TARANTO FC

Spagnulo, 'Occorrono professionalità e competenza per ottenere risultati'

'Al Taranto auguro il meglio. Tecnologia? Non mi piacciono le 5 sostituzioni'
   Andrea Loiacono

08 Gennaio 2018 - 12:52

Tempo di lettura: 4 minuti

Una buona parte della carriera trascorsa prima a difesa dei pali della formazione rossoblù e poi come preparatore dei portieri: stiamo parlando di Mister Gianpaolo Spagnulo che noi di MRB.it abbiamo contattato telefonicamente.

Cosa fa oggi Gianpaolo Spagnulo?
"Ho terminato l’esperienza in quel di Modena dove la società è stata radiata in seguito a una grave crisi. Mi sto guardando intorno in attesa di ricevere qualche proposta stimolante".

Quali sono i ricordi più belli legati al Taranto? C’è un episodio che custodisci con affetto?
"Sicuramente il giorno del mio debutto. Arrivai in settimana dal Brindisi, il Taranto era in serie B e la domenica successiva giocavamo a Bologna al Dall’Ara davanti a tanti spettatori. Il dott. Uzzi mi chiese di sostituire il massaggiatore che era malato. Quando poi il nostro portiere Goletti si infortunò, fui io a prendere il suo posto. La cosa buffa fu che tutti credevano che ad entrare in campo fosse stato il massaggiatore. Subito dopo essere entrato in campo, parai anche un calcio di rigore per cui fu una giornata indimenticabile. Quell’anno parai 5 rigori".


foto Luca Barone

Eri soprannominato il “Giaguaro”, proprio per la tua bravura nel respingere i penalty. Che qualità occorrono in questo gesto tecnico?
"Non è soltanto una questione di riflessi. Io per esempio cercavo di anticipare i movimenti di chi calciava ma soprattutto tentavo di indurlo a tirare nella direzione in cui mi sarei poi tuffato. Ad influire molto poi c’è la tecnica, il senso della posizione e un pizzico di fortuna".

Quanto è importante il settore giovanile per una squadra di calcio e cosa manca al Taranto per potersi affermare in tal senso?
"Credo che investire nei giovani italiani sia importantissimo. Purtroppo però nel nostro paese poche società lo fanno. Non si dà tempo ai giovani dei vivai di crescere, preferendo andare a pescare nel mercato estero. Ecco poi spiegata l’eliminazione dell’Italia dai prossimi mondiali di calcio. Mancano calciatori di qualità come Baggio, Del Piero, Maldini. Oggi i giocatori giovani che giocano in prima squadra sono pochi, non solo a Taranto. Le società che ne hanno qualcuno li utilizzano per fare cassa e far quadrare i bilanci".

Sei favorevole alla Var e alle 5 sostituzioni in serie D e lega Pro? Il calcio sta cambiando tanto.
"Sì, il calcio è cambiato molto. Si è partiti con una sola sostituzione. Oggi addirittura ce ne sono 5, non sono molto d’accordo. Per quanto riguarda la Var, indubbiamente alcuni errori sono stati ridotti, mentre per altri vedo che si continua a sbagliare anche perché la decisione finale spetta comunque a colui che è addetto al monitor e all’arbitro. Insomma, alcune circostanze sono soggette all’interpretazione soggettiva. Comunque il miglioramento c’è stato. Prima cinque arbitri spesso non riuscivano a prendere una decisione".


foto Luca Barone

Starai sicuramente seguendo le sorti del Taranto. La scorsa estate con Bongiovanni e Zelatore al timone ci fu una campagna acquisti faraonica ma la squadra ha stentato. Ora da due mesi c’è una nuova presidenza con un nuovo progetto. La piazza però sembra diffidente. Sono gli interpreti societari che si susseguono a essere inadeguati o la tifoseria troppo esigente?
"Sinceramente non me la sento di definire troppo esigente una tifoseria calorosa e passionale come quella di Taranto. Sicuramente avranno influito molto le delusioni che i tifosi hanno subito negli ultimi 15 anni. Parliamo di una città che ha uno stadio molto bello, una storia alle spalle che è relegata costantemente nel calcio minore. Per quanto riguarda le ultime gestioni societarie, non mi va di giudicare ma dico solo che occorre professionalità e competenza. Nel calcio i risultati non arrivano per caso e purtroppo negli ultimi due anni il campo ha emesso il suo verdetto".

Ora la società è passata nuovamente a Massimo Giove che è stato anche il tuo Presidente. Riuscirà a garantire serenità e longevità al suo progetto?
"Glielo auguro di cuore. Un Presidente che subentra a stagione in corso non ha mai un compito facile perché la tifoseria vuole vincere e non ha tempo di aspettare. Ma è importante anche saper programmare su tutti i livelli".

Torneresti un domani a collaborare con il Taranto in presenza di un progetto serio?
"Chi mi conosce sa che non ho mai preso in considerazione proposte provenienti da piazze dove non c’era qualcosa di solido alle spalle. Sono Tarantino e per me Taranto ha rappresentato molto. Ho dato e allo stesso tempo ricevuto molto da quei colori, quindi non mi tirerei certo indietro".

Tredici punti da recuperare nel girone di ritorno. Chi pensi possa essere il favorito tra il Potenza, la Cavese, il Cerignola e l’Altamura? Il Taranto è tagliato fuori?
"Tredici punti da recuperare in un solo girone sono molti ma non bisogna comunque abbassare la guardia. Ai tifosi dico di continuare a sostenere la squadra perché è facile esserlo nei momenti di gioia. Il vero attaccamento ai colori si vede proprio in questi momenti".

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