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Intermite in ESCLUSIVA su MRB.it, 'Alla Gallaratese con il cuore a Taranto!'

Grande uomo di calcio, tarantino doc. E' il presidente della Gallaratese
   Angelica Grippa

15 Settembre 2017 - 18:43

Tempo di lettura: 6 minuti

Grande uomo di calcio, esperto ed appassionato, Ciro Intermite, dall'attuale presidenza della Gallaratese si racconta ai microfoni di MRB.it. Nemmeno la lontananza è riuscita a scalfire l'amore immenso per la terra natia. Intermite, legato da un filo alle vicissitudini del Taranto, ci racconta la sua passione e la sua entusiasmante carriera.

Parliamo del presente, la sua Presidenza alla Gallaratese. Nello specifico com'è avvenuto l'acquisto di questa squadra?
"La Gallaratese è un'importante storica società la cui fondazione è da ricondurre al lontano 1890, una delle prime società di calcio, anzi aggiungerei una delle prime a livello sportivo. Importante sottolineare che è stata la prima squadra ad avere uno stadio di proprietà, addirittura nel lontano 1900, e non come hanno fatto società calcistiche italiane, come Juventus, Sassuolo e Udinese, solo in tempi recenti. Nella sua storia ha militato in categorie importanti tra cui anche la Serie B. Negli ultimi anni ha fatto campionati d'Eccellenza e ha visto numerosi problemi economici, e per questo aveva smesso di fare calcio. Noi avevamo un'altra società in Eccellenza, la Solbiatese Calcio. Insieme ad altri soci ho avuto anche la Sommese e in seguito abbiamo scelto di non fare più calcio cedendo il titolo in Eccellenza al Saronno, importante società lombarda. Non avendo più titoli, hanno acquistato i nostri e sono ripartiti dall'Eccellenza. Tre anni fa avvenne l'incontro con l'ex presidente della Gallaratese e abbiamo deciso di rifondarla. Così l'anno scorso è avvenuta l'iscrizione, anche se purtroppo non potendo partire da categorie superiori. La Federazione non ce lo poteva concedere poiché la società non faceva calcio da più di due anni. Abbiamo così iniziato dalla Terza Categoria vincendo subito il campionato, anche con qualche giornata d'anticipo. Che soddisfazione immensa per una società. Quest'anno siamo in seconda e mi auguro di far bene, nonostante militino qui squadre agguerrite e ben strutturate".

Un'occhiata alle sue molteplici esperienze come Presidente nelle realtà dilettantistiche, quali di queste le hanno lasciato maggiormente il segno?
"La mia carriera vide gli albori negli anni '80, quando avevo una squadra di amatori con cui partecipai ad un torneo. Proprio con questo torneo un dirigente dell'allora Coarezza Calcio mi chiese di entrare nella società portando dei calciatori, così l'anno seguente divenni dirigente e di seguito presidente. Ho ricoperto questo ruolo per più di 10 anni portando la squadra dalla terza alla seconda categoria. Essendo Coarezza una frazione di Somma Lombardo, qui militava anche la Sommese, squadra di rango secondo dati storici, i dirigenti di quest'ultima ci proposero una fusione. Coarezza aveva un ottimo settore giovanile, che ha fatto emergere molti giovani calciatori. Portando a termine questa fusione ho ricoperto la carica di Vice-Presidente insieme ad altri avviando un percorso importante di crescita. Di seguito è arrivata la richiesta della Solbiatese, altra squadra importante che ha militato anche in Serie C, che ha un impianto sportivo davvero importante, cosi è nata in Eccellenza la Solbiasommese. Abbiamo fatto 4 campionati ai vertici, disputando sempre i play-off, perdendoli purtroppo sempre nelle finali e questo non ci ha mai permesso di salire in Serie D. Dopo questi anni abbiamo visto la crisi delle finanze con gli Sponsor sempre meno presenti, e così decisi di cedere al Saronno. Se dovessi farle un bilancio della mia carriera da dirigente le direi che è stata positiva, mi sono molto divertito e ho sempre amato tanto il settore giovanile. Le grandi soddisfazioni sono arrivate portando i ragazzini ai livelli alti, alcuni anche in serie A".

