TARANTO FC

Monza, 'La rimonta della stagione 2000/01? Non ci siamo arresi...'

Intervista dell'ex capitano rossoblù a MRB.it
   Emiliano Fraccica

05 Marzo 2019 - 19:24

Tempo di lettura: 3 minuti

I primi passi nella cantera dell’Inter, poi le esperienze a Catanzaro, Parma, Modena, Ancona, Lucchese e l’incredibile parentesi a Taranto, prima di Novara e Como. Poi la panchina vista “dall’altra parte”, con Pro Patria, Legnano e Caronnese, fino ad arrivare a fare il vice di Vecchi nel Venezia nel giugno 2018. È la carriera in pillole di Aldo Monza, mediano classe ’69, che lo Iacovone ha avuto il piacere di ammirare per due stagioni straripanti per il calcio rossoblu, quella 2000/01, dove gli ionici furono promossi in Serie C1 e quella 2001/02, dove fu sfiorata la tanto agognata Serie B.
Un capitano sempre combattivo ma corretto, che dava sempre il 110% in mezzo al campo. Le sue foto in mezzo ai tifosi esultanti dopo il pareggio al Menti di Castellammare di Stabia (che difatti sanciva la promozione del Taranto in C1 con un turno d’anticipo) sono ancora vivide negli occhi dei supporters rossoblu di inizio millennio. Dotato di un tackle pulitissimo, Monza contribuì a creare una credenza popolare in quegli anni a Taranto: si diffuse infatti la voce che i programmatori di Fifa, il celebre gioco di calcio per consolle, si fossero ispirati alla sua scivolata per renderla al meglio nel gioco.

Due anni ma tante emozioni, come descrivi la tua parentesi nel Taranto?
“Ho sempre detto che Taranto, inteso sia come città che come squadra, è stato il posto più bello in cui abbia giocato. Sono stato bene io ed è stata bene anche la mia famiglia, ho sempre avuto un ottimo rapporto con tifosi e società”.

La tua ultima partita a Taranto è stata quella maledetta finale contro il Catania. Che ricordi hai di quella partita?
“Ricordo che dopo il match ci fu il vuoto. La partita era importantissima, lo stadio strapieno ma poi è andata com’è andata. È stata l’unica volta, credo, in quella stagione, in cui non abbiamo segnato allo Iacovone. Ho visto quel match dalla panchina, non ho giocato per via di uno strappo rimediato a Catania, e quello è senza dubbio il rammarico più grande, perché sono convinto che se l’avessi giocata quella partita l’avrei vinta. A posteriori dato l’infortunio che ebbi a Lanciano non avrei dovuto giocare a Catania, ma la mia voglia di aiutare la squadra in quell’occasione prevalse”.

Ora come vanno le cose?
“Sono ancora un tesserato del Venezia Calcio, ero il secondo di Vecchi a inizio stagione, ma a causa del suo esonero tutto lo staff è stato allontanato, attualmente sono a casa. Gestisco una scuola calcio vicino il mio paese (Rho), dove ci occupiamo di insegnare ai bambini a rincorrere il pallone, e facciamo anche dei campi estivi”.

Che ne pensi della situazione attuale del Taranto nel Girone H?
“La situazione si è un pochino complicata dopo le ultime tre partite, è chiaro che adesso rimontare non è semplice, ci sono 5 punti tra Taranto e Picerno (e i lucani devono ancora recuperarne una), e poi c’è un’altra squadra tra loro, il Cerignola, che pure ha voglia di salire in C. Penso che il Taranto abbia un organico competitivo e attrezzato per la promozione, ma ora che la corsa si è fermata, c’è da vincerle tutte per sperare”.

Servirebbe una rimonta tipo quella della stagione 2000/2001, quando eravate a -8 dal Campobasso e poi avete concluso al primo posto.
“Quella stagione fa affiorare in me sempre ricordi straordinari, il Campobasso fu in testa per larghi tratti del campionato, ma noi siamo rimasti lì senza arrenderci, senza mollare un colpo. A dispetto del cambio allenatore e della sconfitta nella gara di ritorno proprio contro il Campobasso siamo riusciti poi a superarli e abbiamo vinto quel campionato di C2 ottenendo la promozione in C1”.

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