VERSO AVERSA NORMANNA-TARANTO

Marasco, 'Venderemo cara la pelle. Il Taranto troverà un campo di battaglia'

'Il Taranto? Le impressioni non possono che essere tutte positive' - ha aggiunto
   Angelica Grippa

05 Gennaio 2018 - 11:38

Tempo di lettura: 4 minuti

L'Aversa Normanna, prossima avversaria del Taranto è guidata dal tecnico Antonio Marasco, ex-centrocampista, che in carriera ha raggiunto importanti obiettivi arrivando a militare anche nella massima categoria. Da allenatore di una squadra penultima in classifica si concede ai nostri microfoni.

La sua squadra ad inizio campionato su quali basi è stato strutturata, com'è stato costruito l'organico?
"Posso parzialmente rispondere a questa domanda, poiché chiamato al ruolo di tecnico in corsa. Credo che la squadra sin dall'inizio sia stata costruita al fine di giungere ad una salvezza serena, attraverso i giovani talenti. Poi vi è stato un parziale cambio di rotta con l'arrivo di parecchi uomini d'esperienza. Quindi gli obiettivi fondamentali restano valorizzare i giovani e ottenere la salvezza".

Quindi stabilito l'obiettivo stagionale, come ha impostato tatticamente questa squadra, che gioco propone?
"Vista la posizione in classifica che ci ritroviamo in questo particolare momento, non possiamo che aspirare alla salvezza, che è la nostra priorità assoluta. Per la parte tecnica e tattica, questa è strettamente legata alla tipologia dei calciatori che recentemente la società ha acquistato. Prima scendevamo in campo con un 4-4-1-1 mentre adesso stiamo sperimentando di volta i volta vari sistemi di gioco, come il 4-3-3 ed altri. Ovviamente uno degli elementi chiave è una nitida valutazione del gioco dell'avversaria che ci capita".

La posizione bassa in classifica dell'Aversa, oggettivamente rispecchia quello che ha fatto vedere sin ora in campo?
"Le dico che se questo è il risultato vorrà dire che da qualche parte si sono commessi variati errori. Noi dobbiamo individuarli singolarmente e intervenire per colmare le lacune e limarle. Abbiamo avuto la possibilità in queste due settimane di lavorare, cercando di capire le soluzioni più adatte che escludessero nuovi fallimenti. Io non sono un fatalista quindi le dico che se siamo penultimi in classifica ci sono state delle disattenzioni nostre, abbiamo avuto svariate difficoltà a gestire la rosa".

Quali sono allora i punti deboli della sua squadra? Cosa si potrebbe fare per migliorare?
"Oggettivamente da quando sono qui ho potuto osservare una squadra a tratti distratta che mentalmente subiva troppo l'avversario. Ho cercato di limitare queste mancanze, se analizziamo i goal presi sono quasi tutti scaturiti da errori nostri, e le parlo di ogni singolo calciatore. Per me ciò che manca e si vede, è il collettivo".

La prossima sfida la vede avversaria del Taranto, che impressione ha di questa squadra?
"Le impressioni non possono che essere tutte positive, questa è una squadra costruita per vincere il campionato. Poi come è già successo, è possibile incontrare squadre che all'andata avevano un collettivo e dopo il mercato le ritrovi interamente stravolte, il Taranto ha fatto acquisti importanti pur possedendo già una rosa importante. Noi, comunque dobbiamo guardare i nostri obiettivi e fare più punti possibile. Le partite dove ti scontri con le avversarie di calibro possono solo essere una grande motivazione per rimettere l'Aversa in carreggiata, basterebbe una vittoria con una squadra blasonata per cambiare la mentalità e caricare una squadra".

Che tipo di partita vedremo? Sarà così facile questo campo per il Taranto, così come appare sulla carta?
"Dalla classifica appare una partita facile per gli ospiti, sembra che l'Aversa abbia gettato la spugna, ma le assicuro che non è così. Domenica sarà una vera battaglia per noi, venderemo cara la pelle al Taranto, non saremo remissivi come può apparire dalla nostra bassa posizione".

Passiamo ad una domanda personale, cosa si prova da calciatore nell'esordire in Serie A in quel 29 agosto del '99 con l'Hellas Verona a San Siro contro l'Inter?
"Per un calciatore arrivato a 29 anni avere questa immensa opportunità è stato un grande motivo di orgoglio che ancora oggi posso raccontare con gioia. A quell' epoca nel campionato italiano militavano quelle che furono chiamate le '7 sorelle', la Juventus, il Milan, l'Inter, la Roma, La Lazio, la Fiorentina e il Parma, era fantastico qui passavano tutti i grandi campioni. Posso dirle che è stata un'emozione incredibile aver giocato contro questi giocatori, come nella partita che lei mi ha citato, esordire a San Siro contro un Inter che aveva in squadra un calciatore come Ronaldo, un grande fenomeno, è un qualcosa che posso raccontare ai miei figli".

In ultimo, la più grande soddisfazione nella sua carriera da calciatore e poi da allenatore?
"Da calciatore il primo anno in Serie A quando ci salvammo con il Verona, eravamo dati per spacciati ma in quell'anno facemmo 17 risultati consecutivi e ottenemmo una salvezza tranquillissima. Da allenatore deve ancora venire e spero arrivi quest'anno, con l'Aversa Normanna che giunge alla salvezza e poi mi auguro possa iniziare un campionato nuovo che ci porti immense soddisfazioni. Un qualcosa che la squadra, la società e i tifosi davvero meritano".

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