TARANTO FC

D'Agostino, 'Ho voluto fortemente far parte di questo progetto. Taranto meglio della B'

'Sarebbe un sogno riportare il Taranto prima in serie C e poi...'
   Andrea Loiacono

20 Giugno 2018 - 19:44

Tempo di lettura: 6 minuti

Il giocatore più rappresentativo della passata stagione, che da dicembre scorso ha trascinato il Taranto alla conquista della finale play-off, totalizzando 16 reti: stiamo parlando ovviamente di Stefano D'Agostino, fantasista genovese che nei giorni scorsi si è legato alla società del presidente Giove, firmando il prolungamento di contratto fino al 30 giugno 2019. Lo abbiamo contattato telefonicamente per farci descrivere le sue sensazioni e parlare del futuro.

La settimana scorsa c'è stato il tanto atteso rinnovo di contratto con il Taranto. La società, il presidente Giove e il mister hanno fortemente voluto la tua riconferma. Tu come l'hai vissuta? Sei contento di prolungare la tua avventura in rossoblù?
"L'ho vissuta anche io in modo molto tranquillo, perché è stata una scelta voluta non soltanto dal Taranto ma anche da me, perché credo di aver fatto insieme ai miei compagni qualcosa di molto importante lo scorso anno. Abbiamo gettato le basi per cercare di ottenere il massimo risultato quest'anno e volevo esserci assolutamente, anche a discapito di qualche categoria superiore; ho già detto che giocare a Taranto viene al di sopra di queste cose".

Hai sempre detto di preferire Taranto a tante altre piazze di categoria superiore. Anche in questa finestra di mercato hai avuto altre offerte? Inizialmente sembrava esserci una fase di stallo; i tifosi temevano che tu non rinnovassi. Si è verificato qualche intoppo o ti sei preso solo qualche giorno di vacanza dopo un finale di stagione molto intenso?
"Credo che tanti siano bravi a parole, poi l'importante sia far seguire ad esse i fatti. Io a fine anno dicevo già che avevo ricevuto delle chiamate da società importanti, ma ho mantenuto la mia promessa per amore di questi colori; voglio essere presente quest'anno per cercare di fare il massimo. Non c'è stato nessun intoppo; la mia situazione era abbastanza definita, con la società ci siamo venuti incontro e abbiamo trovato l'accordo. L'appuntamento prefissato con il mio procuratore era per quel giorno. Non ci sono state fasi di stallo; se quel giorno le cose fossero andate male, sarei stato libero di fare le mie scelte. Fortunatamente però tutto è andato per il meglio e sia io che la società siamo soddisfatti".

Sulla panchina è stato confermato Mister Cazzarò e con lui, oltre te, ci saranno al momento anche Miale, Gori, Ancora e Marsili. A questi si sono aggiunti 5 calciatori provenienti dalla Cavese, tra i quali spiccano Manzo e Oggiano. Cosa te ne pare? Che Taranto sta nascendo? Considerando questa rosa con i rinforzi che ancora arriveranno, si può puntare a vincere il prossimo campionato?
"Io sono un calciatore e in quanto tale qualsiasi compagno avessi avuto accanto avrei dovuto incitarlo e fargli capire cosa vuol dire giocare a Taranto. Se poi devo dare una mia opinione, posso dire che ritrovarmi con dei compagni, che reputo anche degli amici, con cui l'anno scorso negli ultimi 5 mesi abbiamo fatto qualcosa di straordinario, mi fa solo piacere e mi dà una sicurezza in più perché sono calciatori che hanno già giocato a Taranto e sanno cosa vuol dire. Il passato ci insegna che giocare a Taranto non è come farlo in qualsiasi altra città. La presenza di un gruppo già affiatato può tornare utile anche nel processo di inserimento dei nuovi arrivati, anche se si tratta di giocatori di elevata caratura, che non credo abbiano bisogno di consigli".

Considerando l'aspetto tattico, si è parlato in queste settimane di un Taranto che potrebbe giocare con il 3-4-3 o il 4-2-3-1. Nel caso il mister optasse per il 3-4-3, saresti disposto a sacrificarti e giocare sulla fascia invece che dietro le punte?
"Credo che ognuno debba giocare secondo le proprie caratteristiche; è normale che se ci fosse da sacrificarmi lo farei, però credo che il mister sappia qual è la posizione in campo in cui io rendo meglio. Da esterno, forse, mi sentirei più ingabbiato, però queste sono cose che valuterà il mister, l'importante è dare il massimo per il bene comune".

Lo scorso anno proprio nella posizione di trequartista hai realizzato, tra campionato, Coppa Italia e play-off, 24 reti che sono un ottimo bottino per un centrocampista offensivo. Quest'anno quante marcature prometti ai tifosi? Hai un tuo obiettivo personale?
"Penso che questo non sia assolutamente importante. È chiaro che spero di fare il massimo anche a livello personale, ma quello che ci ha contraddistinto nel gruppo era il fatto che si metteva da parte il singolo. L'importante è raggiungere l'obiettivo di squadra, della tifoseria e della città partendo senza fare proclami, ma sapendo che avremo una squadra forte che competerà per un certo obiettivo".

Tu sei nato a Genova muovendo i primi passi nella formazione Primavera della Sampdoria. Hai qualche rimpianto per non essere riuscito, sino ad ora, a fare un certo tipo di carriera o speri di trascinare il Taranto, magari fra un paio di anni, in campionati più blasonati? C'è una somiglianza o qualche aspetto tra Taranto e
Genova che possa averti spinto ancor di più a sposare il progetto Taranto?

"Rimpianti non ne ho, perché se sono quello che sono adesso è dovuto a una crescita. Quando ero in primavera alla Sampdoria non ero così maturo come sono ora; per essere il giocatore e l'uomo che sono adesso ho dovuto attraversare degli ostacoli. Dopo la nascita di mio figlio, mi sono reso conto che stavo sprecando del tempo tra serie C e serie D, pur essendo tesserato con la Sampdoria, e ho iniziato a fare delle scelte come questa di Taranto, anche a discapito di una categoria superiore. Nei primi tre anni sono stati dei limiti caratteriali e di crescita a frenarmi un poco, mentre negli ultimi anni si è trattato di scelte che derivano da altre situazioni. Comunque non ci vuole molto a fare il salto di categoria. Mi è capitato di giocare in serie D e l'anno dopo ritrovarmi in B. Poi ripeto, tra la D a Taranto e la B da qualche altra parte preferisco Taranto in D. Sarebbe un sogno riportare il Taranto prima in serie C e poi, fantasticando un po', anche oltre. Ma ora è importante fare un passo alla volta e, se saremo uniti con l'ambiente, la tifoseria e la stampa, potremo raggiungere i nostri obiettivi".

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