Emiliano Fraccica | |
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Dopo la pausa che noi di MRB.it abbiamo voluto concederci per ricordare il grande Erasmo Iacovone, rituffiamoci nel calcio giocato, andando ad analizzare la partita di domenica scorsa tra San Severo e Taranto.
La prima azione dubbia avviene al minuto 56: D'Agostino entra nell'area del San Severo ma viene sbilanciato da Sellitti e cade rovinosamente a terra. A primo impatto potrebbe sembrare un normale spalla contro spalla, ma rivedendo l'azione è chiaro come Sellitti allarghi il gomito per mettere fuori causa il numero 8 rossoblu. Ci troviamo di fronte a un vero e proprio vuoto normativo: davanti a una situazione del genere l'arbitro infatti non ha indicazioni chiare su come agire, potrebbe fischiare il penalty come potrebbe benissimo far proseguire, in pochi avrebbero qualcosa da eccepire in entrambi i casi. L'unica colpa del signor Lipizer di Verona è quella di essere lontano dall'azione.
Al 59' l'episodio chiave della partita: contatto fra D'Angelo e Bilotta in area di rigore rossoblu, il direttore di gara non esita nel concedere il calcio di rigore. In questo caso non ci sono dubbi: si tratta di rigore inesistente. Bilotta accompagna solamente D'Angelo, gli sta addirittura di fronte, e il calciatore del San Severo sembra addirittura inciampare su se stesso. Nessun contatto sanzionabile fra i due, qui Lipizer ha preso un grosso abbaglio. Dal dischetto va Palumbo che firma il gol del 2 a 2, che poi sarà anche il risultato finale.