LE VOCI DI MRB.IT

Un grande inganno o un grande abbaglio?

Giudice Sportivo, inconfutabile l'aggressione con un tirapugni. E quindi?
   Roberto Orlando

20 Aprile 2019 - 07:51

Tempo di lettura: 3 minuti

Nella serata di venerdì è stato grande lo sconforto da parte della società, dei calciatori e dei tifosi del Taranto nel vedersi respingere il ricorso presentato per i fattacci del "Curcio" di Giovedì scorso. Non parleremo mai di ingiustizia sportiva o di giustizia a comando, ma emergono, dalla lettura del comunicato del G.S., alcune verità inconfutabili, dalle quali trarre delle conclusioni.

Innanzitutto, per sgomberare il campo dalla precarietà stessa del reclamo e per evitare strumentalizzazioni fuorvianti, la società jonica ha riportato erroneamente tra i sostituti Croce, il quale in verità era stato espulso dall'arbitro "per aver reagito all'aggressione subita da alcuni compagni tentando di colpire con 3 pugni l'addetto alla sicurezza del Picerno". Un errore da rilevare, perché anche su questo dato si è giocato il verdetto finale.

Ma il giudice rileva anche che "emerge con chiarezza che uno steward della A.S.D.P. AZ PICERNO, aggrediva con un "tirapugni in ferro" alcuni calciatori del TARANTO F.C. 1927 S.R.L." ed è solo formale affermare che "dall'altro lato, i calciatori aggrediti non risultano identificati", quando esistono reperti fotografici e medici dei giocatori Croce, Favetta e Manzo. Cosa significa, che solo perché non identificati non è possibile condannare il gesto di aggredire dei calciatori con un tirapugni in ferro?

È decisamente corretta l'interpretazione del giudice quando afferma che "alla luce del tenore dell'art. 17, comma 1 CGS, ai sensi del quale "Non si applica la punizione sportiva della perdita della gara qualora si verifichino fatti o situazioni, imputabili ad accompagnatori ammessi nel recinto di giuoco o sostenitori della società, che abbiano comportato unicamente alterazioni al potenziale atletico di una o di entrambe le società" e chissà se la strada da seguire in sede di appello sia quella di dimostrare che i fatti hanno influito sul regolare svolgimento della gara e quindi poter sperare nella vittoria a tavolino per 3-0 (sempre articolo 17. C.G.S.)

Resta, agli occhi dei tifosi e sulla pelle dei giocatori la verità inconfutabile e riconosciuta anche dal giudice che uno steward del Picerno ha aggredito con un'arma bianca dei giocatori del Taranto. Attendiamo ulteriori conferme, ma di certo il ricorso, presentato in via d'urgenza, non si è potuto presentare completo di tutta la documentazione necessaria per poter permettere al Giudice di avere un quadro completo della situazione.

Probabilmente ci si aspettava un rigetto del ricorso e di sicuro fa male sentirsi in qualche modo vittime due volte, dei tirapugni in ferro e di una decisione diversa da quella che ci si aspettava. Resta da attendere ora le contromosse della società jonica, con la speranza che in appello si possa rendere giustizia ad una squadra colpita e ferita non solo materialmente. Le parole di rabbia dei giocatori del Taranto apparse sui social sono lo specchio dello stato d'animo e gridano vendetta e giustizia. Sportiva, naturalmente.

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