Angelica Grippa | |
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Giacomo Pettinicchio, da sempre grande tifoso rossoblu e tarantino di nascita, mostra ai nostri microfoni tutto il suo affetto per una squadra che occupa un posto predominante nel suo cuore. Attualmente allenatore del Ginosa nell'area dilettantistica, sempre disponibile a rinnovare la sua passione da tifoso, ascoltiamo le sue parole.
Ci accingiamo ad una nuova stagione calcistica in Serie D, un parere netto sulla squadra del Taranto. Questo potrebbe essere l'anno del riscatto tanto atteso dai tifosi rossoblu?
"Direi proprio di si. Il Taranto sfoggia una rosa competitiva composta da calciatori di valore. La società appare presente, quindi intravedo tutti i presupposti per poter vincere questo campionato".
Condivide la scelta della società di mantenere l'ossatura della squadra precedente, e su questa, attuare innesti mirati per ruolo?
"Per me è la scelta più giusta. Sottolineo che per vincere i campionati ci vuole continuità, mantenere la rosa dell'annata precedente analizzandone le pecche. Una volta individuati i punti deboli, si può operare con intelligenza, riversando un occhio attento sul mercato e attuare scelte con cognizione di causa. Con gli innesti giusti si limitano al massimo i danni, e diminuiscono anche i problemi che possono sorgere lungo il percorso stagionale".
Fra le avversarie del Taranto, quali squadre vede come dirette concorrenti alla rincorsa del titolo?
"Analizzando le diverse situazioni, dando uno sguardo alla stagione precedente e soprattutto a questo mercato, le dico che il Cerignola sia la squadra destinata a battersi con il Taranto per la conquista del titolo. Ma aggiungo anche, e parlo per esperienza, che sono solo previsioni, nella maggior parte dei campionati si assiste sempre a sorprese in positivo e in negativo. Spero che il Taranto non abbia concorrenti, è arrivato il momento di vincere il campionato senza 'se' e senza 'ma'".
Un suo parere sulla scelta di cambiare l'allenatore poco prima dell'avvio della stagione?
"Francamente non sono d'accordo con questa scelta. Ad un allenatore bisognerebbe lasciare il tempo giusto per mostrare le capacità, e molte volte il lavoro si vede a lungo termine. Cazzarò aveva bisogno di più tempo, per me le amichevoli estive non hanno una grande importanza, e servono solo all'allenatore per individuare le problematiche e risolverle. Ma la società ha deciso di sostituirlo con un tecnico tarantino alle prime armi, Panarelli. Conosco bene questo allenatore e credo farà bene a Taranto. Se da un lato non condivido la scelta di cambiare l'allenatore in estate, dall'altra mi rende felice la scelta di Panarelli".
Lei che ha un'approfondita conoscenza della storia del Taranto calcio, e ha visto numerose società susseguirsi, cosa pensa di questa capitanata da Giove?
"Penso sia una società che lavori, anche se in modo un pò buio. Non le piace apparire, più attenta alla concretezza che alle parole. Preferirei continuassero su questa linea d'onda, Giove non può che far bene al Taranto per la sua notevole esperienza".
Una domanda personale, lei cosa farà in questa stagione calcistica?
"Mi sono calato nel mondo dilettantistico, sto allenando il Ginosa. La prima non è andata bene, ma puntiamo ad un campionato tranquillo con la possibilità di far emergere le nostre potenzialità reali lungo il percorso".
Ipotizziamo che lei sia l'allenatore del Taranto, cosa direbbe a questi ragazzi nella prima di campionato?
"Domanda particolare, bisogna analizzare ogni variante e vivere determinate situazioni, conoscerle dall'interno dico. Ma il mio motto è quello di non mollare mai, di farsi trovare sempre pronti e soprattutto divertirsi. Taranto è una città innamorata del calcio, vorrebbe disputare altri campionati, ha bisogno di tempo e di organizzazione. Bisognerebbe far accogliere alla rosa questo clima pazzesco che si respira nella città, questo amore incondizionato di una tifoseria fra le più calde. Con questi presupposti i ragazzi lavorerebbero meglio".
Pettinicchio conclude l'intervista con un augurio al Taranto: "Io sono tarantino, noi tutti ci meritiamo di risalire. L'ultima volta che ho visto vincere un campionato al Taranto l'ho perso io e sono passati 20 anni. Una gloriosa risalita in B, gli anni d'oro, indimenticabili. Ma ora guardiamo al presente, credo che questa possa davvero essere l'annata buona per il calcio tarantino".