LE VOCI DI MRB.IT

I pulpiti sono finiti, andate in pace... allo stadio

E cosi, domenica il risultato positivo è stato ottenuto sia in campo che fuori...
   Marcello Fumarola

01 Febbraio 2018 - 14:00

Tempo di lettura: 4 minuti

E cosi, domenica il risultato positivo è stato ottenuto sia in campo che fuori. In attesa di un progetto tecnico più definito e dell' esito di questo ulteriore campionato dei rimpianti, l'unico obiettivo perseguibile e raggiungibile è proprio quello di riconquistare la fiducia e l'entusiasmo dell'ambiente. Per riuscirci non basteranno certo le iniziative nazional-popolari ma, in questo contesto, mi pare sinceramente strano che i mugugni arrivino da chi ha tollerato, in silenzio, lo scempio perpetrato ai danni del calcio tarantino negli ultimi due anni; in particolare con la stagione in Lega Pro tra le più tristi (se non la più triste) della nostra storia, capace di bruciare, polverizzare la passione rinvigorita da un effimero ripescaggio.
È vero, si, che Giove ha il peccato originale da espiare; quel Taranto-Catania che rappresenta, per la tifoseria tarantina, il primo impatto con il calcio poco giocato e molto "aggiustato", ma credo che, in qualche modo, ci stia provando.
A differenza dell'arroganza, della presunzione e della incompetenza dei suoi predecessori, tra l'altro beffardamente sordi ad ogni richiesta ed esigenza del popolo tifoso che ha reagito, a tanta tracotanza, giusto con qualche foto dissacrante e (forse) con qualche manichino. Insomma, una contestazione "diversamente efficace" e sicuramente poco condivisibile.
Ora da quei pulpiti imborghesiti, insensibili allo stillicidio di derby persi in casa e fuori, impassibili di fronte alle scorribande di squadre e squadrette allo Iacovone, giungono sfotto' alla gente che torna allo stadio spinta da prezzi stracciati e si lanciano strali contro il "non dimenticato traditore". Senza astio ma sempre per amor di verità, bisognerebbe ricordare a qualche "ultrascurdatiello", la storia dei "mini abbonamenti fatti in casa" dello scorso campionato durante il quale, a proposito di "tradimenti", quel 22 marzo grida ancora vendetta. Eh vabbe'.
Tornando a Giove resta, per chi scrive e lo ha già scritto più volte, poco apprezzabile la mancanza di un nuovo progetto tecnico da imporre sin dal suo arrivo e che prevedesse altre, più affidabili e professionali figure; magari anche più amabili ed amate dalla piazza.
Lacuna che può e deve essere colmata per il prossimo futuro.
La squadra, in questo momento, sta bene e ha molta più personalità e grinta da mettere in campo, agevolata in ciò anche dalla lenta ma costante normalizzazione di tutto l'ambiente; sensibile alla chiamata alla partecipazione di domenica scorsa e soddisfatto da una squadra che (sia pur nel contesto sempre poco gratificante della categoria) non molla mai e regala sprazzi e pillole di buon calcio.
Squadra che poteva (e doveva) essere puntellata e migliorata.
Serviva un difensore over ed è invece arrivato un altro attaccante under dal nome (ma guarda te) molto "pugilistico"...Quero. Dopo l'arrivo di Portoghese (esterno offensivo) non riesco sinceramente ad intuire l'utilità di questo nuovo under nel reparto avanzato.
Per integrare la difesa si attende, forse, il rientro di Sgambati. Aspettative legittime sull'ex capitano della Primavera avellinese che però è comunque reduce da lungo ed importante infortunio; quindi tutto da valutare.
Due giovanissimi sono stati poi ceduti al Foggia; "per fare cassa" ha affermato l'improvvido ds. Sarebbe questa la programmazione e l'attenzione posta sui nostri giovani talenti? Decisione davvero poco condivisibile, a prescindere da qualsiasi formula di cessione.
Ancora non chiara, poiché non ufficializzata, la posizione contrattuale del centrocampista classe 97 Evans Osei, con il gruppo dalla scorsa settimana ma non annunciato dalla società come nuovo giocatore rossoblu.
Positiva la notizia del biennale a D"Agostino ma è chiaro che una rondine non fa primavera. Servirà costituire un minimo ma solido blocco di giocatori meritevoli di conferma sul quale inserire i nuovi innesti (a seconda della categoria da affrontare.

Insomma una gita a Milano poco fruttuosa, ai limiti della inutilità (se non nei soliti enfatici resoconti di chi parlava di grandi colpi anche questa estate).
Conviene, ora, guardare al campo che, da cinque giornate a questa parte, sta regalando solo vittorie; ed il campo ci porterà sul sempre ostico terreno di San Severo sul quale bisognerà vincere per tre principali motivi:
la classifica (nonostante la difficoltosa ma inarrestabile marcia potentina); la soddisfazione di violare un campo come detto ostico.ed un ambiente a noi sempre ostile; ma soprattutto...perché vincere è sempre bello ed è medicina con la quale poter guarire dai mali di inizio stagione; alcuni dei quali... ancora da estirpare... è sempre doveroso ricordarlo.

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