LE VOCI DI MRB.IT

Taranto, c’è un piano B (?)

Rincorrere e (più o meno) crederci, pensare al futuro
   Roberto Orlando

19 Marzo 2019 - 09:37

Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo una sosta apparsa lunghissima, è ripartito il campionato . I rossoblù con non senza difficoltà hanno battuto col più classico dei risultati il Team Altamura, riprendendo così la rincorsa a Picerno e Cerignola. In questi giorni si è ripetuto come un mantra che occorre crederci e non è disonesto né dirlo né avere tale atteggiamento. Forse illusorio, ma non falso.
Naturalmente anche al termine di questa giornata restano invariate le distanze dal Cerignola, vincitore in rimonta contro il Fasano, mentre la capolista Picerno recupererà mercoledì la gara contro la Gelbison. Un copione che si ripete uguale da settimane, in un campionato a tre dove negli ultimi turni solo il Taranto ha perso punti fondamentali, mentre le giornate del campionato diminuiscono, assottigliando le speranze rossoblù.

Giorno 21 ci sarà l’udienza sul punto di penalizzazione: dalla società fanno sapere che si è fiduciosi sull’esito, dopo aver apprezzato il lavoro difensivo dell’avvocato Chiacchio. Sarebbe si un segnale, recuperare il punto, ma soprattutto dimostrare che la società lotta senza atteggiamenti rinunciatari nonostante il considerevole gap dalla prima posizione. La stessa società, inoltre, ha più volte ribadito che il punto di penalizzazione non inficerebbe una eventuale domanda di ripescaggio, ma sarebbe meglio escludere questa eventualità vedendosi annullata la penalizzazione. “togliamo la paglia davanti al ciuccio”, come si dice a Taranto…

E a proposito di ripescaggio, senza voler qui ed ora aprire una parentesi logorante e in questo momento fuori luogo, non risultano parole al vento quelle lette sul sito di un ex dirigente rossoblù: se tale figuro parla di ripescaggio palesandone la fattibilità, credo che qualcosa di vero sotto ci sia. Nel suo intervento, certamente lucido sulla attuale situazione rossoblù si evidenzia un “attaccamento al muro” di coloro che dovrebbero rappresentare l’imprenditoria di Taranto. “Dite che il Taranto è da serie C? Raccogliete circa 1,5 milioni di euro e il sogno si avvererà”, come a dire che adesso è il caso davvero di mettere “i soldi sul bancone” e di dimostrare di essere sul serio una classe imprenditoriale ricca, solida, sensibile verso il territorio e vicina alla prima realtà sportiva di Taranto. Ce la faranno i nostri eroi?

Ma parlando della prima realtà sportiva di Taranto, per dirla tutta, i rossoblù i loro problemi ce li hanno. Oggettivamente non è normale essere il proprietario di una squadra di calcio e gestire tale realtà con i soldi degli altri, perché qui in parole povere Giove, affermando e confermando di non avere intenzione di pagare fondi perduti, sta chiedendo ad altri soggetti di farsi carico di tali spese e forse anche dell’iscrizione e delle fidejussioni necessarie per portare la squadra in serie C. È vero, il Taranto non può essere una cattedrale nel deserto, una entità astratta ed isolata dal contesto sociale: è giusto che istituzioni e mondo imprenditoriale facciano la loro parte (strutture, disponibilità di mezzi, uomini e fondi a supporto dello sport, sponsorizzazioni…) ma non che debbano sopperire alla mancanza di forza economica della società. Questo non bisogna mai dimenticarlo né tanto meno deve far abbassare la guardia.

Insomma, se tutte queste supposizioni dovessero trovare riscontro, occorrerebbe davvero un dibattito istituzionale serio, richiamare al dovere/sacrificio le componenti imprenditoriali (come accade, per esempio a Bari…), sostenere Giove ma soprattutto obbligarlo a garanzie di continuità e trasparenza che forse, vuoi per mancanza di comunicazione o per dinamiche gestionali a noi poco chiare, abbiamo necessità e dovere di chiedergli.

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