Andrea Loiacono | |
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Da Taranto e dalla promozione dalla C2 alla C1 nel 2000 è partita la sua scalata verso categorie più prestigiose e verso la cadetteria, dove ha indossato le maglie di Frosinone, Padova, Cittadella e Juve Stabia. Uno "scugnizzo" sgusciante e fastidioso per le difese avversarie tanto da conquistarsi l'appellativo di “zanzara”. Stiamo parlando di Antonio Di Nardo che, assieme a Cariello e Riganò, fece sognare l'intera tifoseria ionica. Abbiamo contattato l'attaccante partenopeo alla vigilia di Taranto-Frattese.
Antonio, dopo aver lasciato il mondo del calcio, hai iniziato ad allenare le giovanili della Casertana. Come procede questa esperienza?
"Da gennaio scorso ho intrapreso questa esperienza; vediamo a cosa mi porta. Fare il mister non è semplice ma stiamo crescendo piano piano, c'è un bel progetto alle spalle e abbiamo tanto entusiasmo".
Il prossimo avversario del Taranto domenica prossima allo Iacovone sarà la Frattese, la squadra nella quale hai concluso la tua attività agonistica. Cosa ci puoi dire dei nerostellati?
"Da quando sono andato via io è cambiato un po' tutto, dalla dirigenza ai calciatori; non la seguo molto anche perché non ci sono più i miei ex compagni. A prescindere da questo, seguo comunque il Taranto, una città che mi ha regalato momenti fantastici ed entusiasmanti, che porto nel cuore. Non vi nascondo che proprio domenica scorsa durante il viaggio con le giovanili della Casertana per la trasferta a Gubbio ho fatto vedere ai ragazzi il video della mia doppietta realizzata con il Giulianova e l'esultanza dei tifosi".
Che ricordi hai di quell'anno e mezzo trascorso a Taranto?
"Il primo anno, quello della promozione, fu strepitoso; per una grande città come Taranto ritornare tra i professionisti era qualcosa di importante. L'anno dopo purtroppo tutti sappiamo come andò a finire con la serie B sfiorata e persa agli spareggi contro il Catania, anche se io lasciai il Taranto a gennaio. Per un calciatore le emozioni che ti regala la gente che viene a sostenerti sono le cose più belle".
Con il passare degli anni si è vociferato spesso a Taranto di un tuo possibile ritorno. C'è mai stato qualcosa di concreto?
“No questo lo smentisco. Non c'è mai stato nulla di concreto. Ci fu solo una telefonata con Francesco Montervino quando era direttore sportivo del Taranto, ma poi non se ne fece più nulla, anche perché sinceramente non mi sentivo ancora pronto a scendere di categoria in serie D".
Oggi il calcio è cambiato rispetto a qualche anno fa, basti pensare alle introduzioni del Var e alle 5 sostituzioni. Cosa ne pensi?
"Il calcio è cambiato tantissimo; per quanto riguarda le sostituzioni, non mi dispiace. Ma se penso ad esempio all'obbligo di schierare gli under non mi trovo d'accordo. La vedo come una forzatura nei confronti degli allenatori costretti a scegliere in base all'età. Per me dovrebbe giocare sempre chi merita".
Il Potenza nel girone H va forte. Quale sarà la squadra a spuntarla a fine anno?
"I miei ex compagni della Frattese mi parlano molto bene del Cerignola. Ora il Potenza è primo e va molto bene ma i dauni potrebbero riemergere. Il livello del campionato credo sia scarso per cui Cerignola, Potenza e Taranto se la giocheranno fino alla fine. Ho visto che il Taranto è in fase di ripresa. Penso che Taranto nel panorama calcistico sia una città e abbia una tifoseria che meriterebbe il palcoscenico della B. L'anno scorso è stato un anno particolare, si poteva forse evitare la retrocessione ma ora auguro al Taranto di risalire quanto prima".