CUS JONICO TARANTO

Conversano, 'Ripescaggio in B? Altrove sì, qui no'

Il general manager parla della calda estate tra ipotesi di ripescaggio, isolamento sportivo e amministrativo
   Luca Fusco

06 Ottobre 2017 - 21:52

Tempo di lettura: 6 minuti

In attesa della trasferta di Ruvo di Puglia, domenica alle ore 18:30 con ingresso gratuito al Palasport di via Cristoforo Colombo, la Pu.Ma. Trading Taranto si gode il buon avvio nel nuovo campionato di serie C Silver dopo i successi col Martina e Monteroni. Per il dirigente responsabile Roberto Conversano è tempo, a bocce ferme, di tornare sull’estate del Cus Jonico, vissuta in “silenzio” dopo la cocente retrocessione dalla B, maturata ai playout, ma con un grande lavoro dietro le quinte per riportare la pallacanestro di Taranto ai livelli degli ultimi 5 anni. Le scelte tecniche, il sogno svanito del ripescaggio, la questione PalaMazzola e qualche sassolino da togliere nell’intervista concessa a Toni Cappuccio che segue.

“Noi del Cus Jonico eravamo in pole position per l’eventuale ripescaggio in serie B, insieme a Palermo, però dietro di noi. Una posizione guadagnata, nel tempo, con la serietà e la buona organizzazione di società e di squadra. Taranto e Palermo, due città di dimensioni abitative e socio-sportive decisamente diverse, ovviamente a vantaggio dei siciliani. Il problema che si presentava ai richiedenti il ripescaggio, però, era il confronto con tante squadre del profondo nord, con relativi oneri di gestione. Per noi, comunque, la volontà c’era ma, naturalmente, non avevamo le forze per affrontare da soli, un tale impegno dispendioso. Quindi, a malincuore, abbiamo “dovuto” decidere di rinunciare, questa volta, al ripescaggio, favorendo così la pole ai siciliani, che in ogni caso avrebbero dovuto fare i conti con trasferte ancora più lunghe fino al nord (Bergamo ed altre per es.). Pensavamo, quindi, che anche per loro sarebbe stata rinuncia. Ci sbagliavamo! Qualche giorno dopo, leggemmo sul Corriere dello Sport che il sindaco Leoluca Orlando aveva annunciato che il Comune sarebbe venuto incontro finanziariamente alla società di basket per assicurarsi questa benedetta serie B. Altro spessore politico ed altra importante attenzione ad una realtà sportiva che non fosse il solo calcio! E’ evidente! Da noi, invece, le cose vanno al contrario, non si sostengono le società sportive che rappresentano la città nel contesto nazionale ma le si aggravano di oneri insostenibili. A parte il calcio...naturalmente che, comunque, naviga in tornei, direi “anonimi”.
A Taranto, è noto, questa “disattenzione o disaffezione” che dir si voglia da parte delle varie amministrazioni che si sono succedute nel corso degli ultimi anni, è nota da tempo. Tanto che rimarcarla ogni volta potrebbe risultare stucchevole da parte di chi non vuol sentire.
“Certo! Noi, però, non chiedevamo e non chiediamo soldi ma solo sgravi fiscali e meno oneri gestionali di un impianto, il PalaMazzola, che ci è costato un bel pò di danaro per la sua manutenzione ordinaria ed, a volte, anche straordinaria. Danaro che sarebbe stato utile, molto utile per allestire una squadra che potesse competere ad alti livelli con le altre realtà più ricche.
Così facendo avremmo offerto alla città un altro palcoscenico sportivo di un certo livello per contribuire ad assicurarne una buona immagine promozionale. Prima di noi l’ha fatto il Cras femminile e la gente ed i tifosi ancora soffrono per la sua scomparsa, dopo aver “goduto” di dieci anni di grande risalto sportivo, anche a livello internazionale. Anche nell’occasione del sua cancellazione dal pianeta basket, però, gli amministratori e buona parte della città restarono in silenzio. Senza un minimo di sussulto emotivo! Evidentemente noi non siamo bravi, ad entrare “nelle grazie dei decisori della vita cittadina”. Ci sarebbe piaciuto, per esempio, vederne qualcuno dei nostri amministratori in qualche partita, così come si vedono allo Jacovone… e non è che non li abbiamo invitati! Capisco che allo stadio c’è più gente per fare passerella”.
