LE VOCI DI MRB.IT

Taranto e la dignità calpestata

Anni bui, incapaci a scuoterci dal dilettantismo
   Roberto Orlando

28 Maggio 2019 - 11:48

Tempo di lettura: 2 minuti

Non faremo discorsi sui massimi sistemi della società contemporanea, abbiamo fatto abbastanza il callo da renderci conto di come tutto un ambiente sta affondando nel dilettantismo, vittima di sé stesso. Nei precedenti editoriali abbiamo detto a chiare lettere cosa ci è piaciuto e cosa non ci è piaciuto del Taranto di Giove 2018/2019, dai difetti di comunicazione alle dichiarazioni-contentino al mostrare i denti verso chi ha tentato di affossare il Taranto. Pregi e difetti che non bastano per farne “una grande società”, ma che rivelano la situazione contingente del calcio a Taranto.

Lo spunto per parlare di dilettantismo dilagante lo ha fornito un video (anzi, una storia instagram) in cui giovani calciatori cresciuti nel vivaio del Taranto cantavano sull'aria di una nota musica da discoteca una canzone dei tifosi del Picerno. In questo caso non si vuole condannare la goliardia dei ragazzi, quanto piuttosto le dinamiche che portano tali calciatori a comportarsi in questo modo, probabilmente scottati dai fallimenti progettuali del settore giovanile degli ultimi anni. La mancanza di professionalità è quindi più frutto dell’inesperienza del giovane calciatore o di un sistema dove il dilettantismo non fa più riconoscere il valore della fede, seppur sportiva? L’interessato ha probabilmente capito la cazzata fatta ma ormai i tifosi hanno sentenziato sul giocatore; speriamo soltanto che abbia le spalle larghe per sopportare le scritte contro di lui che sono apparse nella notte in città.

Montella vattene! Probabilmente, in altri periodi, si sarebbero espressi così quei tifosi che scrivono striscioni e muri per far capire a dirigenti/allenatori/giocatori di essere ormai indesiderati; se oggi ci si è ridotti a scrivere vergognosi insulti senza costrutto significa davvero non avere più nessun argomento da proporre. Per Pieroni, Blasi, D’Addario, Galigani e tutta una lunga serie di personaggi contestati dalla curva, c’era di fondo una identità forte e riconoscibile verso ciò che non andava. Identità persa nel troppo dilettantismo, forse. Il becero insulto nei confronti del DG Montella è fine a sé stesso e non comunica niente se non la pochezza umana di chi l’ha vergata.

Siamo alla vigilia di una nuova stagione, quasi sicuramente in serie D: se uscire da questo inferno, significa avere un sussulto di orgoglio e prendere consapevolezza del guano nel quale sguazziamo, potremmo davvero raccontare una piccola rinascita: una responsabilità alla quale nessuno di questo enorme “carrozzone” deve in coscienza esimersi.

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