TARANTO FC

Bova, 'Il mio sogno era quello di vestire la maglia del Taranto'

'Lavoriamo tutti insieme per un grande obiettivo' - ha aggiunto il giocatore rossoblù
   Andrea Loiacono

25 Luglio 2018 - 13:03

Tempo di lettura: 4 minuti

È uno dei volti nuovi del Taranto targato 2018-2019, difensore classe '84, con trascorsi in categorie superiori con le maglie di Como, Andria, Cesena e Lucchese: stiamo parlando di Dario Bova, approdato in rossoblù e fortemente voluto da mister Cazzarò. Noi di MRB.it lo abbiamo contattato telefonicamente per conoscerlo meglio e chiedergli le sue impressioni sul nuovo Taranto che si allena a Camigliatello in vista della prossima stagione.

Innanzitutto benvenuto a Taranto; quali sono le tue caratteristiche tecniche? Preferisci giocare con la difesa a 3 o a 4?
"Sono un marcatore puro, abile di testa che ogni tanto sigla anche qualche gol; nella mia carriera ho giocato sia con la difesa a 3 che con quella a 4. Mi trovo bene in entrambe le situazioni, non ho problemi ad adattarmi al modulo che il tecnico deciderà di schierare".

Cosa ti ha spinto ad accettare la corte del Taranto del presidente Giove? Quali sono i tuoi obiettivi sia personali che di squadra?
"Ho giocato due volte contro il Taranto: la prima in Lega Pro con la Lucchese, la seconda vestivo la maglia dell'Andria. In entrambi i casi, a fine partita speravo di poter giocare un giorno allo Iacovone con la maglia del Taranto. Per cui posso dire di aver realizzato uno dei miei obiettivi. Il mio sogno è quello di tutti, anche se non lo dico per scaramanzia, ma Taranto merita come città e come tifoseria ben altri palcoscenici. Quello che possiamo dire è che ce la metteremo tutta sin da subito per centrare un obiettivo importante; a fine anno poi tireremo le norme e vedremo come è andata".

Siete in ritiro da un decina di giorni; che impressione ti ha fatto il gruppo? Come siete stati accolti dai giocatori che già hanno giocato con il Taranto lo scorso anno? Che squadra sta nascendo a Camigliatello?
"Personalmente non conoscevo nessuno, non avevo giocato con nessuno in passato. Però ti posso dire che i “vecchi” ci stanno aiutando molto, passiamo molto tempo insieme. La cosa più importante è creare subito un gruppo forte. La squadra è stata costruita con criterio e si tratta di una squadra importante, penso che ci potremo togliere delle belle soddisfazioni".

Lo scorso anno la difesa, soprattutto nella seconda parte del campionato, è stata un po' il tallone di Achille del Taranto. Pensi che per vincere il campionato sia più importante la fase difensiva o quella offensiva?
"A mio parere bisogna trovare il giusto equilibrio, non bisogna essere né troppo sbilanciati in avanti né chiudersi in difesa. Bisogna trovare il giusto equilibrio che ci faccia vincere le partite, anche per 1-0; quindi è importante lavorare di squadra e non di reparto o a livello singolo".

Con la regola degli under ci sono anche in rosa una serie di giovani che hanno bisogno del vostro supporto. Penso ad esempio agli esterni di difesa. Quali sono i suggerimenti e i concetti da trasmettere ai più giovani?
"La maggior parte delle squadre in serie D utilizzano i terzini bassi come under. Si tratta di ragazzi che spesso per la prima volta si approcciano alla prima squadra; quindi vanno compresi alcuni errori di inesperienza. Solo con l'allenamento si trovano poi gli equilibri della linea difensiva che si muove come se fosse un blocco compatto. Anche in difesa non bisogna ragionare mai da singoli ma come reparto nel complesso".

Cosa ne pensi del girone che andrà ad affrontare il Taranto, dove molto probabilmente tra le avversarie ci saranno alcune campane come Turris e Nocerina, oltre al Cerignola e al Picerno? In più ci sono le incognite Andria e Bari, con un derby che si potrebbe disputare dopo vent'anni?
"Il girone H credo che sia quello più difficile di tutta la serie D, che può essere paragonato a una Lega Pro. Si va a giocare su campi ostici con le squadre che si devono salvare che nascondono sempre delle insidie. Quindi è un girone difficile che si vince solo con la costanza dei risultati. Non bisogna mai abbattersi nei momenti bui o esaltarsi in quelli felici. Ora però dobbiamo solo pensare a lavorare nella speranza di partire forte perché poi con l'entusiasmo della piazza potremo beneficiarne tutti e ottenere grandi risultati".

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