Ma il benedetto bando di gara per l’assegnazione del PalaMazzola sono riusciti a vararlo o no?
“Non credo! (sorride, ndr!). Noi, dopo vane attese, abbiamo pensato bene di lasciare il PalaMazzola consegnando le chiavi ai dirigenti pubblici, i quali ci avevano proposto di prolungare la gestione ancora per un’altra stagione sportiva per dar loro il tempo di predisporre questo, ormai famigerato, bando di gara che, però, presentava già dei nodi scorsoi: oltre 90mila euro, più il ripristino della struttura esterna dell’ex ristorante, sempre a nostre spese ed un’aggiudicazione di soli 6 anni e non dei canonici 10 di gestione. Capite bene che una società, con tali condizioni capestro, non può fare investimenti e programmare l’attività con una certa lungimiranza, anche considerando la realtà poco gratificante della nostra città, dove, però, non mancano comunque gli imprenditori da interessare al nostro progetto di marketing sportivo e sociale. Sarebbe bastato utilizzare lo stesso criterio di assegnazione a trattativa privata, come fatto col Cras per il PalaMazzola e con lo Jacovone per il Taranto calcio, in considerazione di due realtà principali nei rispettivi sport. Non abbiamo goduto della stessa… fortuna”.
Ora l’assegnazione, a tempo determinato, è stata data alla UISP, storico Ente di promozione sportiva per tutti ma...noi “baskettari di lungo corso” crediamo che quel mitico parquet non “risuonerà” più
“Noi non abbiamo voluto manifestare la cosiddetta (impropriamente) “manifestazione di interesse anche questa volta perché ci siamo sentiti presi in giro, per cui abbiamo deciso di lasciare il PalaMazzola e “ritornare” nei luoghi canonici del basket “le palestre scolastiche”, nella fattispecie l’Archimede prima ed ora il Pacinotti, con il Palafiom come campo gara.
Risparmiamo un bel po' di danaro ed investiamo sul nostro progetto giovani, la nostra filosofia”.
La domanda sembra un po' retorica ma non tanto: perché ritenete di essere stati presi in giro?
“Perchè questa benedetta “manifestazione d’interesse” noi l’abbiamo esercitata per ben 4 anni e con quella di quest’anno sarebbero stati 5, con la promessa, più volte reiterata da parte della dirigenza comunale che avrebbero provveduto ad indire il bando di gara vero e proprio.
Lo abbiamo più volte sollecitato ma ogni volta ci è stato detto che avevano qualche difficoltà a “comporlo in maniera interessante”. Poi abbiamo capito che “l’interesse” era per loro.”
Benedetta città che non riesce a vedere oltre il proprio naso. Vabbè, ora è serie C e non è che sia proprio da buttar via. Vi leccate meglio le ferite economiche e si riparte con nuova lena.
“Proprio così! Per ora è solamente C Silver regionale, in attesa che la Federbasket regionale vari anche la C Gold allargata ad altre regioni, magari dalla prossima stagione. Nella serie C si possono ammirare buone squadre, anche dal punto di vista tecnico, per la possibilità di ingaggiare atleti di altre nazionalità comunitarie. Nel nostro caso sono arrivati i due stranieri, Pellot e Fernandez, oltre al play Romano e non ultimo De Angelis saranno capaci di far maturare meglio i nostri ragazzi del vivaio virtussino, oltre ai cari Caldarola e Veccari già “rodati” lo scorso anno. In panchina abbiamo scelto un coach umile quanto bravo come Francesco Calore da Pulsano, con esperienze nelle giovanili del bolognese, sta facendo bene. Come inizio non c’è male direi”.

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