Roberto Orlando | |
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Il titolo non vuole essere un rassegnato status attuale, ma, purtroppo, è la condizione necessaria per vincere questo campionato. Come recitava lo striscione della Nord domenica “fino all’ultima battaglia”, senza ripensamenti e senza rassegnazione. Solo alla fine si tireranno le somme e ci si potrà rendere conto di ciò che si è costruito, ciò che si è sbagliato, ciò che di buono (eventualmente) resta.
Aspettare, cosa? Innanzitutto il ricorso sul punto di penalizzazione. Il duo Fistetto-Chiacchio è già al lavoro per preparare la difesa e si spera che tutto possa risolversi nel migliore dei modi. Non siamo per natura vittimisti ma speranzosi (senza illusioni) che il Taranto possa recuperare il prezioso punto.
Da ogni dove è chiaro che Picerno, Taranto e Cerignola le vinceranno tutte da qui fino alla fine del campionato e la differenza la faranno gli scontri diretti (Picerno – Taranto e Cerignola – Picerno). Aspettare, quindi, questi scontri. E nel frattempo? Sperare in un passo falso delle due di testa, un risultato che possa avvicinare l’undici di Panarelli alla testa della classifica e quindi rendere decisivi gli scontri diretti.
Il calcio è da sempre speranza e attesa. Speranza in tempi migliori, in una punizione salvifica, in un ultimo cross che si trasforma in assist. Attesa della domenica, del prossimo campionato, di una notizia positiva dagli altri campi. È vero, sono venticinque anni che a Taranto si vive di illusioni, di mancate promesse e di speranze eterne e forse i tifosi sono più preoccupati per l’ennesima delusione piuttosto che crederci ancora, se non proprio illudersi. 810 minuti alla fine di questo campionato, ce la facciamo a sperarci e ad aspettarne la fine? Avanti Taranto!