Carlo Esposito | |
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"Il Taranto di Mister Panarelli gioca bene, a tratti benissimo. Non ricordo un Taranto così piacevole agli occhi e al palato da non so quanto tempo. Con le dovute proporzioni, neanche il Taranto di Dionigi giocava così bene. Impone il suo gioco, crea, appassiona e non da quasi mai l'impressione di subire. E a parte il secondo tempo di Nardò, dove sicuramente qualcosa non è andata per il verso giusto, non abbiamo mai ceduto il pallino agli avversari. Nemmeno nella sfortunata gara persa in casa con l'Andria abbiamo meritato la sconfitta, forse più sugli spalti, lì si, circondando di stupida attenzione servile un attore che ci ha sbeffeggiato per tutto l'arco dei 90 minuti (ma queste sono altre dinamiche).
A Mister Panarelli (così come a Gianluca Triuzzi che si sta dimostrando uomo in più nello spogliatoio) onestamente non si può chiedere di più. Stanno tirando fuori il meglio da una squadra composta da buoni calciatori.
E proprio alla squadra è difficile imputare colpe più del dovuto. La squadra si esprime bene, lotta, suda la maglia, gioca e si impone. È padrona del gioco e del campo.
Ogni domenica è così, sembrerà assurdo ma è così.
La difesa e il centrocampo sembrano aver ormai dimenticato le lacune e le fatiche di inizio campionato e soprattutto con l'innesto di Di Bari, si nota un nuovo equilibrio nel reparto in cui anche Antonino sembra trovarsi a suo agio e più sicuro.
In attacco D'Agostino risulta imprescindibile, Oggiano, Di Senso e il sorprendente Cosimo Salatino danno il massimo per tutti i 90 minuti.
Favetta lavora come un bue, lottando su tutto il reparto d'attacco e caricandosi la "Croce" di un attacco che proprio per il non giudicabile Croce (ha appena giocato spezzoni di partite) risulta affidato solo sull'apporto del giovane attaccante campano.
Mi sento di dire che non si può chiedere di più, né al mister ne alla squadra. Se siamo a 6 punti dalla prima in classifica, questo gap onestamente non si è notato, anzi!
Dobbiamo però chiedere di più al Presidente Giove e alla società: questa squadra ha bisogno di un attaccante di peso, di un ariete alla Riganò o alla Genchi.
Favetta non può fare tutto il campionato da solo lì davanti.
La punta bisogna pretenderla, si, pretenderla a mani basse.
Bisogna fare uno sforzo in più, Presidente. Abbiamo bisogno di un attaccante forte, fortissimo, che possa permettere a questa squadra apprezzata dalla sua tifoseria matura, di vincere il campionato, perche questa è l'unica cosa che bisogna fare: vincere.
Non possiamo più permetterci di arrivare a fine stagione e pensare di non aver vinto un torneo livellato verso il basso e alla nostra portata.
Lo pretendono tutti quei tifosi che ieri alle 14.30 di un mercoledì lavorativo hanno assiepato gli spalti di uno Iacovone distante 6 punti da una formazione ridicolizzata dal primo al novantesimo".