TARANTO FC

D'Antò, 'Il mio sogno fu di rimanere a Taranto e giocare in serie C'

MRB.it ha intervistato l'ex attaccante rossoblù
   Angelica Grippa

03 Gennaio 2019 - 09:54

Tempo di lettura: 3 minuti

Domenico D'Antò, detto 'Mimmo', militò a Taranto per una sola stagione in Serie D nel 1999. Viene ricordato per il coro a lui indirizzato sulle note della notissima canzone di Gianni Morandi, vista la sua velocità e aggressività sulla fascia. Ascoltiamo cosa le rimane di questa breve esperienza.

Stagione 1999, serie D, cosa la spinse a venire a Taranto, perché scelse questa realtà?
"Perché non avrei mai potuto rifiutare l'invito di una piazza del genere, i tifosi sono immensi. Una possibilità unica e irripetibile per me, accettai subito".

Cosa le avevano detto di Taranto, quali erano le sue aspettative e poi l'incontro con la realtà tarantina?
"Di Taranto mi aveva parlato Antonio Dell'Oglio, avevo giocato con lui nella stagione precedente. Mi chiamò e mi propose questa scelta, poiché a Taranto cercavano un attaccante, e lui fece il mio nome. Appena arrivai, mi innamorai di questa città a prima vista, la realtà superò ogni aspettativa".

Lei entrò nel cuore dei tifosi rossoblù per le sue doti da combattente, soprattutto sulla fascia, ma anche per la sua velocità. Che tipo di attaccante si definiva?
"Sono stato un calciatore che sudava l'anima in campo, questo i tifosi l'hanno percepito sin da subito. A tutto questo univo i miei gol, non mollavo mai. Il mio motto era di non lasciare nessuna palla".

Adesso una chicca: ricorda il coro ad persona che le facevano i tifosi tarantini sulle note di 'Andavo a 100 all'ora' di Gianni Morandi?
"Sì, è vivo ancora nella mia mente. Tutt'ora i miei amici per strada me lo cantano, perché l'eco di questo coro volò anche lontano da Taranto".

Raramente i tifosi riservano un coro ad un singolo calciatore. Ma cosa provava lei quando in campo ascoltava l'eco di quella canzone?
"E' un'emozione indescrivibile, mi venivano i brividi. Un onore immenso, quando ascoltavo quei cori volavo ancora di più, cresceva la voglia e la perseveranza. E' complesso entrare nel cuore dei tifosi".

Mi parli di questa stagione a Taranto, come andò e perché poi andò via da questa piazza?
"Quella stagione perdemmo il campionato per un solo punto, giocammo benissimo. Non lasciai Taranto per mia volontà, avrei voluto firmare il rinnovo. Ma mi chiamò il direttore sportivo Pieroni dicendomi che non avrei più fatto parte del progetto. Rimasi malissimo, perché il mio sogno era di quello di rimanere a Taranto e giocare in Serie C visto che la squadra fu ripescata nella stagione successiva. Nonostante questo Taranto mi restò nel cuore".

Il momento più esaltante della sua carriera calcistica e il più complesso?
"Io posso ritenermi molto fortunato, ho militato a Taranto e Livorno, due piazze tanto auspicate dai calciatori. Mi sento onorato di aver indossato queste maglie. Ci sono stati dei momenti più complessi, lo sappiamo che la vita è fatta di alti e bassi ma bisogna combattere e andare comunque avanti".

Segue ancora il Taranto e il campionato di Serie D? Un parere sulla stagione dei rossoblù...
"Taranto ce la può fare, sei punti non sono poi tantissimi. Mancano ancora tantissime partite, e Taranto ha una forza in più, quella dei tifosi. Sono loro il vero dodicesimo uomo".

Cosa fa attualmente?
"Lavoro e alleno i bambini. Sono ancora immerso in una realtà calcistica, perché questo sport è tutta la mia vita. Alleno un gruppo del 2008 di un progetto con una bellissima società organizzata. Mi diverte tantissimo allenare i bambini".

Mimmo D'Antò chiude l'intervista con un messaggio per i tifosi tarantini: "Auguro a Taranto e ai suoi tifosi di giocare in categorie superiori, questa squadra e i suoi tifosi sono sempre nel mio cuore".

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