LE VOCI DI MRB.IT

Il momento della verità

Ripescaggio, debiti, programmazione. Che problema c’è?

Foto Roberto Orlando

   Roberto Orlando

16 Luglio 2019 - 07:24

Tempo di lettura: 4 minuti

L’esercizio della memoria è un lusso e una ricchezza che non tutti possono permettersi. Non entreremo nel campo della semiotica o del “denaro linguistico” ma semplicemente diremo che chi sa è più ricco di chi non sa. Bella scoperta, si dirà, ma sapere non è un mero esercizio di accumulazione di dati e notizie, ma è il frutto dell’elaborazione di tutto ciò che si sente e si dice in giro. E non tutti sono allenati a questo.

L’analisi diventa l’arma con cui si scoprono le incongruenze, le panzane, le contraddizioni. Ma si potrebbe sempre obbiettare sulle buone intenzioni di chi è incappato in una comunicazione insufficiente, incoerente, ambigua. “Di’ sempre la verità e non sbagli mai”, il consiglio paterno da seguire sempre: ed effettivamente, a dire la verità ci si guadagna in stima, in comprensione.

Un esempio bello fresco: il Taranto non parteciperà alla TIM Cup, in programma dal 4 agosto. Ricordiamo che le squadre di Serie D accedono al primo turno della competizione attraverso l’invito che viene dalla LND. La Lega inizia ad invitare le seconde classificate, ciò vuol dire che il Taranto, invitato, ha declinato. Probabilmente ha fatto anche bene, il 4 agosto la squadra ha 9 giorni di ritiro nelle gambe e probabilmente nemmeno un accenno di gioco. Ma rispetto l’anno passato, ci siamo risparmiati la sparata del DG Montella e il dietrofront silenzioso della stessa società davanti ad una dichiarazione disattesa. È già qualcosa.

Ecco, la questione è proprio questa: la serietà prima di tutto, non la disinformazione o (peggio) la bugia spudorata. I tifosi chiedono serietà, rigorosità, non frasucce da quattro soldi per far felice il popolino. Il “Panem et circenses” di Giovenale non attacca con chi chiede rispetto, dignità, verità. Quanto sarebbe stato più onesto dichiarare, per esempio, che di ripescaggio non se ne parla? Forse la volontà o la voglia di rivalsa avrebbe dovuto lasciare il passo ad una più giudiziosa riflessione: ma il popolino l’avrebbe capita? Non credo, ma di sicuro l’opinione pubblica avrebbe apprezzato e Giove ne avrebbe acquistato in credibilità. Non scopriamo noi i limiti economici del presidente Giove e di un territorio che non risponde a denari a nessuno, mai. Ma la cifra della realtà di Taranto è questa, i sogni di grandezza servono solo agli illusi.

Il presidente si affanna a dire che i debiti accertati ed approvati nel bilancio sono delle stagioni precedenti al suo arrivo: benissimo, che male c’è nel dirlo? Noi non siamo uomini d’affari con l’intuito della scommessa (o dell’azzardo?) da vincere: sappiamo solo che Giove ha acquistato il Taranto in fretta e furia e nel corso dei mesi ha trovato tante cose che non tornavano nel bilancio. E mentre il popolo si divide tra i santificatori di Giove (resterà negli annali il suo volto appiccicato da un “photoshoppatore” imberbe sulla statua di San Cataldo) e i suoi detrattori più duri (che mi dicono siano in una fase musicale abbastanza vintage per “cantarle” al presidente), gli esseri pensanti si fanno delle domande banali, che meriterebbero una risposta altrettanto semplice. E Giove non lo sapeva? E in questi mesi perché Montella ha detto che il debito era sceso? E il concordato con l’Erario? Ma… la Fondazione dov’era in tutti questi anni? Ma Nardoni che ha combinato? E Campitiello? E la Zelatore? Belle domande, sarebbe ancora più bello avere delle risposte.

(Ogni tanto) spezziamo una lancia in favore di Giove: la disinformazione porta altresì alla mala-comunicazione: non è stato il debito a tenere fuori il Taranto dal ripescaggio, sia chiaro. Il debito in sé per sé non è una pregiudiziale, basta leggere i regolamenti. Le società che avevano intenzione di presentare domanda di ripescaggio avrebbero dovuto approvare il bilancio 2017/2018 entro il 30 giugno scorso, cosa che non è avvenuta. Ma mentre qualcuno ci ha assicurato che non sarebbe stato un problema, il tempo è passato, il ripescaggio è sfumato, il bilancio è stato approvato. Il 13 luglio. A pensar male si fa peccato... ma forse i "problemi" nel bilancio erano tali che dovevano essere affrontati con una risolutezza da "un uomo solo al comando": l'Amministratore Unico.

Dobbiamo tirare la volata a Giove? Vogliamo essergli tutti vicini, tifosi e stampa? Perfetto, per noi vale sempre il concetto di onestà, rispetto, lealtà. La comunicazione chiara, limpida: a seguire il Taranto non c’è gente con l’anello al naso (Oddio, c’è anche quella, ma questo è un altro capitolo) ma tifosi, cittadini che vogliono credere ad un Taranto migliore. Che sia Giove o qualcun altro, l’importante è uscire da questo inferno.

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