Marcello Fumarola | |
|
Tempo di lettura: 1 minuto
Compie 55 primavere, oggi, uno dei centravanti più forti (per più di qualcuno, il più forte) che abbia mai vestito la maglia rossoblu tarantina.
Antonio "Totò" De Vitis, di origini leccesi, impersonificava il classico "rapace" da area di rigore; un fiuto del gol che gli consentiva di esibirsi in gesti tecnici ed atletici sempre efficaci per ottenere il risultato finale, il Gol... appunto.
Indimenticabile quello rifilato alla Lazio, decisivo per la salvezza, agli spareggi disputati, in terra partenopea, contro la squadra della capitale ed il Campobasso. Un tap-in da vero opportunista e in "dolcissimo fuorigioco".
Altrettanto esaltante e spettacolare quella sforbiciata nel derby contro il Bari, finito poi 2 a 2. La capacità di toccare la palla nel modo più giusto per metterla in rete sta tutta anche nel gol del pareggio realizzato a Campobasso, girando "di ginocchio" il pallone ricevuto dalla destra.
Ma il gol più incredibile lo avrebbe realizzato contro il Bologna quando, con il difensore praticamente avvinghiato, si lasciò cadere all'indietro uncinando da terra, di esterno destro e di spalle alla porta, il pallone; portiere assolutamente immobile e palo pieno!
L'innato senso del gol, le capacità acrobatiche ed un carattere sanguigno gli consentirono di arrivare sino alla Serie A con Udinese e Piacenza e chissà, senza quel grave infortunio avuto nel 1990 in maglia bianconera friulana...
Auguri Totò, centravanti tanto cattivo in area di rigore quanto timido nelle interviste; grazie per averci fatto esultare con i tuoi gol e per il rispetto avuto per la nostra maglia.
Tu con Maiellaro coppia dei sogni, come Iaco con Selvaggi.
E con questo accostamento, credimi, regalo migliore non potevo farti.
Forza Taranto.