TARANTO FC

Terrevoli, 'A Taranto ho segnato il gol più bello della mia carriera'

Intervista al centrocampista del Taranto 2000-2001
   Angelica Grippa

16 Maggio 2019 - 07:38

Tempo di lettura: 3 minuti

Donato Terrevoli disputò una sola stagione a Taranto, segnando tre gol decisivi per la stagione.

Parliamo del suo arrivo a Taranto, da dove veniva e perché scelse proprio questa piazza?
L’anno precedente avevo vinto il campionato ad Ancona, passando dalla Serie C alla B. Il mio presidente era Pieroni, che ricoprì lo stesso ruolo a Taranto, così l’anno seguente mi propose l’esperienza tarantina. Valutai l’offerta, senza contare che questa città era molto vicina alla mia originaria, così accettai volentieri.

In quella stagione, il Taranto disputò un ottimo campionato: cosa ricorda di quella parentesi della sua carriera calcistica?
Fu un anno glorioso, fu stupendo vincere il campionato, raggiungendo il massimo traguardo. Era bellissimo il rapporto con i tifosi, con la società e l’atmosfera che si era creata negli spogliatoi con il gruppo. Dal punto di vista personale, avevo vinto due campionati consecutivi, una gioia davvero immensa.

In quella stagione segnò tre reti decisive per le sorti del campionato, una in Taranto-Acireale, finita 1 a 0. Cosa ricorda di quell’episodio e di quel gol?
Fu una delle partite più importanti, fu espulso Riganò, giocammo in 10 contro 11 in casa. Sullo 0 a 0 trovai una rete inaspettata, e quella vittoria ci diede una slancio per risalire in classifica.

Ma i tifosi del Taranto ricordano soprattutto la sue rete nel derby Taranto-Foggia, che vinceste per 2 a 1: ancora una volta il suo gol al 66’ decise le sorti del match…
Che partita indimenticabile, il gol più bello di tutta la mia carriera, poche volte si provano emozioni di tale portata. Un derby bagnato dalla pioggia, un gol davvero bello, addirittura l’arbitro a fine match mi si avvicinò e si complimentò con me. Quella vittoria diede lo sprint decisivo per vincere il campionato.

Lei è barese, conosciamo tutti la storia rivalità tra Taranto e Bari, come conquistò il cuore dei tifosi?
Quando entri in campo, giochi per una maglia, e per una città intera dando sempre il 100%, e anche di più, la tifoseria intera s’innamora. Ho sempre messo il cuore e la volontà a disposizione del Taranto, per questo mi hanno voluto bene, così come conservo di loro un grande ricordo.

Quale ruolo ricopriva in campo? Quali doti si riconosce calcisticamente?
Ero un esterno destro e sinistro di centrocampo. Avevo un bellissimo tiro da fuori area, ma la mia dote principale era l’inserimento al momento giusto che colpiva le difese avversarie.

Le motivazioni che la spinsero a lasciare il Taranto?
Non so rispondere a questa domanda, sarei rimasto in questa squadra volentieri. Arrivò un’offerta del Messina che militava in Serie B, sinceramente non mi interessava la categoria, ma la società rossoblù decise di vendermi. Cosi pur dispiaciuto accettai l’offerta, e non nego che ritornare in Serie B dopo tanti anni era una bella soddisfazione. Ma voglio sottolineare che se il Taranto mi avesse chiesto di rimanere, l’avrei fatto senza rimpianti.

E’ ancora legato in qualche modo al Taranto, segue ancora le sue partite?
Si, le seguo tutte, sono ancora innamorato di questa squadra. E spero ogni anno che risalga di categoria perché merita altri scenari.

E’ rimasto legato al mondo del calcio?
Ho tentato in tutti i modi di rientrare. Una volta uscito da questo sport è davvero difficile rientraci, a meno che rimani legato ad una società, ad un presidente o ad un allenatore. Non le nego che ci ho provato anche con il Taranto del presidente Giove, non ho avuto risposte e ho lasciato perdere. Sono fatto così, non insisto oltre sulle cose.

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