera, del grande botto, quello dei Giochi del Mediterraneo. Taranto è formicaio di possibilità, cogliamo tutti l’attimo. Forza Taranto.

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