VERSO GRAVINA-TARANTO

Deleonardis, 'Gravina? Squadra giovane, vogliamo giocarcela fino alla fine'

E sul Taranto, 'Ho tanti ricordi legati alla formazione rossoblù'
   Angelica Grippa

30 Ottobre 2017 - 18:08

Tempo di lettura: 5 minuti

A pochissime ore dal match che vedrà protagoniste il Taranto e il Gravina, con grande piacere ascoltiamo la voce del mister del Gravina, Antonio De Leonardis, nonchè vecchia conoscenza dell'ambiente tarantino. Tanti i destini intrecciati e due squadre che in questo scontro cercheranno di dare il massimo per uscirne vincitrici.

Uno sguardo complessivo al Campionato di Serie D che si sta disputando?
"Un campionato che sta rispecchiando appieno le aspettative, si prevedeva un annata particolarmente complicata rispetto all'anno passato. Con la presenza di squadre del calibro del Taranto, del Potenza, della Cavese si poteva facilmente immaginarne la difficoltà. I risultati e l'intera classifica sembrano rispecchiare ogni previsione, certo è che da una squadra come il Taranto, qualcuno si aspetta di più a livello di classifica. Noi sappiamo bene che il calcio è fatto di momenti e cicli, e questo è solo di sofferenza ma a mio parere resta una grande e bella squadra. Possiede tutti i presupposti per risalire visto che mancano ancora tante giornate, spero tanto che non inizi a risalire con noi da mercoledì. Io ho giocato due anni a Taranto, ne ho un'immensa stima, ne riconosco il potenziale e il più delle volte ne sono anche tifoso. Ovviamente in questo momento devo fare il professionista e viene prima la mia squadra e la mia città".

Le squadre più quotate e le più deboli del Campionato?
"Io non parlerei di squadre deboli, secondo me non ve ne militano in quanto è un campionato abbastanza livellato. Risulta davvero complesso giocare ovunque. E' chiaro che vi giocano squadre costruite per vincere, più importanti con un capitale diverso e qundi più solide. Le prime tre sono indiscutibilmente il Potenza, il Taranto e il Cerignola, poi a seguire ci sono l'Altamura e la Turris come anche il Gravina stesso. Tutti vogliono fare bella figura ma appare chiaro che le prime tre citate sono superiori a tutte le altre".

Che tipo di campionato disputerà il suo Gravina, i reali obiettivi per la stagione?
"Non abbiamo degli obiettivi stabiliti, li scopriremo vivendo. Sicuramente in primis vogliamo fare bene e continuare sulla scia positiva della strada intrapresa, vogliamo toglierci anche noi qualche soddisfazione. Siamo sì una squadra giovane, ma vogliamo giocarcela sino alla fine e raggiungere una posizione importante. E' troppo difficile e rischioso paragonarsi alle teste di serie, ma il calcio può riservare sorprese e noi vorremmo essere in alto in classifica".

L'ultima giornata di campionato, la vittoria che abbiamo visto sabato 28 ottobre sul campo del Gragnano.
"Una vittoria davvero sudata, per questo le dico che non ci sono squadre facili. Ogni campo pone le sue difficoltà, non parliamo dei campi campani, per me sono i più inespugnabili. Ho sempre sostenuto che tutte le squadre che riescono a vincere in Campania non hanno conquistato 3 punti ma ben 6, lì è più ardua l'impresa. Per questo motivo sono orgoglioso della mia squadra e del risultato raggiunto, squadra di carattere che vuole essere protagonista".

Ora parliamo del Taranto, la posizione di questa squadra e il suo pensiero in merito al cambio di proprietà appena avvenuto.
"Io sinceramente non ho seguito da vicino le vicissitudini del Taranto, penso solo alla mia squadra. Per me resta un gran bel ricordo e le auguro di tornare ad essere grande come in fondo è sempre stato, come quando giocava in categorie importanti facendo divertire la propria città e la propria gente. Consideriamo che è una delle piazze più importanti, non della serie D ma proprio d'Italia. Devo dirle che ne sono dispiaciuto, ma le ripeto che è solo un momento per una piazza così importante. Questo momento verrà superato e non ha senso che ci siano continui scontri tra le parti, tifoseria e società. Uno dei segreti è l'unità. Un Taranto unito è una squadra potente".

La sua diretta esperienza a Taranto, cosa ricorda dell'annata della salvezza?
"Ho avuto la fortuna di giocare il primo anno, vedere la salvezza e poi vincere il campionato l'anno seguente. Basta questo per sottolineare la bellezza del ricordo, adoravo i tifosi, la curva di una meravigliosa città. Tanti vorrebbero giocare qui, io mi reputo fortunato ad esserne stato un calciatore. Ho solo parole belle per l'esperienza positivissima avuta".

Il momento in assoluto più bello e il momento più brutto a Taranto?
"Il momento più bello è stata sicuramente la salvezza, dove eravamo ultimi in classifica se non erro. Un momento magico per una salvezza sudata, ma anche la vittoria del Campionato ha dato le sue belle emozioni. Mentre il momento più brutto è stato quello dell'infortunio al ginocchio, è questa l'unica nota negativa, dopo aver dato tanto a questa squadra non mi è stato riconosciuto l'impegno, qualcuno si è dimenticato di ciò che avevo dato. Purtroppo il calcio è questo, ma penso sempre alla parte positiva che per me erano i tifosi. Ma ogni squadra ha altre componenti come la dirigenza, e questa non ha creduto in me e non è stata riconoscente. Ecco, il mio ricordo brutto è questo, mi sono fatto male ad un ginocchio e il Taranto mi scaricò completamente..."

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