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Tempo al tempo

'L'humus in fabula', dalla rubrica di Marcello Fumarola
   Marcello Fumarola

27 Febbraio 2019 - 07:57

Tempo di lettura: 4 minuti

Due tempi, due facce completamente diverse mostrate dal Taranto contro il Fasano, domenica scorsa. Poteva essere una "gara tranello", dopo le tante chiacchiere della settimana e il primo tempo, in effetti, sembrava confermarlo con occasioni su entrambi i fronti ma, tra queste, la più "ghiotta" capitava indubbiamente agli ospiti; per fortuna "Hannibal Montaldi" stavolta si è mangiato...il rigore, assegnato per un fallo di Carullo (ancora tu) su Serri. Bravissimo Antonino nella circostanza e il ragazzo, rigore parato a parte, merita un plauso per quanto sta facendo.
Dopo questo episodio si poteva pensare ad un contraccolpo psicologico per gli ospiti ed invece il Taranto ha continuato a soffrire difensivamente in un reparto nel quale agiscono 4 under su 5 e così Antonino, sul finire del tempo, è stato ancora provvidenziale nel negare il gol del vantaggio fasanese. Due esterni under (uno "basso" ed uno "alto") forse servivano ed infatti si era puntato su Foglio e Vukmanic, poi sfumati per diversi motivi; lo diciamo a bassa voce per non rischiare di essere additati (nuovamente) di malafede.
Nel secondo tempo è entrato in campo un altro Taranto; cosi Oggiano prima prende le misure, poi la sblocca e sembra incanalarla nel percorso migliore per i ragazzi di Panarelli. E invece il vantaggio dura poco ed un destino truce, "corvino"...porta al pareggio ospite.
Ma il Taranto non demorde e torna in vantaggio con il subentrato Favetta, ad ulteriore dimostrazione della disponibilità di tante carte (quasi sempre vincenti) da giocare a partita in corso. E stavolta il vantaggio permane sino a poco dalla fine, quando D'agostino rimpingua il suo "bottino da bomber" e la chiude in una "botte di ferro". 

Passaggi a vuoto e qualche difficoltà come nel primo tempo sono da considerare, a mio avviso, fisiologici per chi insegue da mesi e, dopo ben 8 vittorie consecutive, non riesce a conquistare la leadership. Le "variabili offensive" sopperiscono puntualmente a qualche preoccupante indecisione difensiva, ma il recupero di Di Bari (rientrato in campo negli ultimi 20 minuti) diventa fondamentale per lo sprint finale. Vince il Cerignola contro il Savoia (per la statistica altro rigore ed espulsione a favore degli ofantini) mentre a Picerno altra partita rinviata per neve. Più che su due tempi, da quelle parti, le partite potrebbero giocarle su due manche.
In merito al punto di penalizzazione piovuto sulla nostra società (ma soprattutto sulla nostra classifica) vorrei rifarmi ad un noto proverbio cinese; pertanto possiamo affermare che se soluzione ci può essere, inutile preoccuparsi; al contrario (triste dirlo) ancor più inutile agitarsi nervosamente o scoraggiarsi. Certo, qualche anomalia c'è stata, anche a livello di comunicazione; ma se la società ritiene (come pare) di poter dimostrare la propria correttezza, la restituzione del punto sarà inevitabile e le parole del vice presidente Sapia in conferenza rassicurano in tal senso. Parole, le sue, più consone ed equilibrate rispetto alle grida di "attacco al calcio tarantino" del giorno precedente.
Tutto ciò ha eliminato, insomma, l'effetto positivo del gol al 96simo di Marsili ad Andria comportando che ora, al passo falso del Picerno con conseguente nostra vittoria a casa loro, si dovrebbe aggiungere uno stop del Cerignola. Possiamo solo sperare di recuperare il maltolto ribadendo che "quei tre" hanno lasciato il segno anche con questa vicenda, ma ancor più (questo in molti non lo sanno) su alcuni "ignari" cuori rossoblu.

Positiva, anche in questi momenti, la vicinanza e la solidarietà espressa da Comune, Provincia e Regione alla società; ciò fa presagire che, comunque vada questo campionato, ci sarà la volontà delle istituzioni ed associazioni varie nel fare quadrato intorno alle sorti del calcio tarantino. Sperando che nella città dei due mari non siano tutte promesse da marinaio e non si tratti invece soltanto di "affinità... elettive". Una opportuna e positiva stretta di mano tra i protagonisti della vicenda ha messo fine a quanto tristemente accaduto domenica scorsa allo Iacovone dove a Lorenzo D'Alò, noto giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, è stato impedito l'accesso allo stadio; chiaramente da evitare e meritevole di condanna ogni sorpruso nei confronti di giornalisti accreditati, come prontamente denunciato da Ussi, Ordine dei Giornalisti ed Assostampa. Tutta la stampa tarantina (o quasi) ha espresso solidarietà ai colleghi stigmatizzando questo increscioso episodio; perché oggi, come nell'era D'Addario, il sacrosanto diritto di cronaca va tutelato.
Tutto è bene quel che finisce bene, però e pertanto la stretta di mano tra il presidente Giove e D'Alò rappresenta il giusto passo indietro (o in avanti...come volete) per una crescita condivisa anche nella comunicazione, ma soprattutto evita quello che sarebbe stato un clamoroso autogol alla Gino Cossaro.
E da tifoso sono altresì sconcertato nel leggere i commenti di tanti che, da un lato, chiedono trasferte libere e dall'altro giustificano fatti come questo. Servirebbe probabilmente citare il famoso Dante quando, parlando degli adulatori, scriveva: "quivi venimmo e quindi giù nel fosso vidi gente attuffata in uno sterco che dagli uman privadi parea mosso" (ho copiato...confesso).

Tornando alle cose belle, la squadra domenica prossima torna nel barese per affrontare il Gravina. Come nello striscione della Curva:..."Fino all'ultima battaglia"; per conquistare i punti necessari a raggiungere l'obiettivo, dentro il campo e (purtroppo)... anche fuori.

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