L'EDITORIALE

Chi ama il Taranto collabori in modo costruttivo, altrimenti resti in silenzio!

Troppe le persone che amano criticare e puntare il dito. Servono i fatti non le parole
   Maurizio Mazzarella

26 Maggio 2018 - 00:17

Tempo di lettura: 3 minuti

Criticare è un diritto. E' qualcosa di sacrosanto, ma deve portare a qualcosa di buono, a qualcosa di costruttivo e propositivo. Troppe negli ultimi tempi le persone che parlano a vanvera, che dicono con troppa facilità cosa è giusto e cosa è sbagliato. Facile agire in questo modo. Chi opera sbaglia diceva un vecchio presidente del Taranto ed è nella logica che l'organizzazione complessiva del Taranto di Giove possa non piacere a molti. Come probabilmente può non piacere il silenzio e la poca pubblicità che il presidente rossoblu attua attorno alle proprie attività. A conti fatti servono i fatti appunto e se a criticare sono quei tanti tifosi che hanno davvero nel cuore quei colori rossoblu, ben vengano queste perplessità, ben vengano queste critiche. Semplicemente perché c'è un cuore che pulsa, perché c'è gente che ama ancora fortemente questi colori ed è ancora appassionata. Questo non è un male, perché bisogna trarre il positivo da ogni cosa. Coloro che criticano perché ambiscono ad un ripescaggio, a una dignità complessiva, non hanno torto e lo fanno per il bene della loro squadra, come un genitore che critica il proprio figlio se compie delle scelte sbagliate. Se pur aspre però queste sono da considerare delle critiche sane, perché nessuna di queste persone farebbe del male alla maglia rossoblu.

Ma bisogna fare attenzione, perché c'è sempre un rovescio della medaglia. Certo signore e signori. Perché seguendo la scia di questi tifosi per la maggiore critici, si accodano dei veri e propri sciacalli. Personaggi che vedono il Taranto come una torta da spartire e da cui vogliono avere la propria fetta. E' un atteggiamento che nasce dalla crisi complessiva della città, ma anche dalla perfidia di alcuni uomini che sperano di avere il proprio tornaconto da Massimo Giove per chiudere la bocca. Ed è questo sciacallaggio che nuoce gravemente al Taranto. L'elenco è lungo. Personaggi che mirano ad un posto nel settore giovanile, o che criticano Massimo Giove per aver scelto Tizio al posto di Caio perché magari con quest'ultimo avrebbe avuto qualche mansione. L'amico di Sempronio che magari spera che un giorno il suo amico diventi direttore sportivo, allenatore o collaboratore del Taranto. Tutto questo è un vero e proprio marciume che non consentirà mai alla Taranto sportiva di crescere. Non lamentiamoci quindi se oggi la realtà si chiama Serie D, perché il non isolare questi personaggi è una colpa che probabilmente abbiamo tutti.

E che dire poi di coloro che quella torta la volevano tutta e che sono stati bruciati sul tempo da Massimo Giove? Ecco le accuse gratuite che vengono fatte sulla solidità economica della società Taranto e su Giove stesso. Illazioni di comodo che tramite sceneggiate pubbliche celano situazione private. E potremmo andare ancora avanti, come personaggi che vorrebbero che il proprio protetto venisse testato dallo staff tecnico del Taranto ed invece non viene preso in considerazione.

Qui nessuno vuole difendere Massimo Giove, che certamente ha i suoi avvocati. Ma il Taranto va difeso come entità. Si rispettino coloro che criticano a fin di bene, anche in modo aspro, perché le loro parole se pur dure sono pure. Ma via gli sciacalli dalla nostra squadra del cuore.

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