IL DOPO TARANTO-VIRTUS FRANCAVILLA

Il Taranto sprofonda, ma l'essenziale è aver versato il fondo perduto

Approssimazione, incompetenza e un pizzico di presunzione alla base della crisi odierna
   Andrea Loiacono

15 Novembre 2016 - 19:40

Tempo di lettura: 5 minuti

Che quella di ieri sera sarebbe stata l'ennesima serata da croce e delizia (più croce a dire il vero) per i tifosi del Taranto lo si è capito intorno alle 19.00 quando sono state ufficializzate le formazioni delle squadre. Mister Prosperi opta per un abbottonatissimo 3-5-1-1 e manda il soffitta il 3-4-3 schierando dal primo minuto il classe '98 Vito Russo, Albanese a centrocampo e Lo Sicco quasi trequartista riposizionando Nigro nel suo ruolo naturale. In “avanti” Paolucci alle spalle di Bollino. Il pubblico sugli spalti e da casa reagisce con sorpresa a queste scelte e l'entusiasmo, già sopito nel corso dell'avvicinamento alla gara con soli 3.500 spettatori comincia ad affievolirsi ulteriormente.

Il Francavilla, squadra coesa e con calciatori di categoria rintuzza gli affondi del Taranto e trova il vantaggio con Nzola che nell'occasione sembrava il fratello gemello di George Weah, libero di percorrere quaranta metri palla al piede e trafiggere Maurantonio. La reazione del Taranto è più nervosa che non concreta ma ha il merito di produrre il pari seppur su autorete di Idda.

Non mi soffermo a commentare ulteriormente la prestazione dei rossoblù anche perchè onestamente il secondo tempo è stato ben poca cosa come spesso ormai accade. Quello che vorrei sottolineare sono alcuni aspetti e domande alle quali penso che la tifoseria tarantina meriti una risposta. A preoccupare maggiormente non è la classifica in se per se che vede gli ionici a sole due lunghezze dalla vetta ma la mancanza di un miglioramento tecnico ed anche societario nella gestione dei rapporti con collaboratori, addetti ai lavori e squadra. Alcune scelte appaiono infatti quantomeno discutibili.

Preso atto della decisione della dirigenza di esonerare Papagni, un allenatore comunque più esperto, a quel punto mi chiedo come mai il responsabile dell'area tecnica, colui il quale ha allestito questa squadra sia ancora al suo posto. Dal momento dell'infortunio di Stendardo i quel di Foggia il Taranto è diventata infatti una squadra sterile in avanti e molto perforabile dietro con un centrocampo incapace di costruire gioco. I vari Lo Sicco, Garcia e persino l'ultimo arrivato Pirrone si stanno rilevando inadeguati ad una categoria che richiede grinta impegno a anche un minimo di qualità. In quest'ottica la scelta di un direttore sportivo di categoria in estate avrebbe giovato sicuramente di più. Non ce ne voglia il buon Dellisanti ma a Taranto ha dimostrato già in passato in qualità di allenatore di non essere un vincente. Con l'arrivo del nuovo general manager, figura letteralmente inventata dalla società, ci auguriamo che qualcosa possa cambiare. A tal proposito ricordiamo il botta e risposta della scorsa settimana con il giornalista Pedullà il quale anticipava ampiamente l'arrivo di una figura competente.

Non possiamo e non vogliamo dimenticare l'uscita dell'avvocato Bongiovanni dello scorso mese al termine della gara col Catania nel corso della quale si scaglio contro una parte della tifoseria rea a suo avviso di contestare senza motivo l'operato della società e accusandoli di non amare realmente il Taranto. La sensazione è che la stessa dirigenza continui ad anteporre ai risultati attuali la presentazione della domanda di ripescaggio e il conseguente contributo del fondo perduto. Taranto è grata a questa presidenza per quanto fatto in passato e soprattutto in estate, ma l'obiettivo stagionale della salvezza più volte sbandierato non può essere un dito dietro cui nascondersi ogni domenica dopo una sconfitta.

Al di la dell'obiettivo stagionale i tifosi del Taranto meritano rispetto e vorrebbero vedere la propria maglia onorata e non dover assistere ogni domenica ad uno Iacovone espugnato non dal Catania o dal Matera bensì da Fondi e Virtus Francavilla. La gestione e l'approccio a questo torneo di queste due compagini che lo scorso anno militavano con il Taranto in serie D deve far pensare. Programmazione è la parola chiave; così come è stato fatto a Francavilla con la conferma di Calabro e di alcuni calciatori che hanno aperto un vero e proprio ciclo nella città brindisina.

Era proprio impossibile, mi domando, confermare l'ossatura dello scorso anno tra i quali Ciarcià e Genchi? Probabilmente un atteggiamento guardingo e meno esposto a dichiarazioni affrettate come è avvenuto nei primi tempi di questa dirigenza sarebbero più consoni al momento.

Capitolo tifoseria. In estate sull'onda dell'entusiasmo per il ripescaggio sono stati sottoscritti 1.700 abbonamenti. Nella computa di chi indossa orecchini e chi meno, si ricordi il buon Bongiovanni che a Taranto non ci sono sceicchi, come spesso da lui dichiarato e che la crisi economica ha colpito anche la città dei due mari. Assistere a Taranto-Francavilla nella posizione di classifica attuale e con la diretta Rai per di più con prezzi dei biglietti elevati non è da tutti. Certo, qualche presenza in più da parte degli occasionali non guasterebbe, vedasi la partita di Coppa Italia contro il Cosenza. A tal proposito sarebbe auspicabile un diritto di prelazione per gli spettatori di ieri sera in occasione del prossimo match casalingo contro il Lecce che riporterà il derby con i salentini in riva allo Ionio dopo quasi 30 anni. E' nei momenti difficili che si giudica l'attaccamento alla squadra di una tifoseria con o senza la serie A.

Alla società dunque il compito di sciogliere un nodo che col passare delle giornate diventa sempre più una matassa con l'obiettivo primario, non lo dimentichiamo di salvare la faccia ma soprattutto la categoria perchè come più spesso ricordato rappresenta un patrimonio dell'intera città.

All'area tecnica il compito di individuare i rimedi a questa crisi. Nelle ultime ore circolano più o meno insistentemente voci di avvicendamenti sulla panchina del Taranto. I nomi sono sempre gli stessi, da Torrente a Legrottaglie passando per un clamoroso ritorno di Papagni. Intanto la società prova a smentire e attende. Prosperi godrebbe di una fiducia a tempo. La pazienza per la tifoseria ionica invece ha raggiunto il termine e sin da domenica prossima al Granillo di Reggio Calabria urge una reazione di orgoglio.

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