Quindi da Presidente, lei preferisce affidarsi ai giocatori più giovani oppure lascia più spazio ai calciatori d'esperienza?
"Avendo come obiettivo la risalita, la scelta giusta sta nell'equilibrio fra il settore giovanile e la presenza di uomini d'esperienza. La squadra dev'essere composta da calciatori che sono arrivati in seconda dall'Eccellenza, abbracciando il nostro progetto e volendosi riscattare, qualcuno anche di serie B ma affiancati da giovani di valore".

Quant'è importante investire nel settore giovanile, e quanto peso ha economicamente parlando il bilancio?
"Al bilancio bisogna dare grande importanza, tutte le squadre che vogliono far bene devono fare attenzioni a questo aspetto. Se si vuole crescere diventa ancora più importante e ovviamente dipende anche dalla categoria. Ma a mio parere i capitali per la scalata sono fondamentali".

Quali sono secondo lei i fondamenti per la gestione di una squadra di calcio nel panorama attuale?
"Secondo me è importante avere un gruppo coeso. Tra dirigenti, calciatori e addetti ai lavori vi dev'essere un rapporto quasi familiare. Un organico che viaggia allo stesso ritmo verso gli stessi obiettivi. In seconda categoria non è in uso prima di ogni gara ufficiale pranzare assieme, io invece ho desiderato quest'unione fra squadra e dirigenti. L'unione e l'impegno sono la base per amalgamare il tutto con passione".

Intrattiene dei rapporti con le squadre importanti di serie A a lei vicine, quali Milan, Inter e Juventus e altre?
"Qualche rapporto ce l'abbiamo ed erano più stretti quando avevo un puro settore giovanile. Allora avevo rapporti con l'Inter, e gli ho dato dei giovani cosi come in Eccellenza abbiamo dato calciatori al Verona".

Segue le vicissitudini del Taranto calcio, nonostante la sua lontananza?
"Si! Certamente, seguo tantissimo il Taranto soprattutto sui social. Quotidianamente leggo i giornali di Taranto non si è mai creato il distacco, è un rapporto continuo".

Cosa pensa allora dell'attuale situazione che vive il Taranto?
"Sono molto dispiaciuto, spero tanto che risalga per avere quel ruolo importante che merita, soprattutto per un città cosi. La categoria più consona al momento sarebbe la Serie C".

Le piacerebbe avventurarsi alla Presidenza del Taranto in un futuro?
"Non è una cosa che prendo in considerazione soprattutto per la distanza, anche se a Taranto ci vengo spessissimo. Ogni 2-3 mesi devo rivedere la mia amata città. Aggiungo che per la presidenza di questa squadra ci vogliono economie importanti, soprattutto se si vuole militare in Serie C. Diciamolo, nel calcio se non ci sono i soldi non si va da nessuna parte! Non mi sento di giudicare l'attuale dirigenza del Taranto, perché capisco benissimo i sacrifici che fanno".

Ma secondo lei, dove possiamo trovare le reali cause che portano Il Taranto a militare in campionati dilettantistici, quando invece questa squadra ha visto anche tanti campionati di serie B in passato?
"Prima di tutto è inutile guardare al passato, meglio dare uno sguardo al futuro altrimenti riapriamo vecchie ferite. Credo che il livello ottimale per questa squadra sia la Serie C. E' importante anche che la squadra venga seguita dal pubblico, i tifosi devono capire che la dirigenza fa dei sacrifici e bisognerebbe evitare di lamentarsi dopo ogni scelta".

Il signor Intermite chiude l'intervista affermando che la contestazione è importante, ma solo quella costruttiva, "Ci sono tanti modi di contestare riferendomi alle amare vicende della scorsa stagione, vicende amare per tutto il panorama calcistico...".

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